Assume il mandato affinché la Catalogna diventi uno “stato indipendente sotto forma di Repubblica”, ma allo stesso tempo sospende “la dichiarazione di indipendenza per avviare il dialogo, perché in questo momento serve a ridurre la tensione“. Una soluzione a metà quella del presidente catalano Carles Puigdemont, che parla così davanti al Parlamento di Barcellona nel suo attesissimo discorso dopo il referendum del primo ottobre. Il governatore ha quindi usato la “formula slovena“: Lubiana, infatti, aveva seguito lo stesso iter al momento della separazione da Belgrado: aveva dichiarato l’indipendenza, ma l’aveva sospesa per sei mesi, per arrivare a un divorzio negoziato con Belgrado.
Così ha fatto anche Puigdemont: dopo il discorso ha firmato – insieme a 72 deputati – la dichiarazione d’indipendenza. Che però è stata sospesa per lanciare un messaggio a Madrid: cercare la mediazione per avviare le trattative. Per il governo centrale, però, il suo messaggio ha un solo senso: è una dichiarazione di secessione dalla Spagna. Quindi Rajoy, scrive El Pais, prepara una “risposta” alla presa di posizione del presidente catalano. Per questo motivo il presidente spagnolo ha incontrato in serata la vice premier Soraya Saenz de Santamaría e il ministro della Giustizia Rafael Catalá. L’unica a dare un dichiarazione è la vicepremier: “Il leader catalano – ha detto – non sa dove si trova, dove sta andando e con chi vuole andare. Ha sottoposto la comunità autonoma al massimo grado di incertezza”. Al palazzo della Moncloa a Madrid si è recato anche il segretario del Partito socialista spagnolo Pedro Sanchez. Nella notte Rajoy incontrerà i principali leader dei partiti politici spagnoli, mentre per domani alle 9 è stata una riunione di emergenza del governo.
Secondo fonti del governo citati dall’agenzia Efe, l’esecutivo considera “inammissibile fare una dichiarazione implicita d’indipendenza per lasciarla in sospeso in modo esplicito. Il governo non cederà a ricatti”. Altre fonti d Madrid lasciano filtrare una dichiarazione più netta: “Si prevede che il governo applichi l’articolo 155 della Costituzione”. Cioè quella legge che consente di destituire il governatore, forse anche arrestarlo per “ribellione”, e sospendere l’autonomia catalana.
Puigdemont, però, deve anche fare i conti con Cup, l’ala sinistra del fronte indipendendista, “La dichiarazione che abbiamo firmato è la dichiarazione di indipendenza. Lo renderemo pubblica. Non include nessuna clausola di sospensione. La sospensione è politica, non è inclusa nel testo”, dicono da Cup, stando a quanto scrive El Pais. “Chiediamo che Puigdemont stabilisca pubblicamente un limite nei negoziati, proponiamo che sia un mese, ma siamo aperti ad ascoltare. Ciò che non possiamo dare è tempo illimitato, non può essere tirata per le lunghe e bloccare il processo indipendentista”.
Erano le ore 19 e 41 quando Puigdemont aveva dichiarato l’indipendenza davanti al Parlamento. “Si è creato un consenso amplissimo e trasversale sul fatto che il futuro dovessero deciderlo i catalani con un referendum”, ha detto il governatore nel suo discorso, sottolineando che “milioni di cittadini sono arrivati alla conclusione che l’unica soluzione” fosse “che la Catalogna potesse diventare uno Stato, e il risultato delle ultime elezioni al Parlamento catalano è stato la dimostrazione”. Ma a replicargli in aula è la leader dell’opposizione Inés Arrimadas, secondo cui quanto accaduto oggi “è la cronaca di un golpe annunciato”. E aggiunge: “Voi siete i peggiori nazionalisti d’Europa” e “non avete alcun sostegno: signor Puigdemont, lei è solo”.
Il discorso doveva iniziare alle 18, ma è stato rinviato di un’ora, deciso dopo che alle 18 la presidente dell’assemblea Carme Forcadell ha ricevuto due richieste. Una di Puigdemont che chiedeva un rinvio di un’ora e un’altra dei capigruppo di Pp e Ciudadanos che chiedevano una sospensione della seduta. Forcadell ha convocato una riunione dell’ufficio di presidenza e della giunta dei capigruppo per esaminare le due richieste. Ad ascoltare il governatore circa 30mila persone che si sono radunate nella zona intorno al Parlamento locale a Barcellona, dove sono stati piazzati due maxi schermi.
