“Mi consegneranno alla morte”. E’ il grido che Cesare Battisti ha affidato alle colonne del quotidiano O Estado de Sao Paulo, interpellato sulla possibile estradizione chiesta dall’Italia, mentre il cerchio sembra chiudersi attorno a lui. Il giornale riporta che la polizia federale sta “monitorando ogni passo” dell’ex membro dei Proletari Armati per il Comunismo, condannato in Italia a quattro ergastoli per altrettanti omicidi, da quando ha ottenuto la libertà provvisoria seguita all’arresto per sospetto traffico di valuta il 5 ottobre a Corumba, al confine con la Bolivia. Gli agenti hanno ricevuto l’ordine di tenere sotto controllo la casa di Cananeia, sul lungomare paulista, dove l’italiano ha dichiarato di aver stabilito la propria residenza, per confermare la sua presenza sul posto.
“Non so se il Brasile vorrà macchiarsi sapendo che il governo e la stampa hanno creato questo mostro in Italia – ha proseguito Battisti – perché non ho diritto di restare?”. “Quello che mi preoccupa maggiormente è che non potrò più vedere mio figlio“, ha detto ancora l’ex Pac, sposato con una brasiliana da cui ha avuto un bambino che compirà quattro anni il mese prossimo. “Non si può dare a una persona la possibilità di farsi una famiglia e vivere legalmente in un Paese per poi all’improvviso togliergli tutto. E’ qualcosa di mostruoso. Non sono un clandestino, non sto compiendo nessun illecito”, ha aggiunto. In ogni caso “non ho mai pensato di uscire dal Brasile, ma se avessi voluto farlo non sarei andato in Bolivia, avrei scelto l’Uruguay, perché è un Paese un po’ più affidabile ed è dove ho più relazioni”.
Per i media brasiliani l’estradizione sarebbe a un passo, ma la difesa dell’ex terrorista si dice fiduciosa. La revisione della decisione presa dal presidente Lula da parte dell’attuale Michel Temer non è possibile “a causa del lasso di tempo e del fatto che non esiste alcun difetto nella conclusione finale, come riconosciuto dalla stessa Corte suprema federale” spiegato il legale di Battisti che si dice convinto che il Brasile non lo consegnerà all’Italia. Come riporta il quotidiano brasiliano O Globo, secondo la difesa di Battisti, “la prescrizione della richiesta punitiva per i reati attribuiti (a Battisti, ndr) nel Paese di nascita impedisce anche la sua estradizione. La fiducia – continua il legale – è che il presidente della Repubblica, noto professore di diritto costituzionale, rispetterà le leggi brasiliane anche a fronte di pressioni politiche interne ed esterne”.
Secondo i media locali però Temer avrebbe deciso di revocare l’asilo politico a Battisti ora sottoposto a libertà provvisoria e obbligo di firma. Temer, scrivevano i media brasiliani, starebbe aspettando solo il via libera della Corte suprema federale (Stf). Se i giudici non concederanno l’habeas corpus preventivo richiesto dalla difesa di Battisti, il governo potrebbe decretare l’estradizione dell’ex membro dei Proletari armati per il comunismo. La decisione sull’habeas corpus spetta al giudice monocratico Luiz Fux. E sempre secondo indiscrezioni, il governo starebbe già preparando un parere, nel caso in cui la Corte ritardasse la sentenza o stabilisse che la decisione spetta all’esecutivo. Ma per ora il governo sembra intenzionato ad agire solo dopo che il giudice si sarà pronunciato.
L’ex membro dei Pac è stato condannato in Italia in contumacia in via definitiva nel 1993 per quattro omicidi. È fuggito prima in Francia e poi in Brasile: qui fu arrestato nel 2007 e, a seguito del fermo, l’Italia ne chiese l’estradizione. Nel 2009 la Corte suprema brasiliana aveva autorizzato l’estradizione, ma si trattava di una decisione non vincolante, che lasciava l’ultima parola al capo dello Stato. L’allora presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, nel suo ultimo giorno di mandato il 31 dicembre del 2010, negò l’estradizione.
Il caso Battisti ha avuto degli sviluppi inattesi mercoledì della scorsa settimana dopo l’arresto al confine boliviano per sospetto traffico di valuta e riciclaggio. Anche se un giudice d’appello gli ha concesso la libertà provvisoria, per mancanza di prove, nel governo brasiliano si è fatta strada l’idea che un crimine di natura fiscale potesse rafforzare le motivazioni giuridiche per la sua estradizione in Italia.
Battisti, intanto, è tornato nella sua casa sul lungomare di San Paolo dopo tre giorni di carcere nel Mato Grosso.
Fonti diplomatiche italiane pur ricordando che l’esito della vicenda al momento non è ancora scontato, alla luce del pendente ricorso giurisdizionale al Stf, ricordano che c’è piena fiducia nel governo brasiliano con il quale si intende rilanciale le già ottime relazioni. Il governo italiano nei mesi scorsi è tornato alla carica con la richiesta formale alle autorità brasiliane, affidata dal ministro degli Esteri Angelino Alfano all’ambasciatore a Brasilia, di riavviare le procedure per l’estradizione di Battisti.
