Il “prezzo da pagare”, “la logica di scambio”, “partite trasversali”. Tutte manovre da ordire sulla pelle di ricercatori meritevoli che dovevano perdere la loro possibilità di abilitarsi perché l’abilitazione scientifica fosse conseguita dai raccomandati di turno, raccomandati di professori che si scambiavano favori e cui la Procura di Firenze ha dato il nome di corruzione. A leggere le intercettazioni contenute nel provvedimento del gip di Firenze parlano come criminali questi i docenti, con le espressioni tipiche dei tangentari. Sono tutti finiti nel registro degli indagati della Procura di Firenze per corruzione e per sette di loro sono stati decisi gli arresti domiciliari.
“Non è che si dice è bravo o non è bravo… Questo è mio, questo è tuo”
“Non è che si dice è bravo o non è bravo. No, si si fa questo è mio, questo è tuo, questo è tuo, questo è coso, questo deve anda’ avanti per cui…” diceva il professor Pasquale Russo al collega Guglielmo Fransoni, il primo docente di diritto Tributario a Firenze e il secondo ordinario dell’Università di Foggia e componente della commissione del Miur per l’abilitazione scientifica. Conversazione di questo tenore sono state captate dagli uomini della Guardia di Finanza anche da altri protagonisti di questo scandalo partito dall’Università di Firenze e che si è allargato ad altri atenei e che sono contenute nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato agli arresti domiciliari sette professori. Russo chiama la “scuola” la sua cerchia di allievi e che erano anche suoi associati nel suo studio professionale.
“Qual è il prezzo da pagare? Parliamone…”
È del 14 aprile 2015 scorso invece la conversazione di Giuseppe Marino, che dopo aver raccontato a Claudio Sacchetto l’andamento dei lavori della Commissione, lo invita ad incontrare Adriano Di Pietro: “nno, no, no, no devi andare, guarda Claudio … ormai bisogna cioè partite trasversali lasciano un po’ il tempo che trovano. Quindi le partite sono Cipolla e l’innominato, punto. E poi ovviamente anche Fabrizio e, e Zizzo per dire: “Guarda io ho parlato con l’innominato e, e Ilo dato precise indicazioni anche di, di attribuzione di, di gargliadetti cioè per, perché vada Marino cosa bisogna fare poi? Qual è il prezzo da pagare? Parliamone … e certo è una logica di scambio, c’è tutto l’internazionale, su Bologna probabilmente con la sua uscite, eh loro su questo avranno bisogno di una maggiore mano e gliela si darà”.
“Che fai ricorso? Però così ti giochi la carriera”
“Non siamo sul piano del merito, non siamo sul piano del merito, Philip”, “Smetti di fare l’inglese e fai l’italiano”, “tu non puoi non accettare”, e “che fai? fai ricorso? … però ti giochi la carriera così…”. Le frasi registrate col telefono cellulare in un colloquio da uno degli studiosi cui era stato chiesto di ritirarsi, era il 21 marzo 2013. Jezzi Philip Laroma però non rinunciò e venne bocciato. Laroma, che allegò le conversazioni da lui registrate alla denuncia alle Fiamme Gialle, si sentì rispondere in questo modo dal professor Pasquale Russo. Laroma era andato a chiedere spiegazioni a Russo sul perché si dovesse ritirare e a favore di chi, scoprendo che nella lista c’era un associato dello studio di Russo, Francesco Padovani. “C’è una priorità che veniva da… tante cose”, spiegò Russo a Laroma e quindi “la scuola”, ossia la cerchia di allievi di Russo, aveva “deciso di portare avanti Francesco”. Alle insistenze di Laroma di non voler ritirare la domanda, il professor Russo gli spiega che ciò serve “per mantenerti integra la possibilità di farlo in un secondo momento, e quindi poter ripresentarla alla tornata successiva. “Ognuno ha portato i suoi … o dei suoi amici – aveva tentato di spiegare Russo – ciascuno ha chiesto e tutti hanno dato agli altri; insomma, quindi c’è stato un do ut des“. Del resto un altro concetto che appare chiaro è quello “dell’eredità” che si accumula tornata dopo tornata. E quindi se qualcuno da abilitare è rimasto indietro viene recuperato come eredità.