El president de la Generalitat, @KRLS Puigdemont, arriba al #Parlament per comparèixer al Ple a les 18h pic.twitter.com/KAaDWjmb6h
— Parlament Catalunya (@parlament_cat) October 10, 2017
L’articolo 155 della Costituzione – E’ già sul tavolo del governo di Madrid il meccanismo da seguire per rispondere a Puigdemont: e cioè l’articolo 155 della Costituzione, semplice nella sua forma, ma di delicata applicazione. Nessun governo, in 40 anni, ne aveva mai considerata l’adozione: per questo non è mai stato trasformato in legge. Si tratta quindi, come segnala il quotidiano catalano La Vanguardia, di una misura di carattere eccezionale che implica il controllo politico delle comunità autonome da parte dello Stato centrale. Il testo prevede infatti che il governo possa adottare “le misure necessarie” per “obbligare” con la forza una comunità autonoma al rispetto “degli impegni” che la Costituzione, o altre leggi, impongono e, nel caso in cui fosse necessario, e per “proteggere” gli interessi generali della nazione. Le circostanze in cui farlo sono, ovviamente, che una comunità abbia violato la Costituzione o abbia intentato gravemente contro gli interessi generali.
Il procedimento – La procedura stabilita dallo stesso articolo 155 prevede che innanzitutto il governo debba inviare una richiesta al presidente della comunità in questione. In questo caso, lo stesso premier Mariano Rajoy deve avvertire direttamente il presidente catalano Carles Puigdemont. In secondo luogo, il governo deve presentare la sua proposta di misure di controllo dell’autonomia al Senato, che le può approvare con maggioranza assoluta. A sua volta, la procedura di applicazione del 155 al Senato è regolata dall’articolo 189: il governo deve presentare una proposta chiara per ciascuna delle misure specifiche che intende adottare e la relativa possibilità di emendamenti. Anche se è stato oggetto di dibattito, gli esperti possono capire se, nel caso di procedure di emergenza, le misure possano essere approvate in modo diretto (in 2 o 3 giorni). La Vanguardia ricorda che il partito popolare di Rajoy possiede oggi la maggioranza assoluta nel Senato spagnolo.
Margini di manovra – L’articolo 155 concede dà mano libera al governo centrale, a condizione che abbia l’approvazione del Senato. Il governo può infatti controllare le finanze della Generalitat, può dare ordini e assumere il controllo dei dipartimenti, può licenziare all’interno della pubblica amministrazione e può sciogliere il Parlamento. Quello che però non può fare è implementare misure che presuppongano cambiamenti dello Statuto o della propria Costituzione. Ecco perché esperti ritengono che il 155 non prevede una sospensione né, ancora meno, una soppressione, dell’autonomia. Tuttavia, è ovvio che questa sarebbe molto limitata dal controllo totale o parziale dell’amministrazione statale. L’applicazione dell’articolo no ha limiti temporali: quello che indica la Costituzione è che si debba applicare fino a che non verrà ripristinata “la normalità costituzionale”.
CRONACA ORA PER ORA
23 – Vicepremier: “Puidgemont non sa dove sta andando”
“Il leader catalano non sa dove si trova, dove sta andando e con chi vuole andare. Ha sottoposto la comunità autonoma al massimo grado di incertezza”. Lo ha detto la vicepremier spagnola Soraya Sáenz de Santamaría.
22.55 – Convocata riunione d’emergenza del governo spagnolo
Una riunione di emergenza del governo spagnolo è stata convocata per domani. Lo ha annunciato la vice del premier Mariano Rajoy. Soraya Saenz de Santamaria ha detto che la riunione di governo si terrà alle nove di domani mattina. Questa notte, ha aggiunto la vice premier, Rajoy è impegnato in colloqui con i principali leader politici dopo il discorso del leader catalano Carles Puidgemont.
