Dopo il flop, un rinvio di 10 giorni. Che però non tranquillizza affatto i commercialisti, secondo i quali è l’anticamera di “ulteriore caos nella già travagliata vicenda dello spesometro“. Cioè il sistema per l’invio telematico dei dati delle fatture emesse e ricevute, bloccato da venerdì sera quando si è scoperto che chiunque, inserendo il solo codice fiscale, poteva entrare nell’archivio dei documenti altrui consultando nomi dei clienti e cifre. Una palese violazione della privacy emersa a dieci giorni dalla scadenza dei termini per presentare i dati. Di qui lo stop.
Martedì l’Agenzia delle Entrate ha annunciato che la scadenza fissata al 28 settembre slitta al 5 ottobre ma gli uffici potranno valutare di non applicare sanzioni, per una sorta di moratoria, da valutare in caso di errori formali o effettive difficoltà, fino a 15 giorni dalla scadenza originaria. Pochissime certezze, insomma. “Lasciare ai singoli uffici dell’Agenzia delle Entrate la decisione sull’applicabilità o meno delle sanzioni genererà ulteriore caos”, protestano di conseguenza i due consiglieri nazionali dei commercialisti delegati alla fiscalità, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal, sottolineando “l’assoluta ed urgente necessità di un provvedimento normativo da parte del governo che rivisiti l’istituto, a partire dal termine di scadenza da prorogare ulteriormente, per arrivare alla totale disapplicazione delle sanzioni relativamente a questo primo invio e conseguentemente alla possibile correzione di errori o ritardi”.
Anche il Consiglio nazionale dell’ordine ha giudicato il posticipo “assolutamente insufficiente”. Vincenzo De Maggio, presidente dell’Associazione dottori commercialisti (Adc), ha detto all’AdnKronos che “o arriva una nuova proroga o siamo pronti allo sciopero”. Il coordinamento dei sindacati dei commercialisti chiede al viceministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero “niente più adempimenti a pioggia che colpiscono l’economia”, “niente più proroghe concesse per disguidi causati dalla Pa e niente sanzioni ai professionisti ed ai cittadini che sono divenuti cavie di Sogei o di chi richiede interventi ingestibili raccontando che ‘basta un click'”.
Il direttore delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, dal canto suo spiega che lo slittamento al 5 ottobre “è la proroga che può dare l’agenzia amministrativamente, che è collegata al disservizio del sito”. Che però non è ancora pienamente in funzione in attesa che “si riattivi la sicurezza del sistema”. Lo stesso Ruffini, dunque, sembra auspicare un intervento del governo per calmare gli animi.