“Il professore: “I miei principi? Sotto i piedi”
In un altro colloquio registrato col cellulare che le trattative tra i commissari sui nomi da favorire non lo hanno proprio riguardato perché escluso in partenza. “In realtà la negoziazione – dice Fransoni a Laroma che stava registrando – è stata legata esclusivamente al fatto che si doveva cedere qualche cosa per avere qualche cosa sulla tornata successiva, oppure persone che io non potevo proprio vedere, e che ho dovuto digerire come Comelli, oppure qualche altra situazione che si è cercato di sistemare e ci si è riusciti più o meno, ma nient’altro. Nient’altro. Perché gli schieramenti sono assolutamente chiari, erano assolutamente chiari“. E ancora il professar Russo non esitò a raccontare che, nel passato, anche lui “i principi’ invocati dal suo interlocutore se li era messi “sotto i piedi” avendo favorito Francesco D’Ayala Valva (”l’ho fatto ordinario io”) nel tentativo di ottenere, successivamente, l’abilitazione dei candidati a lui riconducibili (”nella speranza poi di poter aver avere un po’ di spazio per i miei”. Mai in discussione bravura, la capacità, né titoli: “Non siamo sul piano del merito! non siamo sul piano del merito, Philip”. E invece lo studioso fece l’inglese e disse al professore che “se loro (le commissioni giudicatrici, ndr) gestiscono la cosa pubblica in questa maniera.. penso che sia una cosa che interessi l’autorità giudiziaria“. Ed così che il ricercatore, che non rispettava “i criteri del vile commercio dei posti”, ha fatto partire l’inchiesta.
Giustizia & Impunità
Università, concorsi truccati – “Se fai ricorso ti giochi la carriera”. La “logica di scambio” dei professori indagati
"Non è che si dice è bravo o non è bravo. No, si si fa questo è mio, questo è tuo, questo è tuo, questo è coso, questo deve anda' avanti per cui..." diceva il professor Pasquale Russo al collega Guglielmo Fransoni, il primo docente di diritto Tributario a Firenze e il secondo ordinario dell'Università di Foggia e componente della commissione del Miur per l'abilitazione scientifica
Il “prezzo da pagare”, “la logica di scambio”, “partite trasversali”. Tutte manovre da ordire sulla pelle di ricercatori meritevoli che dovevano perdere la loro possibilità di abilitarsi perché l’abilitazione scientifica fosse conseguita dai raccomandati di turno, raccomandati di professori che si scambiavano favori e cui la Procura di Firenze ha dato il nome di corruzione. A leggere le intercettazioni contenute nel provvedimento del gip di Firenze parlano come criminali questi i docenti, con le espressioni tipiche dei tangentari. Sono tutti finiti nel registro degli indagati della Procura di Firenze per corruzione e per sette di loro sono stati decisi gli arresti domiciliari.
“Non è che si dice è bravo o non è bravo… Questo è mio, questo è tuo”
“Non è che si dice è bravo o non è bravo. No, si si fa questo è mio, questo è tuo, questo è tuo, questo è coso, questo deve anda’ avanti per cui…” diceva il professor Pasquale Russo al collega Guglielmo Fransoni, il primo docente di diritto Tributario a Firenze e il secondo ordinario dell’Università di Foggia e componente della commissione del Miur per l’abilitazione scientifica. Conversazione di questo tenore sono state captate dagli uomini della Guardia di Finanza anche da altri protagonisti di questo scandalo partito dall’Università di Firenze e che si è allargato ad altri atenei e che sono contenute nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato agli arresti domiciliari sette professori. Russo chiama la “scuola” la sua cerchia di allievi e che erano anche suoi associati nel suo studio professionale.
“Qual è il prezzo da pagare? Parliamone…”
È del 14 aprile 2015 scorso invece la conversazione di Giuseppe Marino, che dopo aver raccontato a Claudio Sacchetto l’andamento dei lavori della Commissione, lo invita ad incontrare Adriano Di Pietro: “nno, no, no, no devi andare, guarda Claudio … ormai bisogna cioè partite trasversali lasciano un po’ il tempo che trovano. Quindi le partite sono Cipolla e l’innominato, punto. E poi ovviamente anche Fabrizio e, e Zizzo per dire: “Guarda io ho parlato con l’innominato e, e Ilo dato precise indicazioni anche di, di attribuzione di, di gargliadetti cioè per, perché vada Marino cosa bisogna fare poi? Qual è il prezzo da pagare? Parliamone … e certo è una logica di scambio, c’è tutto l’internazionale, su Bologna probabilmente con la sua uscite, eh loro su questo avranno bisogno di una maggiore mano e gliela si darà”.