Mondo
Cesare Battisti: “Se il Brasile mi rimanda in Italia, mi consegna alla morte”. Media: “Estradizione vicina”
E' il grido che l'ex membro dei Pac ha affidato alle colonne del quotidiano 'O Estado de Sao Paulo'. Secondo la 'Folha de Sao Paulo', l'11 ottobre il presidente Michel Temer ha deciso di revocare lo status di rifugiato politico all'italiano, che potrebbe dunque essere estradato se il Supremo Tribunale Federale non gli concederà l'habeas corpus richiesto dai suoi avvocati
“Mi consegneranno alla morte”. E’ il grido che Cesare Battisti ha affidato alle colonne del quotidiano O Estado de Sao Paulo, interpellato sulla possibile estradizione chiesta dall’Italia, mentre il cerchio sembra chiudersi attorno a lui. Il giornale riporta che la polizia federale sta “monitorando ogni passo” dell’ex membro dei Proletari Armati per il Comunismo, condannato in Italia a quattro ergastoli per altrettanti omicidi, da quando ha ottenuto la libertà provvisoria seguita all’arresto per sospetto traffico di valuta il 5 ottobre a Corumba, al confine con la Bolivia. Gli agenti hanno ricevuto l’ordine di tenere sotto controllo la casa di Cananeia, sul lungomare paulista, dove l’italiano ha dichiarato di aver stabilito la propria residenza, per confermare la sua presenza sul posto.
“Non so se il Brasile vorrà macchiarsi sapendo che il governo e la stampa hanno creato questo mostro in Italia – ha proseguito Battisti – perché non ho diritto di restare?”. “Quello che mi preoccupa maggiormente è che non potrò più vedere mio figlio“, ha detto ancora l’ex Pac, sposato con una brasiliana da cui ha avuto un bambino che compirà quattro anni il mese prossimo. “Non si può dare a una persona la possibilità di farsi una famiglia e vivere legalmente in un Paese per poi all’improvviso togliergli tutto. E’ qualcosa di mostruoso. Non sono un clandestino, non sto compiendo nessun illecito”, ha aggiunto. In ogni caso “non ho mai pensato di uscire dal Brasile, ma se avessi voluto farlo non sarei andato in Bolivia, avrei scelto l’Uruguay, perché è un Paese un po’ più affidabile ed è dove ho più relazioni”.
Per i media brasiliani l’estradizione sarebbe a un passo, ma la difesa dell’ex terrorista si dice fiduciosa. La revisione della decisione presa dal presidente Lula da parte dell’attuale Michel Temer non è possibile “a causa del lasso di tempo e del fatto che non esiste alcun difetto nella conclusione finale, come riconosciuto dalla stessa Corte suprema federale” spiegato il legale di Battisti che si dice convinto che il Brasile non lo consegnerà all’Italia. Come riporta il quotidiano brasiliano O Globo, secondo la difesa di Battisti, “la prescrizione della richiesta punitiva per i reati attribuiti (a Battisti, ndr) nel Paese di nascita impedisce anche la sua estradizione. La fiducia – continua il legale – è che il presidente della Repubblica, noto professore di diritto costituzionale, rispetterà le leggi brasiliane anche a fronte di pressioni politiche interne ed esterne”.
Secondo i media locali però Temer avrebbe deciso di revocare l’asilo politico a Battisti ora sottoposto a libertà provvisoria e obbligo di firma. Temer, scrivevano i media brasiliani, starebbe aspettando solo il via libera della Corte suprema federale (Stf). Se i giudici non concederanno l’habeas corpus preventivo richiesto dalla difesa di Battisti, il governo potrebbe decretare l’estradizione dell’ex membro dei Proletari armati per il comunismo. La decisione sull’habeas corpus spetta al giudice monocratico Luiz Fux. E sempre secondo indiscrezioni, il governo starebbe già preparando un parere, nel caso in cui la Corte ritardasse la sentenza o stabilisse che la decisione spetta all’esecutivo. Ma per ora il governo sembra intenzionato ad agire solo dopo che il giudice si sarà pronunciato.
L’ex membro dei Pac è stato condannato in Italia in contumacia in via definitiva nel 1993 per quattro omicidi. È fuggito prima in Francia e poi in Brasile: qui fu arrestato nel 2007 e, a seguito del fermo, l’Italia ne chiese l’estradizione. Nel 2009 la Corte suprema brasiliana aveva autorizzato l’estradizione, ma si trattava di una decisione non vincolante, che lasciava l’ultima parola al capo dello Stato. L’allora presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, nel suo ultimo giorno di mandato il 31 dicembre del 2010, negò l’estradizione.
Il caso Battisti ha avuto degli sviluppi inattesi mercoledì della scorsa settimana dopo l’arresto al confine boliviano per sospetto traffico di valuta e riciclaggio. Anche se un giudice d’appello gli ha concesso la libertà provvisoria, per mancanza di prove, nel governo brasiliano si è fatta strada l’idea che un crimine di natura fiscale potesse rafforzare le motivazioni giuridiche per la sua estradizione in Italia.
Battisti, intanto, è tornato nella sua casa sul lungomare di San Paolo dopo tre giorni di carcere nel Mato Grosso.
Fonti diplomatiche italiane pur ricordando che l’esito della vicenda al momento non è ancora scontato, alla luce del pendente ricorso giurisdizionale al Stf, ricordano che c’è piena fiducia nel governo brasiliano con il quale si intende rilanciale le già ottime relazioni. Il governo italiano nei mesi scorsi è tornato alla carica con la richiesta formale alle autorità brasiliane, affidata dal ministro degli Esteri Angelino Alfano all’ambasciatore a Brasilia, di riavviare le procedure per l’estradizione di Battisti.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.