“Mi preoccupo per il bene dei cittadini e non del partito“. Emiliano Fossi è il sindaco che rischia di bloccare l’inceneritore della piana di Firenze, un progetto di cui si parla da vent’anni. Fossi guida il Comune di Campi Bisenzio dal maggio del 2013, è iscritto al Partito Democratico ed è da sempre un sostenitore del segretario Matteo Renzi. Ma mentre la linea ufficiale del suo partito sostiene da anni il progetto del maxi-termovalorizzatore, lui dice ancora una volta no. Ha presentato ricorso al Tar per fermare i lavori e ribadisce in ogni intervento pubblico la sua posizione. “Sono venti anni – dice – che stiamo parlando di questo inceneritore. Ero favorevole all’inizio del mio mandato ma le cose cambiano e come ho sempre detto il mio favore era subordinato al rispetto protocollo di intesa del 2005. Ad oggi nessuna di quelle misure è stata attuata e quindi il mio rifiuto è definitivo”. Tra le contestazioni del sindaco, per esempio, c’è che il progetto dell’inceneritore non è andato di pari passo con le opere di rimboschimento. Il suo no può essere decisivo dopo le battaglie durate anni, condotte dalle associazioni ambientaliste – Wwf in testa -, comitati anti-impianto – come Mamme no Inceneritore -, e varie forze politiche di opposizione al Partito democratico.
La storia del “termovalorizzatore della Toscana centrale” è lunga: si tratta di un’opera fortemente voluta dalle amministrazioni della zona che si sono succedute da venti anni ad oggi e osteggiata fin da subito da partiti d’opposizione e abitanti. Brucerebbe circa 198mila tonnellate di rifiuti l’anno a servizio di circa un milione e mezzo di abitanti. Il punto di partenza fu il decreto Ronchi del 1997 per cui in tutte le zone del Paese, gli Ato (cioè gli Ambiti territoriali ottimali di cui fanno parte più Comuni) dovevano raggiungere l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti. Nel caso della Piana si creò l’Ato numero 6 – Area Metropolitana fiorentina – che raccoglieva i comuni di Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Calenzano e Signa. Nel 2000 la Provincia ha adottato il piano di gestione dei rifiuti, con la certezza di voler evitare uno smaltimento basato su costose discariche e utilizzando una fonte rinnovabile per la produzione di energia elettrica e termica: il termovalorizzatore, appunto. Tre anni dopo è stata individuata l’area in cui sarebbe dovuto sorgere l’impianto, a Case Passerini, zona industriale di Sesto Fiorentino, lontano dalle abitazioni. Le amministrazioni dei Comuni interessati, tutte di sinistra, sono favorevoli, ma si rendono conto che il termovalorizzatore sarà realizzato in una zona fortemente inquinata a causa del traffico dei veicoli e firmano un protocollo di intesa nel 2005 che stabilisce alcune condizioni preventive alla costruzione dell’inceneritore. Tra queste il “bosco della Piana” di 20 ettari, la piantizzazione, piste ciclabili per azzerare l’impatto ambientale dell’impianto. Ma queste misure non sono mai state attuate e gli anni successivi sono stati caratterizzati da un forte contrasto tra i Comuni e i cittadini soprattutto a Campi Bisenzio, culminato con un referendum del 2007: in quella consultazione l’84 per cento degli abitanti espresse il suo rifiuto, ma non fu raggiunto il quorum perché alle urne si presentò solo il 31 per cento degli aventi diritto.
La svolta nel 2012: nasce la Q.Thermo che serve a progettazione, realizzazione e gestione del termovalorizzatore, costo previsto 135 milioni. Si tratta di una società a capitale misto pubblico-privato partecipata al 60 per cento da Quadrifoglio, società che si occupa della raccolta rifiuti a Firenze e in alcuni Comuni intorno, e al 40 dal gruppo Hera di Bologna. Da quel momento arrivano tutti i permessi. Prima la Valutazione di impatto ambientale, poi l’autorizzazione integrata ambientale della Conferenza dei servizi e infine – nel 2015 – anche quella della Città Metropolitana, di cui fa parte anche il Comune di Campi Bisenzio. E’ contro questo atto che l’amministrazione di Campi presenta ricorso al Tar: le opere di mitigazione ambientale – spiegano i legali del Comune – non sono state realizzate.
