Ciò che si legge sui media a proposito delle persone che scelgono il suicidio assistito in Svizzera è generalmente approssimativo, e orientato a far schierare i cittadini: pro o contro. Si banalizza: se sei malato terminale sì, se sei depresso no. Se hai una malattia che ti costringe a una vita che non vuoi, forse. Poi ci sono quelli per cui è sempre sì e quelli per cui è sempre no. L’unica cosa per cui c’è poco spazio sono le domande, al posto delle troppo frequenti risposte sbrigative.
Dell’ingegnere di Como sappiamo davvero poco. Era depresso, aveva avuto due lutti importanti, era molto solo, talvolta la notte urlava per la disperazione. Si era già curato la depressione? Vogliamo pensare che sì, avesse già fatto molti tentativi di cura, come li aveva fatti Lucio Magri, senza riuscire a stare meglio. Nella nostra cultura tendiamo a pensare che tutte le depressioni se ne vadano con qualche pastiglietta di Prozac, ma non è sempre vero. Talvolta il male di vivere non dipende solo dalla chimica, e non si riesce a risolverlo. Quindi non semplifichiamo. Sto quindi dicendo che l’aiuto al suicidio va sempre bene, se la persona si vuole suicidare? No, neppure.
La verità, scomoda perché impone il silenzio e l’ascolto (due modalità non molto diffuse nella nostra civiltà), è che ogni caso umano di desiderio di morte è talmente complesso che il commento che possiamo farne dal punto di vista etico (quello legale è un’altra cosa) rischia sempre di essere superficiale in modo intollerabile. Ciascuno porta il peso della propria storia, e talvolta della storia della propria famiglia, e solo avvicinandoci molto a lui possiamo, talvolta, comprendere. Se poi cerchiamo di dire se era legittimo o meno che accedesse al suicidio assistito, o all’eutanasia, magari a partire da un articolo di giornale, siamo certi di banalizzare fino all’inverosimile. Molto meglio astenersi.
Ora, è indubbio che il suicidio o il desiderio di morte di un uomo dipende nella maggior parte dei casi da una grande dose di infelicità, disperazione, solitudine, paura. E che il sentimento di umana solidarietà dovrebbe imporci se possibile di soccorrerlo, aiutandolo non ad andarsene, ma a restare. Da questo punto di vista, occorre essere molto consapevoli del contesto in cui ci muoviamo: la nostra cultura individualista ed edonista, che ha come valori il successo e il denaro, il benessere e il piacere, non è la più adatta a risolvere il problema del desiderio di morire di alcuni suoi cittadini (desiderio che certo non riguarda la sola contemporaneità). Nella nostra cultura l’aspettativa sociale è che l’individuo risolva da solo i suoi problemi, la dipendenza da altri esseri umani è considerata un disvalore, non ci sono strumenti per tollerare il dolore, si prova imbarazzo di fronte ai malati, ai morenti, ai dolenti: quindi, inevitabilmente, parliamo di una cultura che ha in sé il germe della soluzione sbrigativa della sofferenza, attraverso la legittimazione dell’eutanasia e del suicidio assistito.
Tuttavia, è anche vero che esistono casi estremi, casi in cui la scelta di morire avviene con grande consapevolezza, e l’individuo che la fa è circondato da grande affetto e da amicizie profonde, e tuttavia il desiderio di morire prevale. Non giudicare, rispettare, è il primo imperativo etico. Poi, ci si chiede se dobbiamo continuare a delegare alla Svizzera la soluzione del desiderio di morte dei nostri cittadini, e il quesito è legittimo.
Non sono una giurista. Ma penso che servirebbe un approccio giuridico molto lieve, che imponga di prendere in considerazione, da molteplici punti di vista, caso per caso, anche se ogni caso dovesse richiedere del tempo. D’altronde, sono convinta da molto tempo che il problema dell’eutanasia e del suicidio assistito non riguardi in primo luogo chi è malato terminale: le cure palliative e la sedazione palliativa permettono di accompagnare la grande maggioranza dei malati, senza troppa sofferenza e con dignità. Certo, bisognerebbe potenziarle e allargarle a tutte le patologie, renderle davvero un diritto di tutti, come recita la legge 38/2010. Piuttosto, il tema dell’eutanasia va discusso per chi ha ancora un’aspettativa di vita non breve, e non riesce a convivere con la propria vita, senza potersi suicidare per le sue limitazioni fisiche o psichiche. Ma di fronte a ciò, dal punto di vista etico, non c’è un’altra strada rispetto a un approfondimento estremo, che coinvolga diverse professionalità e sia fatto insieme con ogni singola persona che chiede di morire, con la sua famiglia, con i suoi amici.
