Al Senato il provvedimento non è più in calendario. Troppo rischioso per la tenuta della maggioranza affrontare il tema della cittadinanza italiana per gli stranieri prima dell’approvazione della nota di aggiornamento del Def e della legge di Bilancio. Così la legge sullo ius soli è finita su un binario morto. Ma, secondo Repubblica, contro il muro opposto dai centristi di Angelino Alfano Paolo Gentiloni intende usare la sponda del Vaticano. Secondo questa ricostruzione il premier, che alla Festa dell’Unità di Imola ha spiegato di voler “lavorare per avere oltre al coraggio anche una maggioranza al Senato per approvare questa legge approvata alla Camera due anni fa”, confida insomma nel pressing della Chiesa sui renitenti di Ap. Che a Montecitorio la legge l’ha votata. E non sarebbe un caso se domenica il quotidiano della Cei, Avvenire, ha dedicato al tema una sovracopertina con il titolo Tutti italiani, non ancora concittadini. Sempre domenica poi il ministro dell’Interno Marco Minniti, durante un incontro pubblico con Gianfranco Ravasi nella basilica di Assisi, ha parlato della necessità di “fare ogni sforzo per arrivare all’approvazione entro questa legislatura e si è detto convinto che “ci siano le condizioni per costruire una maggioranza parlamentare”.
Il quotidiano romano scrive che “ottobre potrebbe essere il mese giusto per rimandare la legge in Aula, prima delle votazioni sulla manovra economica. Oppure si dovrà aspettare l’elezione siciliana (che potrebbe far cambiare idea ai senatori isolani di Ap) e il primo passaggio della legge di bilancio al Senato (metà novembre)”. Il Vaticano avrebbe già individuato la figura che dovrà portare avanti il dialogo con Alfano: monsignor Rino Fisichella, “vicino al centrodestra in molte battaglie su temi etici, oggi “convertito”alla chiesa di Francesco“, dove oggi ha il ruolo di presidente del Consiglio pontificio per l’evangelizzazione.
Dal canto suo Romano Prodi lunedì mattina su Radio capital si è detto convinto che “una volta sgombrato il campo con la finanziaria sia possibile approvare lo Ius soli”, spiegando che “non è una legge altamente permissiva”. “Per me è molto importante ius soli”, ha ribadito domenica il ministro della Giustizia Andrea Orlando, “se l’Ncd (oggi Ap, ndr) si prenderà la responsabilità di far fallire lo ius soli, per i contenuti di quella legge e non per Alfano in sé, sarà molto difficile fare una alleanza con Ncd”. “Abbiamo fatto con i voti di Alfano”, ha ricordato poi Orlando, “cose che oggi rivendichiamo, dalle unioni civili alla riforma della giustizia alle misure sulla povertà”. Il titolare delle Infrastrutture Graziano Delrio aveva detto la sua la scorsa settimana: “Il dietrofront del Senato sullo Ius soli è certamente un atto di paura grave”.