“Che fai ricorso? Però così ti giochi la carriera”
“Non siamo sul piano del merito, non siamo sul piano del merito, Philip”, “Smetti di fare l’inglese e fai l’italiano”, “tu non puoi non accettare”, e “che fai? fai ricorso? … però ti giochi la carriera così…”. Le frasi registrate col telefono cellulare in un colloquio da uno degli studiosi cui era stato chiesto di ritirarsi, era il 21 marzo 2013. Jezzi Philip Laroma però non rinunciò e venne bocciato. Laroma, che allegò le conversazioni da lui registrate alla denuncia alle Fiamme Gialle, si sentì rispondere in questo modo dal professor Pasquale Russo. Laroma era andato a chiedere spiegazioni a Russo sul perché si dovesse ritirare e a favore di chi, scoprendo che nella lista c’era un associato dello studio di Russo, Francesco Padovani. “C’è una priorità che veniva da… tante cose”, spiegò Russo a Laroma e quindi “la scuola”, ossia la cerchia di allievi di Russo, aveva “deciso di portare avanti Francesco”. Alle insistenze di Laroma di non voler ritirare la domanda, il professor Russo gli spiega che ciò serve “per mantenerti integra la possibilità di farlo in un secondo momento, e quindi poter ripresentarla alla tornata successiva. “Ognuno ha portato i suoi … o dei suoi amici – aveva tentato di spiegare Russo – ciascuno ha chiesto e tutti hanno dato agli altri; insomma, quindi c’è stato un do ut des“. Del resto un altro concetto che appare chiaro è quello “dell’eredità” che si accumula tornata dopo tornata. E quindi se qualcuno da abilitare è rimasto indietro viene recuperato come eredità.
“Il professore: “I miei principi? Sotto i piedi”
In un altro colloquio registrato col cellulare che le trattative tra i commissari sui nomi da favorire non lo hanno proprio riguardato perché escluso in partenza. “In realtà la negoziazione – dice Fransoni a Laroma che stava registrando – è stata legata esclusivamente al fatto che si doveva cedere qualche cosa per avere qualche cosa sulla tornata successiva, oppure persone che io non potevo proprio vedere, e che ho dovuto digerire come Comelli, oppure qualche altra situazione che si è cercato di sistemare e ci si è riusciti più o meno, ma nient’altro. Nient’altro. Perché gli schieramenti sono assolutamente chiari, erano assolutamente chiari“. E ancora il professar Russo non esitò a raccontare che, nel passato, anche lui “i principi’ invocati dal suo interlocutore se li era messi “sotto i piedi” avendo favorito Francesco D’Ayala Valva (”l’ho fatto ordinario io”) nel tentativo di ottenere, successivamente, l’abilitazione dei candidati a lui riconducibili (”nella speranza poi di poter aver avere un po’ di spazio per i miei”. Mai in discussione bravura, la capacità, né titoli: “Non siamo sul piano del merito! non siamo sul piano del merito, Philip”. E invece lo studioso fece l’inglese e disse al professore che “se loro (le commissioni giudicatrici, ndr) gestiscono la cosa pubblica in questa maniera.. penso che sia una cosa che interessi l’autorità giudiziaria“. Ed così che il ricercatore, che non rispettava “i criteri del vile commercio dei posti”, ha fatto partire l’inchiesta.
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L’Anac mette nel mirino il Ponte sullo Stretto: chiesti documenti a 3 ministeri, anche quello di Salvini
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Siamo pronti domani mattina a parlare di educazione alla sessualità nei licei dai 14 anni in su, a parlare di incremento delle pene per chi aggredisce in base all'orientamento sessuale e di libertà educativa che vuol dire però che uno ha diritto di dire sì e di dire no e non bisogna imporre asterischi, schwa o corsi che portano confusione. Quella è ideologia". Lo ha detto Matteo Salvini presentando alla Camera il libro del deputato leghista Rossano Sasso 'Il gender esiste. Giù le mani dai nostri figli'.
"Mi piacerebbe che il Parlamento riprendesse, senza ovviamente l'ideologia alla Zan che voleva creare una grande marmellata unica, la discussione per incrementare pene e sanzioni per chi discrimina in base all'orientamento sessuale. Da senatore la voto domani mattina" e "mi piacerebbe che nelle scuole, con l'adesione delle famiglie, ci sia educazione alla sessualità, alla prevenzione, alla spiegazione dei rischi di un sesso un tanto al chilo e non protetto, di spiegare cosa è utile fare e come proteggersi. Non alle elementari: non si può parlare di profilattici, sessualità, coiti con i bambini delle elementari. È giusto alla fine del ciclo delle medie".