22.40 -72 – Deputati firmano dichiarazione indipendenza
Settantadue deputati indipendentisti di Junts pel Sì e Cup firmano stasera la dichiarazione di Carles Puigdemont, governatore della Catalogna, sulla dichiarazione della regione. Lo hanno riferito i media spagnoli. Secondo El Pais si tratta di un modo per “dimostrare alle loro basi elettorali che la dichiarazione d’indipendenza, sospesa, ha base formale”. Anche Puigdemont ha firmato la dichiarazione, intitolata “Dichiarazione dei rappresentanti della Catalogna”.
22.18 – Segretario partito socialista incontra Rajoy
Il Segretario del Partito socialista spagnolo Pedro Sanchez si sta recando al palazzo della Moncloa a Madrid per incontrare il primo ministro Mariano Rajoy dopo la dichiarazione di indipendenza della Catalogna. Lo riferiscono i media spagnoli.
22. 12 – Puidgemont firma dichiarazione indipendenza
Il presidente catalano Carles Puidgemont ha firmato la dichiarazione di indipendenza. Lo riferiscono i media spagnoli.
21.44 – Ada Colau: “Da Puidgemont chiaro impegno al dialogo”
“Grazie @KRLS (Carles Puidgemont, ndr) per un chiaro impegno al dialogo e alla mediazione. Ora @marianorajoy e il resto delle forze politiche devono muoversi”. Così in un tweet Ada Colau, il sindaco di Barcellona dopo il discorso tenuto oggi dal ‘President’ catalano.
Thank you, @KRLS, for clearly opting for dialogue and mediation. Now it’s up to @marianorajoy and other political parties to respond
— Ada Colau (@AdaColau) 10 ottobre 2017
Settantadue deputati indipendentisti di Junts pel Sì e Cup firmano stasera la dichiarazione di Carles Puigdemont, governatore della Catalogna, sulla dichiarazione della regione. Lo hanno riferito i media spagnoli. Secondo El Pais si tratta di un modo per “dimostrare alle loro basi elettorali che la dichiarazione d’indipendenza, sospesa, ha base formale”. Anche Puigdemont ha firmato la dichiarazione, intitolata “Dichiarazione dei rappresentanti della Catalogna”
21.30 – Vertice tra Rajoy e ministro della giustizia
È in corso a Madrid una riunione tra il premier Mariano Rajoy, la vice premier Soraya Saenz de Santamaría, il ministro della Giustizia Rafael Catalá, per valutare la risposta all’intervento del governatore catalano Carles Puigdemont. Lo ha fatto sapere La Vanguardia
21.10 – Fonti governo Madrid: “Hanno dichiarato indipendenza”
Fonti del governo spagnolo ritengono che l’intervento del governatore catalano Carles Puigdemont costituisca una dichiarazione d’indipendenza. Lo ha riferito El Pais, che precisa il premier Mariano Rajoy assumerà misure per rispondere alla dichiarazione pronunciata al Parlamento di Barcellona. “Si prevede che il governo applichi l’articolo 155 della Costituzione”, scrive El Pais.
20.27 – “Governo spagnola considera inammissibile dichiarazione indipendenza sospesa”
Il governo spagnolo considera “inammissibile fare una dichiarazione implicita d’indipendenza per lasciarla in sospeso in modo esplicito”. Lo hanno dichiarato fonti del governo, a seguito dell’intervento del governatore catalano Carles Puigdemont al Parlamento catalano. Hanno spiegato che non si può accettare di dare validità alla legge del referendum, sospesa dalla Corte costituzionale, e nemmeno si può dare per valido il presunto conteggio di un referendum “fraudolento e illegale”
20.09 – Madrid prepara una risposta
Il governo di Rajoy considera le parole di Puidgemont “una dichiarazione di indipendenza” e prepara una risposta. Lo scrive El Pais sul suo sito
19.56 – “Le istituzioni della Spagna non hanno dialogato”
“Nessuna istituzione statale si è aperta al dialogo con la maggioranza catalana, la speranza era che la monarchia attuasse da mediatrice ma il discorso della settimana scorsa ha dimostrato di no”.
19.47 – “Dalla Catalogna gesto di responsabilità”
“Il governo della Catalogna sta facendo un gesto di responsabilità e generosità: se nei prossimi giorni tutto il mondo agirà con la stessa responsabilità, tutto si potrà svolgere con calma e nel rispetto dei cittadini”.