Gli avversari politici ora accusano il sindaco Fossi di opportunismo perché le elezioni comunali si avvicinano. Ma il sindaco resta impassibile, ammette di aver già messo in conto questa critica e ribadisce di avere principalmente a cuore il bene dei suoi cittadini. A chi gli fa notare che un no non basta e chiede quali sono le alternative, replica: “Certamente la Regione deve riaprire il tema del ciclo dei rifiuti. Le cose sono cambiate, bisogna puntare sulla raccolta differenziata, sul riciclo e sul riuso, riformulare gli Ato: è ora il tempo: non possiamo più rimandare”. I malumori dentro il suo partito? “Un partito deve mettere in conto anche opinioni diverse altrimenti non siamo in democrazia”.
Ambiente & Veleni
Firenze, l’inceneritore che il Pd vuole da 20 anni bloccato da sindaco renziano: “Mi preoccupo dei cittadini, non del partito”
Il primo cittadino di Campi Bisenzio Emiliano Fossi stoppa con un ricorso al Tar il progetto su cui nei paesi alle porte del capoluogo si discute dalla fine degli anni Novanta. "Prima ero favorevole, ma non è stato rispettato il protocollo quindi il mio rifiuto è definitivo"
“Mi preoccupo per il bene dei cittadini e non del partito“. Emiliano Fossi è il sindaco che rischia di bloccare l’inceneritore della piana di Firenze, un progetto di cui si parla da vent’anni. Fossi guida il Comune di Campi Bisenzio dal maggio del 2013, è iscritto al Partito Democratico ed è da sempre un sostenitore del segretario Matteo Renzi. Ma mentre la linea ufficiale del suo partito sostiene da anni il progetto del maxi-termovalorizzatore, lui dice ancora una volta no. Ha presentato ricorso al Tar per fermare i lavori e ribadisce in ogni intervento pubblico la sua posizione. “Sono venti anni – dice – che stiamo parlando di questo inceneritore. Ero favorevole all’inizio del mio mandato ma le cose cambiano e come ho sempre detto il mio favore era subordinato al rispetto protocollo di intesa del 2005. Ad oggi nessuna di quelle misure è stata attuata e quindi il mio rifiuto è definitivo”. Tra le contestazioni del sindaco, per esempio, c’è che il progetto dell’inceneritore non è andato di pari passo con le opere di rimboschimento. Il suo no può essere decisivo dopo le battaglie durate anni, condotte dalle associazioni ambientaliste – Wwf in testa -, comitati anti-impianto – come Mamme no Inceneritore -, e varie forze politiche di opposizione al Partito democratico.
La storia del “termovalorizzatore della Toscana centrale” è lunga: si tratta di un’opera fortemente voluta dalle amministrazioni della zona che si sono succedute da venti anni ad oggi e osteggiata fin da subito da partiti d’opposizione e abitanti. Brucerebbe circa 198mila tonnellate di rifiuti l’anno a servizio di circa un milione e mezzo di abitanti. Il punto di partenza fu il decreto Ronchi del 1997 per cui in tutte le zone del Paese, gli Ato (cioè gli Ambiti territoriali ottimali di cui fanno parte più Comuni) dovevano raggiungere l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti. Nel caso della Piana si creò l’Ato numero 6 – Area Metropolitana fiorentina – che raccoglieva i comuni di Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Calenzano e Signa. Nel 2000 la Provincia ha adottato il piano di gestione dei rifiuti, con la certezza di voler evitare uno smaltimento basato su costose discariche e utilizzando una fonte rinnovabile per la produzione di energia elettrica e termica: il termovalorizzatore, appunto. Tre anni dopo è stata individuata l’area in cui sarebbe dovuto sorgere l’impianto, a Case Passerini, zona industriale di Sesto Fiorentino, lontano dalle abitazioni. Le amministrazioni dei Comuni interessati, tutte di sinistra, sono favorevoli, ma si rendono conto che il termovalorizzatore sarà realizzato in una zona fortemente inquinata a causa del traffico dei veicoli e firmano un protocollo di intesa nel 2005 che stabilisce alcune condizioni preventive alla costruzione dell’inceneritore. Tra queste il “bosco della Piana” di 20 ettari, la piantizzazione, piste ciclabili per azzerare l’impatto ambientale dell’impianto. Ma queste misure non sono mai state attuate e gli anni successivi sono stati caratterizzati da un forte contrasto tra i Comuni e i cittadini soprattutto a Campi Bisenzio, culminato con un referendum del 2007: in quella consultazione l’84 per cento degli abitanti espresse il suo rifiuto, ma non fu raggiunto il quorum perché alle urne si presentò solo il 31 per cento degli aventi diritto.
