A farne le spese sono stati diversi malati gravissimi, per esempio affetti da Sla (sclerosi laterale amiotrofica). E per di più quelli con i redditi più bassi, che in Lombardia fino all’anno scorso potevano contare su un assegno di cura regionale da mille euro mensili più un bonus assistenziale del comune tarato sull’Isee che poteva raggiungere gli 800 euro. Ma dall’inizio dell’anno la giunta guidata da Roberto Maroni ha tagliato la cumulabilità dei due contributi. E così quei malati che per vivere hanno bisogno di un assistente, ora, con i soli mille euro regionali, rischiano di non poterselo più permettere. “Eppure anche disabili gravi e gravissimi hanno diritto a poter vivere nella propria casa e non dentro una residenza sanitaria come polli in batteria”, protesta Marina Mercurio, referente in Lombardia del Comitato 16 novembre, un’associazione che riunisce malati di Sla e loro familiari.
Il Comitato 16 novembre è una delle associazioni che a maggio insieme ad Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica), Viva la vita e associazione Aldo Perini, hanno scritto al governatore Maroni chiedendo un incontro per risolvere la questione. Ma per ora nessun appuntamento è stato messo in agenda. E in una lettera firmata da Maroni la giunta ha scaricato ogni responsabilità sul governo: “I criteri ministeriali per l’annualità 2016 hanno ampliato le condizioni e le patologie per la qualificazione di ‘disabilità gravissima’, allargandone la platea dei potenziali beneficiari senza tuttavia adeguare proporzionalmente le risorse”. Più persone di prima, insomma, hanno diritto ai contributi provenienti dal Fondo nazionale per le non autosufficienze, ma le risorse sono quelle di prima: “Alla nostra Regione sono assegnati 60.879.000 euro per il 2016, soltanto 234mila euro in più rispetto all’annualità precedente. L’incoerenza è stata segnalata al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in più occasioni. Purtroppo senza esito. La giunta regionale non ha potuto far altro che mitigare gli effetti dell’intervento ministeriale destinando il 60% delle risorse nazionali assegnate – contro il 50% dell’anno precedente – alle persone con disabilità gravissime”.
Ma le associazioni non ci stanno. Perché anche se la platea è aumentata a parità di fondi, nulla vieta alla Regione di metterci risorse proprie, magari introducendo una tassa di scopo: “Come è possibile che non si riescano a reperire ulteriori risorse dai fondi regionali da destinare ai disabili gravissimi così da permettergli di continuare a vivere con dignità a casa propria? – si chiede Mercurio -. Una famiglia che prima riusciva ad assumere seppur con fatica un assistente, ora collassa. Per gestire malati così complessi ci vogliono oltre 3mila euro al mese. I piani alti di Regione Lombardia non vogliono capire quanto sia faticoso e logorante per un coniuge, fratello, padre, madre, figlio assistere da soli il proprio caro”.
Contattati da ilfattoquotidiano.it, gli uffici dell’assessorato all’Inclusione sociale guidato da Francesca Brianza fanno sapere che incontri con le associazioni sono avvenuti in fase di definizione della delibera regionale dello scorso dicembre. E confermano che la platea dei beneficiari è stata ampliata “in modo enorme” dai criteri ministeriali, con l’inserimento di alcune patologie quali la demenza e l’autismo: “I malati gravissimi presi in carico – dicono dalla Regione – sono passati da 2.301 a 4.342. Per far fronte a tale situazione la Regione ha aumentato le risorse per i gravissimi da 27 a 38 milioni (2 dei quali residui dal fondo nazionale dell’anno precedente), mentre ha dovuto diminuire da 30 a 24 quelle per i disabili gravi”. Dalla segreteria di Maroni fanno inoltre sapere che il governatore dà la sua disponibilità per un incontro con le associazioni.