Marina Sozzi
Presidente di Infine
Società - 10 Settembre 2017
Suicidio assistito in Svizzera per depressione, la verità richiede silenzio e ascolto
Ciò che si legge sui media a proposito delle persone che scelgono il suicidio assistito in Svizzera è generalmente approssimativo, e orientato a far schierare i cittadini: pro o contro. Si banalizza: se sei malato terminale sì, se sei depresso no. Se hai una malattia che ti costringe a una vita che non vuoi, forse. Poi ci sono quelli per cui è sempre sì e quelli per cui è sempre no. L’unica cosa per cui c’è poco spazio sono le domande, al posto delle troppo frequenti risposte sbrigative.
Dell’ingegnere di Como sappiamo davvero poco. Era depresso, aveva avuto due lutti importanti, era molto solo, talvolta la notte urlava per la disperazione. Si era già curato la depressione? Vogliamo pensare che sì, avesse già fatto molti tentativi di cura, come li aveva fatti Lucio Magri, senza riuscire a stare meglio. Nella nostra cultura tendiamo a pensare che tutte le depressioni se ne vadano con qualche pastiglietta di Prozac, ma non è sempre vero. Talvolta il male di vivere non dipende solo dalla chimica, e non si riesce a risolverlo. Quindi non semplifichiamo. Sto quindi dicendo che l’aiuto al suicidio va sempre bene, se la persona si vuole suicidare? No, neppure.
La verità, scomoda perché impone il silenzio e l’ascolto (due modalità non molto diffuse nella nostra civiltà), è che ogni caso umano di desiderio di morte è talmente complesso che il commento che possiamo farne dal punto di vista etico (quello legale è un’altra cosa) rischia sempre di essere superficiale in modo intollerabile. Ciascuno porta il peso della propria storia, e talvolta della storia della propria famiglia, e solo avvicinandoci molto a lui possiamo, talvolta, comprendere. Se poi cerchiamo di dire se era legittimo o meno che accedesse al suicidio assistito, o all’eutanasia, magari a partire da un articolo di giornale, siamo certi di banalizzare fino all’inverosimile. Molto meglio astenersi.
Ora, è indubbio che il suicidio o il desiderio di morte di un uomo dipende nella maggior parte dei casi da una grande dose di infelicità, disperazione, solitudine, paura. E che il sentimento di umana solidarietà dovrebbe imporci se possibile di soccorrerlo, aiutandolo non ad andarsene, ma a restare. Da questo punto di vista, occorre essere molto consapevoli del contesto in cui ci muoviamo: la nostra cultura individualista ed edonista, che ha come valori il successo e il denaro, il benessere e il piacere, non è la più adatta a risolvere il problema del desiderio di morire di alcuni suoi cittadini (desiderio che certo non riguarda la sola contemporaneità). Nella nostra cultura l’aspettativa sociale è che l’individuo risolva da solo i suoi problemi, la dipendenza da altri esseri umani è considerata un disvalore, non ci sono strumenti per tollerare il dolore, si prova imbarazzo di fronte ai malati, ai morenti, ai dolenti: quindi, inevitabilmente, parliamo di una cultura che ha in sé il germe della soluzione sbrigativa della sofferenza, attraverso la legittimazione dell’eutanasia e del suicidio assistito.
Tuttavia, è anche vero che esistono casi estremi, casi in cui la scelta di morire avviene con grande consapevolezza, e l’individuo che la fa è circondato da grande affetto e da amicizie profonde, e tuttavia il desiderio di morire prevale. Non giudicare, rispettare, è il primo imperativo etico. Poi, ci si chiede se dobbiamo continuare a delegare alla Svizzera la soluzione del desiderio di morte dei nostri cittadini, e il quesito è legittimo.
Non sono una giurista. Ma penso che servirebbe un approccio giuridico molto lieve, che imponga di prendere in considerazione, da molteplici punti di vista, caso per caso, anche se ogni caso dovesse richiedere del tempo. D’altronde, sono convinta da molto tempo che il problema dell’eutanasia e del suicidio assistito non riguardi in primo luogo chi è malato terminale: le cure palliative e la sedazione palliativa permettono di accompagnare la grande maggioranza dei malati, senza troppa sofferenza e con dignità. Certo, bisognerebbe potenziarle e allargarle a tutte le patologie, renderle davvero un diritto di tutti, come recita la legge 38/2010. Piuttosto, il tema dell’eutanasia va discusso per chi ha ancora un’aspettativa di vita non breve, e non riesce a convivere con la propria vita, senza potersi suicidare per le sue limitazioni fisiche o psichiche. Ma di fronte a ciò, dal punto di vista etico, non c’è un’altra strada rispetto a un approfondimento estremo, che coinvolga diverse professionalità e sia fatto insieme con ogni singola persona che chiede di morire, con la sua famiglia, con i suoi amici.