La svolta nel 2012: nasce la Q.Thermo che serve a progettazione, realizzazione e gestione del termovalorizzatore, costo previsto 135 milioni. Si tratta di una società a capitale misto pubblico-privato partecipata al 60 per cento da Quadrifoglio, società che si occupa della raccolta rifiuti a Firenze e in alcuni Comuni intorno, e al 40 dal gruppo Hera di Bologna. Da quel momento arrivano tutti i permessi. Prima la Valutazione di impatto ambientale, poi l’autorizzazione integrata ambientale della Conferenza dei servizi e infine – nel 2015 – anche quella della Città Metropolitana, di cui fa parte anche il Comune di Campi Bisenzio. E’ contro questo atto che l’amministrazione di Campi presenta ricorso al Tar: le opere di mitigazione ambientale – spiegano i legali del Comune – non sono state realizzate.
Gli avversari politici ora accusano il sindaco Fossi di opportunismo perché le elezioni comunali si avvicinano. Ma il sindaco resta impassibile, ammette di aver già messo in conto questa critica e ribadisce di avere principalmente a cuore il bene dei suoi cittadini. A chi gli fa notare che un no non basta e chiede quali sono le alternative, replica: “Certamente la Regione deve riaprire il tema del ciclo dei rifiuti. Le cose sono cambiate, bisogna puntare sulla raccolta differenziata, sul riciclo e sul riuso, riformulare gli Ato: è ora il tempo: non possiamo più rimandare”. I malumori dentro il suo partito? “Un partito deve mettere in conto anche opinioni diverse altrimenti non siamo in democrazia”.
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Amsterdam, 3 feb. –(Adnkronos) - E' nell'ottica di una semplificazione "in linea con i cambiamenti comunicati" a dicembre al momento dell'uscita di Carlos Tavares, la riorganizzazione annunciata questa mattina da Stellantis. Un 'aggiornamento' che rafforza il ruolo delle singole regioni, accorpa ingegneria e software, rilancia su qualità e marketing e vede l'uscita di scena di alcuni top manager. Decisioni - si spiega in una nota - che "consentono il giusto equilibrio tra responsabilità regionali e globali, facilitando la rapidità delle scelte e la loro esecuzione" e "rafforzano ulteriormente l’impegno di Stellantis nell’ascoltare i propri clienti" ponendo "le basi per una rinnovata crescita".
A livello di management, Linda Jackson lascia il gruppo e al vertice del brand Peugeot è sostituita da Alain Favey. Abbandona anche Yves Bonnefont, Chief Software Office, visto che "le attività software sono ora integrate in un’organizzazione di sviluppo e tecnologia del prodotto guidata da Ned Curic allo scopo di semplificare il processo di immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi per tutti i brand in tutti i mercati in cui l’azienda è presente". Nuovo responsabile anche per Jeep, con la nomina di Bob Broderdorf, dal momento che Antonio Filosa - che mantiene il suo attuale ruolo di COO delle Regioni d’America - assume la leadership globale dell’ente Quality, definito "fulcro della promessa dell’azienda ai clienti".
Nuovo capo anche per DS, dal momento che Olivier François - che mantiene la responsabilità di Fiat e Abarth - guiderà un nuovo Marketing Office, per seguire meglio le attività di promozione dei singoli brand e "supportarli al meglio, in particolare attraverso la pubblicità, gli eventi globali e le sponsorizzazioni". Gli enti Corporate Affairs e Communications sono stati uniti sotto la guida di Clara Ingen-Housz e Anne Abboud è stata nominata alla guida dell’unità veicoli commerciali di Stellantis Pro One.
