Il ministero dell’Istruzione “si riserva di costituirsi parte civile” nel procedimento sui concorsi universitari truccati al centro dell’inchiesta di Firenze che ha portato agli arresti domiciliari sette professori di Diritto Tributario e all’interdizione altri 22: anche se sono 59 gli indagati per corruzione. È la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, a comunicarlo rispondendo durante il question time, a una interrogazione rivolta alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. “Nessuna comunicazione ufficiale comunque è ancora pervenuta al Miur relativamente ai provvedimenti assunti dall’autorità giudiziaria”. Finocchiaro ha quindi ricordato la collaborazione del Miur con l’Anac per la stesura di una specifica sezione, dedicata all’Università, del Piano Nazionale Anticorruzione.
Il documento, che sarà varato entro la metà di ottobre, si propone di “togliere ogni area di opacità e zone d’ombra e affrontare in modo molto serio, rigoroso e trasparente ogni parte del funzionamento dell’università”. “È precisa intenzione del Miur, sempre nel corso del mese di ottobre, di adottare per la prima volta – ha concluso Finocchiaro – un vero e proprio atto d’indirizzo sulla trasparenza e sui conseguenti comportamenti che devono ispirare la vita accademica e devono improntare codici etici e di autoregolamentazione degli Atenei”.
Intanto per ora la ministra Fedeli propone un riconoscimento per Philip Laroma Jezzi, il ricercato bocciato al concorso per l’abilitazione scientifica per far posto a candidati meno preparati di lui e che ha denunciato tutti, “lo stiamo cercando. Io considero la sua scelta di grandissimo esempio etico e civile di questo Paese che andrebbe seguito da altri, se ovviamente hanno gli elementi, serve dare riconoscimento a chi sceglie individualmente di esprimere coraggio e senso civico e lo farò anche con lui”.
Intanto lo studioso, santificato dai social e che aveva scritto al Fatto Quotidiano, respinge l’aureola: “Io eroe? Sono altri gli eroi… non certo io – dice ai microfoni dell’emittente tv “Italia 7” – .Lasciamo che tutti facciano il loro lavoro. In Italia non c’è assuefazione a certi malcostumi. Sono contento che le persone si indignino: ci sono finanzieri che lavorano seriamente e magistrati che lavorano seriamente e che credono che anche cose comunemente accettate come il malcostume nell’università debbano essere censurate, né più né meno come altri reati il cui disvalore si capisce con più immediatezza”. “Cosa dirò agli studenti? Ho già detto tutto: ho fatto lezione finora…”. E se pensano che tutto sia truccato? “Sbagliano, assolutamente. Non è vero. Non è così – risponde il docente – l’università è piena di persone in gamba e quella di Firenze in particolare. L’ateneo fiorentino non ha nulla a che vedere in quanto istituzione con questa vicenda”. E adesso la vita cambia? “Spero di no”. Rifarebbe tutto? “Assolutamente, certo”.