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Roma, 10 mar. (Adnkronos) - Statkraft, primo produttore di energia rinnovabile d’Europa, ha ottenuto risultati solidi nel 2024, grazie a rilevanti investimenti, una solida gestione degli asset e significative operazioni di mercato. Nonostante prezzi dell'energia inferiori, l'Ebit sottostante è tra i migliori nella storia di Statkraft. I ricavi operativi netti sono stati di 4,6 miliardi di euro nel 2024 rispetto ai 5,7 miliardi del 2023, mentre l'Ebit sottostante è sceso a 2,3 miliardi di euro (3,6 miliardi di euro), a causa del calo dei prezzi dell'energia. Nel 2024, il prezzo medio del sistema nel Nord Europa è sceso di 21 Euro/MWh, arrivando a 36 euro/MWh, mentre il prezzo medio spot tedesco (base) è sceso di 15 euro/MWh, arrivando a 80 Euro/MWh nello stesso periodo.
La produzione totale di energia di Statkraft è stata di 66,3 TWh (61,9 TWh) nel 2024. L'aumento del 7 per cento rispetto all'anno precedente è stato principalmente dovuto a nuovi impianti eolici in Brasile e Spagna e all'aumento della generazione delle centrali a gas in Germania. La produzione idroelettrica nei Paesi nordici è stata inferiore di 0,7 TWh rispetto al 2023.
L'Ebit riportato è stato di 2,1 miliardi di euro (4,2 miliardi di euro); gli elementi finanziari netti sono stati di -0,5 miliardi di Euro (-0,1 miliardi di Euro), compresi gli effetti valutari di -0,4 miliardi di Euro, principalmente a causa di un indebolimento della valuta norvegese. L'utile prima delle imposte è stato di 1,8 miliardi di euro nel 2024 (4,5 miliardi di euro), mentre l'utile netto è stato di 0,6 miliardi di euro (2,3 miliardi di euro). Il Consiglio di Amministrazione ha proposto un dividendo di 0,8 miliardi di euro per il 2024.
Teheran, 10 mar. (Adnkronos) - Esercitazioni navali annuali congiunte di Iran, Cina e Russia al via oggi nel Golfo di Oman. Le manovre nome in codice 'Security Belt-2025' si svolgono al largo del porto iraniano di Chabahar e sono le quinte esercitazioni congiunte condotta da Teheran, Pechino e Mosca dal 2019, a dimostrazione dei loro stretti legami militari.
Interrogato sulle manovre, Donald Trump ha detto di non essere "affatto" preoccupato per la dimostrazione di forza da parte dei tre avversari degli Stati Uniti. "Siamo più forti di tutti loro. Abbiamo più potere di tutti loro", ha detto a Fox News .
A Washington in realtà sono aumentate le preoccupazioni circa l’emergente partenariato strategico tra Cina, Russia, Iran e Corea del Nord, che i legislatori statunitensi hanno descritto come un “asse dell’autoritarismo”, “asse degli autocrati” e “asse dei dittatori”. Il timore è che un'animosità condivisa verso gli Stati Uniti stia spingendo sempre più questi paesi a collaborare, amplificando la minaccia che ciascuno di loro, da solo, rappresenta per Washington o i suoi alleati, non solo in una regione, ma forse in più parti del mondo contemporaneamente.
Roma, 10 mar. (Adnkronos) - Si è conclusa con successo la partecipazione di Agn Energia a Key - The Energy Transition Expo 2025, l’evento di riferimento per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, tenutosi a Rimini dal 5 al 7 marzo. Con oltre 65 anni di esperienza nel settore energetico, Agn Energia ha portato alla fiera una visione della transizione energetica che coniuga innovazione e continuità, promuovendo un’integrazione equilibrata tra fonti tradizionali e rinnovabili, in un’ottica di neutralità tecnologica.
Lo stand Agn Energia si è trasformato in un vero e proprio hub di incontro e confronto per installatori, venditori e professionisti del settore. Con una struttura aperta, dotata di sale riunioni, schermi digitali e speciali biciclette per accumulare energia, lo spazio espositivo ha offerto ai visitatori un’esperienza interattiva tra informazione, networking e innovazione.
Agn Energia ha posto il fotovoltaico al centro della propria partecipazione, senza dimenticare il proprio ruolo storico nel settore dell’energia. Attiva nel Gpl dal 1958, l’azienda promuove un mix energetico bilanciato, per accompagnare famiglie e imprese verso una transizione sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico.
“Key 2025 è stata per noi molto più di una fiera - dichiara Alessandro Sugo, direttore della divisione Energy&Efficiency di Agn Energia - Abbiamo creato uno spazio di dialogo e collaborazione, in cui il nostro knowhow, maturato con oltre 5.000 impianti fotovoltaici installati, si è incontrato con l’entusiasmo di chi condivide il nostro impegno per un modello energetico sempre più orientato alla sostenibilità. Abbiamo riscontrato grande interesse non solo per le soluzioni Imagn di cui il fotovoltaico fa parte, ma anche per il nostro approccio alla transizione energetica: un percorso di innovazione che valorizza la complementarità tra le diverse fonti disponibili e mette al centro le esigenze di famiglie, aziende e comunità”.
