Non esiste un video girato durante lo stupro da una delle ragazze americane che ha denunciato due carabinieri per violenza sessuale. Lo ha smentito il procuratore capo di Firenze in persona, alla fine del vertice tenuto con gli altri investigatori nell’ufficio inquirente toscano. “È assolutamente falso che esista un video girato durante la commissione del reato e durante il quale una delle ragazze pronuncia la parola bastardo”, ha detto il procuratore Giuseppe Creazzo. Si tratta, invece, di un “un fotogramma, un secondo di video” girato con il telefonino da una delle studentesse, ma difficilmente potrà essere utile alle indagini: forse è stato girato per sbaglio in discoteca e la persona che si vede non è identificabile. “È girato in una situazione di confusione, forse per sbaglio e forse nel locale stesso in cui si vede l’immagine senza testa, fino al ginocchio, di una persona in divisa. Impossibile da identificare”, ha spiegato il magistrato riferendosi alla discoteca nella quale i due carabinieri erano intervenuto insieme ad altri colleghi, chiamati dal titolari perché si erano verificati disordini.

Smentite totalmente, dunque, alcune ricostruzione della stampa locale. Intanto, emergono nuovi particolari sulla versione raccontata durante l’interrogatorio e nei colloqui con il suo avvocato dall’appuntato che ha ammesso un rapporto sessuale a suo dire “consenziente” con una delle studentesse americane in trasferta a Firenze. A suo dire si erano “lasciati bene“, scambiandosi il numero di cellulare. Il militare è indagato per violenza carnale insieme al collega di pattuglia, che finora ha taciuto anche perché non è stato ancora convocato dai pm. “Probabilmente potrebbe essere sentito nei prossimi giorni. E se non viene sarà convocato”, ha detto il procuratore Creazzo. In attesa degli esiti dell’esame del dna sulle prove biologiche, i magistrati e investigatori si sono confrontanti in mattinata sulla possibilità di adottare misure cautelari nei confronti dei due militari: possibilità che al momento non è stata tradotta in un atto formale. I due carabinieri, dunque, restano liberi dopo essere stati sospesi dal servizio in via cautelare. La situazione potrebbe cambiare quando gli inquirenti ricevano i risultati degli esami scientifici sulle tracce biologiche trovate nel palazzo di Borgo Santi Apostoli dove si trova l’appartamento affittato dalle due giovani e dove sarebbe avvenuto lo stupro. “L’Arma – ha detto Creazzo -in questa vicenda è parte lesa, e fin dal primo momento i carabinieri hanno partecipato attivamente e con determinazione alle indagini che sono state affidate alla polizia”.

Il comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, ha parlato di “comportamento indegno, illegittimo e immorale” che “ci ferisce nel prestigio, gravemente”. Lunedì il segretario Pd ed ex sindaco di Firenze Matteo Renzi ha commentato dicendo che “quello che è accaduto a Firenze è di una gravità inaudita. E’ raccapricciante l’utilizzo della divisa in questo modo”.

L’appuntato 40enne, che ha moglie e figli, ha ripetuto di non essersi reso conto che la ragazza era molto ubriaca, come invece è emerso dal test alcolemico e dalle testimonianze di chi si trovava nella discoteca Flo’, dove i due carabinieri hanno incontrato le studentesse per poi accompagnarle a casa con l’auto di servizio. Una condizione di “minorata difesa” che aggrava la posizione del militare. Il quale però, scrive il quotidiano romano, ha sostenuto anche che dopo il rapporto la giovane gli aveva lasciato il numero di telefono. La sua avvocata Cristina Menichetti, intervistata dal Corriere, afferma: “Mi è sembrato sincero e io allora ho deciso di difenderlo anche da un reato che, in quanto donna, mi fa rabbrividire“. “Quel carabiniere, disperato, che davanti a me è scoppiato a piangere, mi ha detto di sapere perfettamente di aver sbagliato”, è il suo racconto. “Mi ha ripetuto che non doveva accompagnare nessuno, che non doveva avere un’avventura perché in divisa e in servizio. Ma quando dice di non averla violentata, io ci credo. Da avvocata e da donna”.

 

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