@gigi_gno
Diritti
Lombardia, Maroni taglia l’assegno ai disabili gravissimi: “Colpa del governo”. Le associazioni: “Famiglie al collasso”
Gli affetti da patologie gravi potevano contare su un assegno di cura regionale da mille euro mensili più un bonus assistenziale del comune che poteva raggiungere gli 800 euro. Dall’inizio dell’anno, però, la giunta lombarda ha tagliato la cumulabilità dei due contributi: "I criteri ministeriali - spiega il governatore - hanno allargato la platea dei beneficiari senza tuttavia aumentare le risorse". Ma le associazioni non ci stanno
A farne le spese sono stati diversi malati gravissimi, per esempio affetti da Sla (sclerosi laterale amiotrofica). E per di più quelli con i redditi più bassi, che in Lombardia fino all’anno scorso potevano contare su un assegno di cura regionale da mille euro mensili più un bonus assistenziale del comune tarato sull’Isee che poteva raggiungere gli 800 euro. Ma dall’inizio dell’anno la giunta guidata da Roberto Maroni ha tagliato la cumulabilità dei due contributi. E così quei malati che per vivere hanno bisogno di un assistente, ora, con i soli mille euro regionali, rischiano di non poterselo più permettere. “Eppure anche disabili gravi e gravissimi hanno diritto a poter vivere nella propria casa e non dentro una residenza sanitaria come polli in batteria”, protesta Marina Mercurio, referente in Lombardia del Comitato 16 novembre, un’associazione che riunisce malati di Sla e loro familiari.
Il Comitato 16 novembre è una delle associazioni che a maggio insieme ad Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica), Viva la vita e associazione Aldo Perini, hanno scritto al governatore Maroni chiedendo un incontro per risolvere la questione. Ma per ora nessun appuntamento è stato messo in agenda. E in una lettera firmata da Maroni la giunta ha scaricato ogni responsabilità sul governo: “I criteri ministeriali per l’annualità 2016 hanno ampliato le condizioni e le patologie per la qualificazione di ‘disabilità gravissima’, allargandone la platea dei potenziali beneficiari senza tuttavia adeguare proporzionalmente le risorse”. Più persone di prima, insomma, hanno diritto ai contributi provenienti dal Fondo nazionale per le non autosufficienze, ma le risorse sono quelle di prima: “Alla nostra Regione sono assegnati 60.879.000 euro per il 2016, soltanto 234mila euro in più rispetto all’annualità precedente. L’incoerenza è stata segnalata al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in più occasioni. Purtroppo senza esito. La giunta regionale non ha potuto far altro che mitigare gli effetti dell’intervento ministeriale destinando il 60% delle risorse nazionali assegnate – contro il 50% dell’anno precedente – alle persone con disabilità gravissime”.
Ma le associazioni non ci stanno. Perché anche se la platea è aumentata a parità di fondi, nulla vieta alla Regione di metterci risorse proprie, magari introducendo una tassa di scopo: “Come è possibile che non si riescano a reperire ulteriori risorse dai fondi regionali da destinare ai disabili gravissimi così da permettergli di continuare a vivere con dignità a casa propria? – si chiede Mercurio -. Una famiglia che prima riusciva ad assumere seppur con fatica un assistente, ora collassa. Per gestire malati così complessi ci vogliono oltre 3mila euro al mese. I piani alti di Regione Lombardia non vogliono capire quanto sia faticoso e logorante per un coniuge, fratello, padre, madre, figlio assistere da soli il proprio caro”.
Contattati da ilfattoquotidiano.it, gli uffici dell’assessorato all’Inclusione sociale guidato da Francesca Brianza fanno sapere che incontri con le associazioni sono avvenuti in fase di definizione della delibera regionale dello scorso dicembre. E confermano che la platea dei beneficiari è stata ampliata “in modo enorme” dai criteri ministeriali, con l’inserimento di alcune patologie quali la demenza e l’autismo: “I malati gravissimi presi in carico – dicono dalla Regione – sono passati da 2.301 a 4.342. Per far fronte a tale situazione la Regione ha aumentato le risorse per i gravissimi da 27 a 38 milioni (2 dei quali residui dal fondo nazionale dell’anno precedente), mentre ha dovuto diminuire da 30 a 24 quelle per i disabili gravi”. Dalla segreteria di Maroni fanno inoltre sapere che il governatore dà la sua disponibilità per un incontro con le associazioni.
@gigi_gno
IL DISOBBEDIENTE
di Andrea Franzoso 12€ AcquistaArticolo Precedente
Coppie omosessuali, il governo le esclude dalla Conferenza della Famiglia. Le associazioni Lgbti: “Ci ignorano”
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Ius soli, il messaggio di Sonny ad Alfano: “Non mischi i giochi politici con i diritti. Nostra posizione va regolamentata”
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Le condizioni di Papa Francesco si sono aggravate: “Crisi respiratoria e anemia, sono state necessarie trasfusioni e ossigeno”. I medici: “Prognosi riservata”
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(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.