“Rompere lo stereotipo della famiglia italiana dove tutti sono precisi e perfetti”. Alessandro Orlandi, il direttore creativo dell’agenzia Saatchi&Saatchi che ha curato la campagna pubblicitaria del Buondì Motta, spiega così al Corriere della Sera il senso dello spot che ha spaccato l’opinione pubblica: da un lato gli indignati, dall’altro i divertiti. Al centro, una mamma e un papà che, non credendo che possa esistere “una colazione che coniughi golosità e leggerezza”, hanno l’infelice idea di esclamare: “Che un asteroide possa colpirmi se esiste…”. Detto fatto.
“Le cose sono cambiate, anche la famiglia non è più quella rappresentata da tempo”, continua Orlandi. “La tv è diventata vecchia anche per colpa di noi pubblicitari. Così ci siamo messi in discussione e abbiamo usato un’ironia tipica del web“. Con successo: su YouTube la prima pubblicità – quella in cui a essere colpita dall’asteroide è la madre – ha fatto 1,5 milioni di visualizzazioni, la seconda (dove la “vittima” è il padre) oltre 600mila. Tanto da spingere l’azienda a pubblicare sul proprio canale anche il backstage dello spot.
Appena vista la pubblicità, dalla società “erano entusiasti”, continua il creativo. “Sapevamo che lo spot avrebbe fatto un po’ di rumore, ma non così tanto. I primi a reagire online sono stati gli haters, gli odiatori, contestando la scelta di aver fatto fuori una madre. Poi però si è attivato il pubblico più pensante che ha apprezzato la pubblicità”. Chissà se la scia di reazioni proseguirà anche con la terza puntata dello spot: “Il terzo protagonista sarà il postino. Sarebbe dovuto andare in onda a gennaio, ma lo vedrete in tv prima”. E poi? “Personalmente non lo allungherei ulteriormente, ma la decisione finale spetta al Gruppo Bauli”. Ma c’è ancora qualche tabù da rompere? “Diversi. La religione, per esempio”.