L’esperienza a Key 2025 ha confermato l’importanza di un modello basato sulla collaborazione, la formazione continua e l’innovazione. “Guardiamo al futuro con ottimismo - conclude Sugo - forti del risultato raggiunto nel 2024 con mille impianti fotovoltaici installati. La partecipazione e l’interesse riscontrati a Key 2025 ci confermano che siamo sulla strada giusta. Continueremo a investire in ricerca e sviluppo, a rafforzare le sinergie con i nostri partner e a promuovere una filiera energetica sempre più consapevole del suo ruolo nella transizione”.
Roma, 10 mar. (Adnkronos) - Si è conclusa con successo la partecipazione di Agn Energia a Key - The Energy Transition Expo 2025, l’evento di riferimento per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, tenutosi a Rimini dal 5 al 7 marzo. Con oltre 65 anni di esperienza nel settore energetico, Agn Energia ha portato alla fiera una visione della transizione energetica che coniuga innovazione e continuità, promuovendo un’integrazione equilibrata tra fonti tradizionali e rinnovabili, in un’ottica di neutralità tecnologica.
Lo stand Agn Energia si è trasformato in un vero e proprio hub di incontro e confronto per installatori, venditori e professionisti del settore. Con una struttura aperta, dotata di sale riunioni, schermi digitali e speciali biciclette per accumulare energia, lo spazio espositivo ha offerto ai visitatori un’esperienza interattiva tra informazione, networking e innovazione.
Agn Energia ha posto il fotovoltaico al centro della propria partecipazione, senza dimenticare il proprio ruolo storico nel settore dell’energia. Attiva nel Gpl dal 1958, l’azienda promuove un mix energetico bilanciato, per accompagnare famiglie e imprese verso una transizione sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico.
“Key 2025 è stata per noi molto più di una fiera - dichiara Alessandro Sugo, direttore della divisione Energy&Efficiency di Agn Energia - Abbiamo creato uno spazio di dialogo e collaborazione, in cui il nostro knowhow, maturato con oltre 5.000 impianti fotovoltaici installati, si è incontrato con l’entusiasmo di chi condivide il nostro impegno per un modello energetico sempre più orientato alla sostenibilità. Abbiamo riscontrato grande interesse non solo per le soluzioni Imagn di cui il fotovoltaico fa parte, ma anche per il nostro approccio alla transizione energetica: un percorso di innovazione che valorizza la complementarità tra le diverse fonti disponibili e mette al centro le esigenze di famiglie, aziende e comunità”.
L’esperienza a Key 2025 ha confermato l’importanza di un modello basato sulla collaborazione, la formazione continua e l’innovazione. “Guardiamo al futuro con ottimismo - conclude Sugo - forti del risultato raggiunto nel 2024 con mille impianti fotovoltaici installati. La partecipazione e l’interesse riscontrati a Key 2025 ci confermano che siamo sulla strada giusta. Continueremo a investire in ricerca e sviluppo, a rafforzare le sinergie con i nostri partner e a promuovere una filiera energetica sempre più consapevole del suo ruolo nella transizione”.
Teheran, 10 mar. (Adnkronos/Afp) - Il ministero degli Esteri iraniano ha affermato che "nulla giustifica" le violenze contro le minoranze in Siria, compresi gli Alauiti, ai quali appartiene il deposto presidente Bashar al-Assad, alleato di lunga data di Teheran. "Niente giustifica gli attacchi contro alcune comunità alauite, cristiane, druse e altre minoranze, che hanno profondamente scioccato l'opinione pubblica sia nella regione che a livello internazionale", ha affermato il portavoce del ministro, Esmaïl Baghaï, durante una conferenza stampa.
Palermo, 10 mar. (Adnkronos) - Incidente mortale sulla Catania-Siracusa, in direzione della statale 114, al km 3,500, a Catania. La carreggiata è chiusa al traffico. Nell’impatto sono state coinvolte tre autovetture e due mezzi pesanti. Sul posto sono intervenute le squadre Anas e delle Forze dell’Ordine per la gestione della viabilità, al fine di consentire il ripristino della normale viabilità nel più breve tempo possibile.
Tel Aviv, 10 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha reso noto che due palestinesi della città di Nablus, in Cisgiordania, sono stati arrestati perché sospettati di aver ricevuto fondi da Hamas per finanziare attività terroristiche Gli arresti sono stati effettuati il mese scorso grazie alla collaborazione con lo Shin Bert, hanno aggiunto le forze dell'ordine.