Abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, turbativa d’asta e rivelazione di atti d’ufficio. Sono questi i reati contestati al sindaco di Bagheria Patrizio Cinque del M5S a cui i carabinieri hanno notificato questa mattina il provvedimento dell’obbligo di firma emesso del gip. Per il primo cittadino, il procuratore capo di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, aveva chiesto gli arresti domiciliari e in subordine, il divieto di dimora. Alla fine il gip di Termini ha deciso per l’obbligo di firma. La misura cautelare coinvolge anche diversi dirigenti e dipendenti del Comune. Cinque è indagato nell’ambito di un’inchiesta della procura in provincia di Palermo sulla gestione del servizio dei rifiuti. Nell’inchiesta sarebbero coinvolti l’assessore all’Ambiente Fabio Atanasio e altri 21 funzionari.
La Procura aveva aperto un fascicolo nel febbraio 2016 per abuso d’ufficio, raccogliendo l’esposto della dirigente Laura Picciurro che aveva anche denunciato il primo cittadino per mobbing. La dirigente, oltre al sindaco, aveva denunciato gli assessori Maria Laura Maggiore e Fabio Atanasio, l’ex assessore Luca Tripoli e il segretario generale del Comune Eugenio Alessi. Picciurro, oggetto di tredici contestazioni in parte annullate dal Tribunale del Lavoro, aveva presentato un esposto su un affidamento da tre milioni per sei mesi del Comune alla ditta Tec, nel settore dei rifiuti e chiese anche di essere ascoltata in Commissione antimafia all’Ars.
Il primo commento del sindaco è arrivato con una nota, poi smentita dopo alcune ore. “È un attacco ad arte, un attacco ad orologeria si mette dentro di tutto per attaccare un sindaco e un’amministrazione Cinque stelle a meno di due mesi dalle elezioni regionali”, aveva scritto Cinque. “Siamo sereni, abbiamo sempre fatto ogni scelta alla luce del sole e per il bene della comunità e della città”. Parole che hanno creato molti malumori, tanto da spingere il primo cittadino a specificare che si trattava di una nota diffusa per errore.
Nella prima versione comunque Cinque specificava che “le indagini vertono su bandi di gara che riguarderebbero il noleggio di automezzi per la raccolta dei rifiuti“, e per quanto concerne il capo di imputazione contro il sindaco l’affidamento della gestione del palazzetto dello sport di Bagheria di proprietà della Provincia e un abuso edilizio di un parente del primo cittadino. “Voglio assicurare”, scriveva, “che tutti i dipendenti che sono coinvolti nell’inchiesta sono tutte ottime persone, ligie al dovere, stavano solo espletando le consuete procedure e stiamo valutando di mettere a disposizione di tutti i dipendenti coinvolti l’avvocato comunale dal momento che questo è un attacco al Comune tutto”, si leggeva. “Dimostreremo non solo la totale estraneità ai fatti contestati, ma dimostreremo con atti, verbali e documenti come abbiamo compiuto ogni gesto alla luce del sole, nell’interesse dell’amministrazione”. Per quanto riguarda invece il capo di imputazione di turbativa sulla gestione del bene, si scriveva: “Sul palazzetto dello sport poi è assurda l’accusa del momento che proprio io avevo sottolineato come non si dovesse procedere ad un affidamento diretto ma valutare l’entrata del pubblico nella gestione, proponendo il comune di Bagheria quale capofila in un progetto che coinvolgesse pubblico e privato. Dimostreremo nelle sedi opportune che è un attacco ad orologeria che ci stupivamo quasi stesse tardando ad arrivare visto l’avvicinarsi delle elezioni”. In merito all’obbligo di firma il sindaco e i dipendenti coinvolti si sono rivolti ai loro legali per la revoca di tale misura cautelare.
Dopo aver ricevuto la notifica Cinque, racconta l’Ansa, è arrivato in municipio e si è chiuso nel suo ufficio con alcuni impiegati per tentare di calmare quelli più scoraggiati. Tra il personale ha destato scalpore la portata dei provvedimenti della Procura che ha disposto l’obbligo di firma per 16 indagati e due divieti di dimora per altrettanti dipendenti comunali. Oggi si sarebbe dovuto riunire il Consiglio comunale ma la seduta sarebbe saltata per l’assenza dei consiglieri dei 5stelle. “Non conosco i dettagli della situazione e quindi non ne posso parlare, ma dico solo a Patrizio Cinque di stare tranquillo e di tenere duro. Il movimento sicuramente – dice Giancarlo Cancelleri, candidato governatore del M5s in Sicilia, a una manifestazione a Gallodoro, nel Messinese, con il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio – non mancherà di fargli avere un apporto. Ma non conosco il provvedimento”.