Chi non rispetta i termini per pagare il dovuto sulle cartelle esattoriali rottamate perderà gli effetti della definizione agevolata. E “l’Agenzia delle entrate-Riscossione, come previsto dalla legge, dovrà riprendere le procedure di riscossione“. Così ammoniva il ministero dell’Economia il 22 settembre, ricordando che la seconda rata andava saldata entro il 2 ottobre. Ma ora, con la legge di Bilancio da inviare alle Camere entro il 20 ottobre, si svela il bluff. Il governo, per assicurarsi una parte (del tutto teorica) delle coperture della prossima manovra, ha infatti deciso di consentire a chi ha saltato le prime due rate di luglio e settembre di pagare entro fine novembre vedendosi abbuonare interessi di mora e sanzioni. Altro che perdita dei benefici. Rispettando il copione dello scorso anno, poi, nel decreto fiscale varato il 13 ottobre dal consiglio dei ministri – assente il ministro Pier Carlo Padoan che si trova a Washington per i meeting del Fondo monetario – sono state inserite una serie di mance che la riforma del bilancio dello Stato ha vietato di mettere nella finanziaria. Vedi la proroga della restituzione del prestito ponte concesso ad Alitalia, che sale da 600 a 900 milioni, le nuove risorse per la bonifica e il rilancio di Bagnoli e la “rigenerazione urbana” di Matera e il nuovo fondo per “l’erogazione di finanziamenti in favore di imprese di grande dimensione che presentano rilevanti difficoltà finanziarie ai fini della continuazione delle attività produttive e del mantenimento dei livelli occupazionali”.
Rottamazione bis e riapertura dei termini per chi non ha pagato – Per chi aveva già aderito alla rottamazione ma non ha rispettato gli accordi fatti con Equitalia arriva dunque, di fatto, l’ennesima sanatoria. L’altro fronte è la rottamazione bis: il decreto consente a chi non aveva aderito alla rottamazione delle cartelle lanciata un anno e a chi era stato escluso per errori formali di farlo ora, presentando domanda entro il 15 maggio 2018 sia per i ruoli precedenti sia per quelli ricevuti fino al 30 settembre. Si potrà poi pagare in un’unica rata entro il 31 luglio 2018 o in cinque rate: 31 luglio, 30 settembre, 31 ottobre e 30 novembre 2018 e 18 febbraio 2019. Tra le altre misure, stando alle bozze del decreto, c’è anche una nuova tornata di rottamazione delle liti pendenti, ossia i contenziosi in corso con l’Agenzia delle Entrate, e una riedizione della voluntary disclosure bis, visto che l’ultima operazione di rientro dei capitali dall’estero – pur generosissima con gli evasori – non ha dato gli esiti sperati.
Norma antiscorrerie per chi acquisisce partecipazione oltre il 10% – Nel decreto ha trovato spazio pure la norma “antiscorrerie” contro le scalate ostili cara al ministro dello sviluppo Carlo Calenda. Una volta superato il 10% nel capitale in una società quotata, l’investitore sarà obbligato a comunicare “se agisce solo o in concerto”, “se intende fermare i suoi acquisti o proseguirli nonché se intende acquisire il controllo o comunque esercitare un’influenza sulla gestione della società”, “la strategia che intende adottare e le operazioni per metterla in opera”, “le sue intenzioni per quanto riguarda eventuali accordi e patti parasociali di cui è parte” e “se intende proporre l’integrazione o la revoca degli organi amministrativi o di controllo dell’emittente”. Il diritto di voto inerente le azioni quotate o gli strumenti finanziari per i quali sono state omesse le comunicazioni o la dichiarazione “non può essere esercitato”. Viene esplicitamente “esclusa la retroattività e dunque l’applicabilità al caso Mediaset – Vivendi“.
Split payment esteso a enti pubblici economici e controllate della pa – Il decreto estende poi il meccanismo anti evasione per cui la pubblica amministrazione versa direttamente al fisco l’Iva sui beni e servizi che acquista, evitando di far transitare l’imposta sui conti dei fornitori. Si applicherà enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche, società controllate direttamente o indirettamente da qualsiasi tipo di amministrazione pubblica e partecipate per una quota non inferiore al 70% da qualsiasi amministrazione pubblica o società assoggettata a sua volta allo split payment.
Sospensione di versamenti per gli alluvionati di Livorno – Gli alluvionati di Livorno, se hanno la casa, lo studio o l’azienda inagibile, potranno chiedere la sospensione dei versamenti e adempimenti tributari: sarà valida fino al 16 ottobre 2018. Arrivano nuove risorse per la bonifica e il rilancio di Bagnoli (164 milioni per il 2017) e per la rigenerazione urbana di Matera (3 milioni). Ci sono finanziamenti per gli ospedali: 9 milioni di euro al Bambino Gesù, 11 alla Fondazione Irccs Santa Lucia, 12,5 al Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica. Come ogni anno arriva anche il rifinanziamento delle missioni internazionali all’estero, accompagnato stavolta dall’individuazione di nuove risorse per la rideterminazione del piano assunzioni straordinarie di tutte le forze di polizia.