19.44 – “Catalogna stato indipendente in forma repubblicana”
“Con il referendum la Catalogna ha guadagnato il diritto a essere uno Stato indipendente”, “la Catalogna deve essere ascoltata”, “siamo a un momento storico e come presidente della Generalitat assumo il mandato del popolo perché la Catalogna si converta in Stato indipendente di forma repubblicana”.
19.32 – “Per noi gli ultimi sono stati gli anni peggiori”
Il processo di autonomia della Catalogna ha “subito un’involuzione” nel quadro democratico spagnolo che anzi ha aperto ad una “ulteriore centralizzazione”. Da questo punto di vista, “gli ultimi anni sono stati i peggiori in 40 anni” di storia. Così il presidente catalano Carles Puigdemont nel suo intervento al Parlamento di Barcellona.
19.32 – “La Catalogna è stata umiliata”
La Catalogna è stata umiliata quando ha tentato di modificare il suo statuto “rispettando la Costituzione”. Lo ha detto il presidente catalano Carles Puigdemont, ricordando il testo di modifica dello statuto “tagliato” e “modificato” per due volte, tanto da diventare “irriconoscibile”. Il risultato è stata “un’umiliazione”.
19.29 – “Madrid ha messo pressione sulla Catalogna”
“L’azione dello Stato è riuscita a mettere pressione sul popolo della Catalogna, sono molto consapevole che c’è gente preoccupata per ciò che sta succedendo e che può succedere”.
19.25 – “Ringrazio chi ha votato no”
Nonostante gli sforzi per far saltare il referendum, “voglio ringraziare tutti coloro che hanno permesso si realizzasse. Chi ha votato sì, chi ha votato no, chi ha votato scheda bianca. Tutti hanno reso possibile” la consultazione.
19.23 – “Violenze nel giorno del voto, prima volta in Ue”
“Abbiamo visto una situazione estrema, è la prima volta nella storia della democrazia europea che una giornata elettorale” si snoda “tra le violenze della polizia”.
19.23 – “La Catalogna è un affare europeo”
“La Catalogna è un affare europeo. Non vi aspettate insulti, recriminazioni, il momento è molto critico, serio, dobbiamo essere qui per prenderci le nostre responsabilità, eliminare la tensione e non incrementarla con parole o gesti”.
19.22 – “Quello che farò è il risultato del referendum”
“Quello che presenterò qui è il risultato del primo ottobre, non una mia decisione personale, è la volontà del governo che presiedo, che ha mantenuto l’impegno di convocare il referendum e analizzare gli eventi successivi”.
19.20 – “Il momento è critico e serio”
“Il momento è critico e serio, dobbiamo essere tutti qui a prendere le nostre responsabilità. Sono qui dopo il risultato del referendum del primo ottobre per spiegare le conseguenze politiche che ne derivano. La Catalogna è un affare europeo. E’ un momento critico e serio e dobbiamo prenderci le nostre responsabilità per eliminare la tensione e non incrementarla”, ha detto Puidgemont.
19.18 – “Non dobbiamo alimentare la tensione”
“Sono qui dopo il risultato del referendum del primo ottobre per spiegare le conseguenze politiche che ne derivano. La Catalogna è un affare europeo. E’ un momento critico e serio e dobbiamo prenderci le nostre responsabilità per eliminare la tensione e non incrementarla”. Lo ha detto il presidente catalano Carles Puigdemont nel suo intervento al parlamento di Barcellona.
19.12 – Cup: “Nessun passo indietro”
“Il Pp e Ciudadanos vogliono boicottare la plenaria”, “nessun passo indietro. Bisogna proclamare la Repubblica”. Lo ha scritto su Twitter il partito Cup, a proposito della sessione plenaria nel parlamento regionale catalano e dell’eventuale dichiarazione di indipendenza della Catalogna.
19.11 – Inizia la seduta
Il presidente catalano Carles Puigdemont ha fatto ingresso nell’emiciclo del Parlamento di Barcellona. Sta iniziando la seduta sul processo di indipendenza catalana dopo un ritardo di più di un’ora.