Togliere alla politica le leve di gestione dei grandi gruppi in stato di insolvenza, da Alitalia all’Ilva alla Lucchini? Non se ne parla. Il disegno di legge delega “per la riforma organica delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza”, approvato mercoledì 11 ottobre dal Senato, ha perso proprio il pezzo che riguardava l’amministrazione straordinaria. Che continuerà a essere gestita da un commissario nominato dal ministero dello Sviluppo, sulla base di un piano varato senza chiedere il parere dei creditori e la cui attuazione è controllata dallo stesso dicastero di via Veneto. Che sceglie pure il comitato di sorveglianza. “Un sistema che non esiste in nessun altro Paese al mondo e che nel 99% dei casi è sfociato in un insuccesso: non è stata garantita la continuità aziendale e l’impresa è stata venduta a pezzi”, racconta Massimo Ferro, consigliere di Cassazione che ha fatto parte della commissione Rordorf incaricata nel 2015 dal ministro della Giustizia Andrea Orlando di mettere a punto il ddl. “In più la procedura genera costi che ricadono sulla collettività. Ma questo avviene anni dopo. Quel che interessa alla politica è bloccare le proteste sociali quando la crisi deflagra, promettendo continuità aziendale e salvaguardia dell’occupazione. E gestire le nomine dei commissari”.
Lobby
Crisi d’impresa, salta la riforma della amministrazione straordinaria. ‘Comanda il ministero, pagano i contribuenti’
Il ddl che rivede le norme sulle procedure di insolvenza ha perso il pezzo sulle grandi aziende. Che continueranno a essere gestire da uno o più commissari nominati dal titolare dello Sviluppo. "Un sistema unico al mondo e inefficiente", spiega un membro della commissione incaricata di scrivere il testo. "Ma consente alla politica di prospettare continuità aziendale e decidere le nomine. I costi ricadono sulla collettività". Vedi Alitalia
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione