Non sono bastate le assemblee di protesta che si sono ripetute e moltiplicate negli ultimi vent’anni. Non sono bastate le sanzioni che in vari Comuni d’Italia – a partire da Rimini – hanno colpito i clienti. A Firenze il problema resta e così il sindaco Dario Nardella ha firmato un’ordinanza con cui chi si accompagna alle prostitute può essere punito con il carcere fino a 3 mesi o una multa fino a 206 euro. Il fenomeno nel capoluogo toscano non è nuovo né limitato (si calcola che ogni notte per le strade di Firenze ci siano almeno 200 donne) e coinvolge anche la “cosiddetta” piana, tra Prato, Sesto Fiorentino e Calenzano. E infatti ora a protestare sono soprattutto i Comuni vicini: “Nardella doveva consultarci” dicono.

Secondo l’ordinanza di Palazzo Vecchio, si rischiano manette o multa anche se l’atto sessuale non viene consumato: è sufficiente che i vigili, in divisa o in borghese, accertino che c’è stata la richiesta di prestazione sessuale da parte del cliente. “Grazie al decreto Minniti le città hanno uno strumento concreto per lottare contro lo sfruttamento della prostituzione – ha spiegato Nardella – Non possiamo restare inermi di fronte a un fenomeno così vasto che distrugge la dignità di migliaia di donne ridotte spesso in schiavitù e che consente un vergognoso arricchimento della malavita organizzata”.

La battaglia di Dario contro la “vergognosa industria della prostituzione” divide Firenze. C’è chi applaude al pugno di ferro. Come ad esempio gli abitanti delle vie fiorentine del sesso – dalle Cascine a via Pratese -, la comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, per il recupero delle schiave del sesso e la stessa Caritas fiorentina.

Ma non pochi criticano Nardella. Per inefficacia del provvedimento: ad oggi solo un cliente è stato multato e i vigili non hanno la possibilità di notte di sorvegliare le strade fiorentine. Il più lapidario di tutti è l’ex assessore Graziano Cioni, ribattezzato lo Sceriffo per le sue posizioni sbrigative: “Consiglio dello sceriffo (l’originale) al vice-sceriffo in prova. L’arresto del cliente della prostituta è una cazzata. E’ una scelta volontaria, paga di tasca sua e soprattutto perché non ti fai i cazzi tuoi su certi argomenti che nulla hanno a che fare con la legalità”.

Ma il rilievo critico avanza soprattutto dai sindaci dell’area fiorentina, l’ordinanza di Nardella è destinata – se applicata – a spostare il problema da Firenze ai comuni limitrofi. Il sindaco di Calenzano Alessio Biagioli (ora passato in Mdp) dice di essere preoccupato: “Ci dispiace di non essere stati contattati prima dell’emanazione dell’ordinanza, anche se lo avevamo chiesto espressamente”. Per Lorenzo Falchi, collega di Sinistra Italiana di Sesto Fiorentino serve “maggior coordinamento” e invece “non siamo stati mai contattati dal sindaco metropolitano. Non so quanto questa ordinanza potrà spostare il problema sul nostro Comune: verificheremo con attenzione se ci saranno conseguenze”.

 

La crociata di Nardella non si ferma: non solo va avanti con l’ordinanza, ma chiede anche al prossimo parlamento di discutere “i pro e i contro” del ritorno alle case chiuse e ai quartieri del sesso. E ha esteso l’appello agli altri sindaci dell’area fiorentina di seguire l’esempio di Palazzo Vecchio. Che, a dire il vero, a sua volta ha copiato altri comuni. Come Empoli, la sindaca renziana Brenda Barnini, che già due mesi fa ha emesso un’ordinanza ancora più severa perché il limite massimo della multa può toccare i 500 euro. E ad Empoli si sono aggiunti altri comuni del Chianti, come Greve, San Casciano e Impruneta.

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