Come sottolinea il Chairman di Stellantis John Elkann "gli annunci di oggi semplificheranno ulteriormente la nostra organizzazione e aumenteranno la nostra agilità e il rigore dell’esecuzione a livello locale. Non vediamo l’ora di guidare la crescita fornendo ai nostri clienti una scelta ancora più ampia di straordinari veicoli a combustione, ibridi ed elettrici”. Confermata la linea sul processo di nomina del nuovo Chief Executive Officer che "è in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio d’Amministrazione, e si concluderà entro la prima metà del 2025".
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Siamo vicini ad Antonio Tajani, alla sua famiglia e soprattutto a suo figlio Filippo, vittima di un malore durante una partita di calcio. Gli auguriamo una pronta guarigione, e che possa tornare presto in campo”. Lo dichiarano i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Esprimo il mio più profondo riconoscimento alla Brigata Sassari per il coraggio, la dedizione e l’alto senso del dovere dimostrato durante tutta la missione Unifil. Ringrazio il generale Messina, con il quale sono sempre rimasta in contatto per essere costantemente informata sullo stato del contingente. I nostri soldati hanno affrontato sfide complesse e delicate, portando avanti il nome dell’Italia con grande professionalità. Il loro impegno ha garantito la stabilità in una regione così fragile, e sono fiera di come abbiano rappresentato la nostra Nazione". Lo ha affermato la deputata di Fratelli d'Italia Barbara Polo, componente della commissione Difesa, al rientro del contingente della Brigata Sassari.
"Da sarda, -ha aggiunto- non posso che essere estremamente orgogliosa nel vedere i miei concittadini impegnati con tanto valore nelle operazioni internazionali. La Brigata Sassari è il fiore all’occhiello del nostro esercito, una realtà che continua a distinguersi per preparazione e coraggio”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Ci mancavano i sedicenti comitati civici che spalleggiano gli occupanti abusivi di immobili a rendere sempre più invivibile il quartiere Esquilino, uno dei più belli di Roma da tempo in mano ad immigrati clandestini e bande criminali. Ne ha fatto le spese un bravo giornalista come Luca Telese aggredito per aver difeso i presidi di legalità che dopo le denunce della Lega le istituzioni stanno predisponendo. Telese chiamato ad un’assemblea pubblica da un sedicente Polo Civico ha avuto l'ardire di affermare che cancellate di protezione dei luoghi di socialità non sono poi da demonizzare. Per difendere la possibilità di vivere in pace e nella legalità all'Esquilino di Roma, come in tutte le periferie d'Italia, è necessario che venga subito definitivamente approvato il ddl sicurezza”. Lo afferma il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Nella loro foga alla ricerca del complotto, di qualcuno su cui scaricare le proprie responsabilità, di uno spauracchio a cui assegnare colpe per nascondere le inadeguatezze del governo Meloni, i colleghi di Fratelli d’Italia hanno nuovamente toccato inesplorate vette di contraddizione. L’ultimo attacco frontale è stato riservato a Gimbe e al suo presidente Cartabellotta, colpevole di aver detto con dati inequivocabili che il decreto dell’Esecutivo sulle liste d’attesa è fermo al palo e che solo uno dei sei decreti attuativi è stato già approvato". Lo afferma Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali della Camera e coordinatore del Comitato politico salute e inclusione sociale del M5S.
"Oltre a usare parole estremamente gravi nei confronti di chi porta avanti con serietà e professionalità un preziosissimo lavoro scientifico a tutela della sanità, il senatore Zaffini -aggiunge l'esponente pentastellato- ha però di fatto confermato i ritardi denunciati da Cartabellotta, sebbene secondo lui siano in realtà tempi record. Una contraddizione decisamente bizzarra. E nel frattempo, i medici di medicina generale operano come meglio credono e la proposta di Forza Italia in merito è ancora ben lontana dal concretizzarsi".