"Il nostro faro, come Lega, è da sempre la libertà e le libertà. Nel 2025 nessuno si può permettere di discriminare, men che meno di aggredire, qualcuno perchè omosessuale, transessuale, eterosessuale. Ognuno ha il diritto di amare e condividere la propria vita con chiunque voglia", ha detto ancora Salvini che poi ha rivendicato: "Noi sfidiamo la sinistra nell'ottica della modernità".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Mundys ha visto confermata la propria leadership sulla sostenibilità, rimanendo anche quest’anno in cima alla prestigiosa 'A-list' di Cdp, l’organizzazione internazionale di riferimento per la valutazione delle performance climatiche e ambientali delle aziende. Questo risultato testimonia l’impegno continuo delle società del Gruppo che contribuiscono alla realizzazione di una strategia di decarbonizzazione che include oltre 150 iniziative mirate alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla gestione dei rischi legati al cambiamento climatico. Sul piano industriale questo si traduce in investimenti nell'efficienza e nella transizione energetica delle infrastrutture, nella massiccia adozione di illuminazione a Led, nella sostituzione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento, l'elettrificazione delle flotte aziendali, nella realizzazione di impianti solari sulle infrastrutture gestite e l’installazione di punti di ricarica elettrica per i veicoli. Tutto questo ha permesso a Mundys di posizionarsi tra le eccellenze globali, su un totale di oltre 24.800 aziende analizzate, ottenendo il punteggio massimo 'A' su una scala che va da 'D-' a 'A'.
Il risultato ottenuto è parte di un percorso articolato che include la certificazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 ricevuta da Sbti (Science Based Target Initiative), il coinvolgimento a tavoli di lavoro internazionale sul tema della decarbonizzazione del settore trasporto e l’integrazione della sostenibilità nella propria strategia di finanziamento.
Mundys è stata tra le prime società in Italia a dotarsi di un Climate Action Plan per promuovere la transizione energetica e la decarbonizzazione delle attività economiche lungo tutta la catena del valore in ambito aeroportuale, autostradale e dei servizi di mobilità, ponendosi obiettivi chiari e concreti, tra i quali l’azzeramento delle emissioni nette dirette (Scope 1 & 2) entro il 2040. Il riconoscimento arriva peraltro a seguito della recente inaugurazione da parte di Aeroporti di Roma, società controllata da Mundys, della nuova solar farm presso l’aeroporto di Fiumicino, il più grande impianto fotovoltaico in autoconsumo in uno scalo aeroportuale europeo, che rappresenta uno dei principali progetti del piano di transizione climatica del Gruppo e la dimostrazione di come questo viene concretamente e progressivamente realizzato.
Kyoto, 6 mar. (Adnkronos) - "Con il Giappone c'è "un'amicizia crescente e lo sarà sempre più nel prossimo futuro, così come ho registrato nei giorni scorsi a Tokyo. Una collaborazione preziosa anche perché basata su valori di convivenza i più sani e più responsabili che vi siano in questo momento nella comunità internazionale e in cui Giappone e Italia si trovano perfettamente d'intesa". Lo ha ribadito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando la comunità italiana a Kyoto, città nella quale il Capo dello Stato resterà oggi e domani, con impegni di carattere culturale, nell'ambito della visita ufficiale in Giappone.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Qualcuno utilizza per fini ideologici un tema delicato e personale come il fine vita. Ma il fine vita è ambito di scelta della coscienza e della famiglia, non può essere merce di scambio politica o tema di contrasto politico perché un conto è il partito, un conto è la dignità della persona, l'accompagnamento, la cura, l'affetto, la fede. Il partito si deve fermare un metro prima rispetto a una scelta fondamentale". Lo ha detto Matteo Salvini in una conferenza stampa alla Camer per presentare il libro del deputato della Lega Rossano Sasso 'Il gender esiste. Giù le mani dai nostri figli'.
Kyoto, 6 mar. (Adnkronos) - "Osaka con Expo sarà al centro del mondo come messaggio di sguardo sul futuro e sarà un'occasione particolarmente intensa di incontri, di attività". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando la comunità italiana a Kyoto, città nella quale il Capo dello Stato resterà oggi e domani, con impegni di carattere culturale, nell'ambito della visita ufficiale in Giappone.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Se uno dice, sei disposto a investire soldi sulle forze armate italiane per pagare meglio e di più le nostre forze dell'ordine, per avere dispositivi di sicurezza interna sempre più efficienti? Sì. Ma io il futuro di mio figlio in mano a Macron e alle sue testate nucleari non ce lo metto". Lo ha detto Matteo Salvini a margine di una conferenza stampa alla Camera.
"L'Europa è culla di civiltà, l'Europa deve mediare, deve essere un ponte. E nel momento in cui sia Trump che Zelensky dicono sediamoci, parliamo di pace, facciamo tacere i missili, garantendo una pace sicura e duratura, noi dovremmo accompagnare questo processo", ha spiegato ancora il vice premier sottolineando: "Non si può parlare di armi nucleari con seimila testate nucleari in Russia e seimila testate nucleari negli Stati Uniti.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Dobbiamo riarmarci di valori e di speranze. Andiamo a cercare valori e speranze mentre altri offrono ombrelli nucleari". Lo ha detto Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa alla Camera.