"Al presidente Cartabellotta -conclude Quartini- va tutta la mia solidarietà, visto che ultimamente è stato identificato come avversario politico, alla stregua di una forza di opposizione, come persino Bruno Vespa aveva avuto l’indecenza di dire. Questo attacco scomposto, in ogni caso, non fa che confermare la linea di questa maggioranza: è sempre colpa degli altri. Dai magistrati, a coloro che distribuiscono la benzina, fino a Gimbe”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Il nemico del giorno del governo è la Fondazione Gimbe e in particolare il suo presidente Nino Cartabellotta, accusato da esponenti di maggioranza di essere un bugiardo che falsifica i dati perché ‘cavalier servente’ e comunista. Affermazioni di una gravità inaudita contro un organismo indipendente e autorevole come Gimbe, che fa un grande lavoro di raccolta e verifica dei dati sanitari. La colpa di Cartabellotta? Aver fatto notare che a sei mesi dall’approvazione del decreto liste d’attesa mancano ancora cinque dei sei decreti attuativi, cosa tra l’altro confermata dalla stessa maggioranza". Lo afferma Mariolina Castellone, senatrice M5S e vicepresidente del Senato.
"Ancora una volta, questa destra cerca di trasferire su altri le colpe della propria incapacità e si produce in un costante bullismo contro professionisti che fanno il proprio lavoro, cercando di intimorirli. Per fortuna -conclude l'esponente pentastellata- ci sono i numeri a parlare e a smentire la propaganda di governo. E ci siamo noi a tutelare le voci libere e indipendenti”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Quello delle liste di attesa è un tema che riguarda non solo la salute ma anche la dignità della persona. Un tema che richiede senso di responsabilità e che non riscontro nelle dichiarazioni sparate a raffica da esponenti di Pd, 5 stelle e sinistra. Gli stessi che ci hanno consegnato un Servizio sanitario nazionale allo sfascio e per il quale ci stiamo adoperando per rimetterlo in sesto. Il collega Cartabellotta e la Fondazione Gimbe meritano rispetto, in quanto sono giustificati per la mancata conoscenza del lavoro che il Governo ha messo in campo sui decreti attuativi. Non posso al contrario giustificare i colleghi senatori che siedono nella commissione Sanità del Senato presieduta dal presidente Zaffini o i presidenti di Regione che prendono parte alla Conferenza Stato-Regioni". Lo afferma il senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Sanità in Senato.
"Se non sanno -aggiunge- devo purtroppo arguire che dormono mentre se, come penso, sanno e attaccano il presidente Zaffini, che ha solo voluto puntualizzare il lavoro del Governo in risposta alle valutazioni della Fondazione Gimbe, è grave perché si tratta di un comportamento in grave mala fede. Si può anche non conoscere quanto si stia facendo sul tema, ma il senso di responsabilità vuole che prima di sparare a salve ci si informi e ci si documenti . In questo modo si prenderebbe facilmente atto che quanto annunciato dalla Fondazione Gimbe non è proprio puntuale perché -e lo ha spiegato bene il presidente Zaffini- la situazione riguardo ai decreti attuativi è la seguente: Criteri di funzionamento della piattaforma nazionale e regionali delle liste d’attesa: Il decreto è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. In attesa del parere della Conferenza Stato Regioni alla quale è stato inviato il 13 settembre 2024".
"Funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio in coerenza con il modello di classificazione e stratificazione della popolazione, risulta ‘fatto’. Poteri sostitutivi del ministero della Salute in caso di inottemperanza delle Regioni e il rispetto agli obiettivi della legge: decreto trasmesso in Conferenza Stato-Regioni il 6 novembre 2024. Linee di indirizzo per l’attivazione dei sistemi di disdetta da parte dei Cup: il decreto è in fase di definizione da attuare con il Piano nazionale delle liste d’attesa in lavorazione predisposto dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria già condiviso con Regioni e Mef. Metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del Ssn (superamento tetti di spesa): il decreto è in via di ultimazione. Il Piano di azione per rafforzare i servizi sanitari e sociosanitari (nelle Regioni del Sud destinatarie dei fondi del Piano nazionale Equità e salute): decreto trasmesso alla conferenza Stato-Regioni il giorno 8 gennaio 2025".
"In questo confronto tra Zaffini e i nostri avversari politici -conclude Zullo- si può cogliere la differenza tra noi e loro: noi lavoriamo per mettere riparo agli sfasci che ci hanno lasciato in eredità, loro non sanno andare oltre l’irresponsabile e deleteria polemica sterile, dannosa dell’immagine del nostro Servizio sanitario nazionale”.