L’Austria, che non solo geograficamente ma anche politicamente si trova tra la Germania di Angela Merkel e l’Ungheria di Viktor Orban, ha deciso di svoltare a destra. Le elezioni legislative consacrano l’exploit politico di Sebastian Kurz, leader del Partito Popolare (Övp), che con oltre il 31% dei voti si avvia a diventare cancelliere. Dietro di lui, secondo gli ultimi dati, ci sono i socialdemocratici dell’ex cancelliere Christian Kern (Spoe) al 26,9%, seguiti dal partito della destra nazionalista di Heinz Christian Strache (Fpö) al 26%. Queste le proiezioni sulla base del 97,7% di seggi scrutinati: Övp 31,7% (+7,7% rispetto al 2013) Spoe 26,9% (0%) Fpö 26,0% (+5,5%). Nel neoeletto parlamento austriaco domina il turchese, il nuovo colore scelto da Kurz per il partito popolare: Övp 62 seggi (+15) Spoe 52 seggi (0) Fpoe 51 seggi (+11) Neos 10 seggi (+1) Pilz 8 seggi (+8). L’affluenza alle urne rispetto al 2013 è cresciuta dal 74,9 al 79,4%.
“E’ un chiaro mandato per realizzare le riforme e i cambiamenti voluti dai cittadini”, il commento a caldo del leader dei Popolari che, grazie ad una netta sterzata a destra e ad una campagna giocata sul contrasto all’immigrazione, in pochi mesi ha portato l’Övp fuori da una profonda crisi verso il trionfo, guadagnando quasi l’8% rispetto alle elezioni del 2013. Un’impennata senza paragoni per un partito presente in Parlamento dal 1945. “Kurz è il chiaro vincitore di questa tornata elettorale”, ha detto il presidente Alexander Van der Bellen, ricordando che il risultato definitivo sarà comunicato solo giovedì, dopo lo spoglio dei voti per corrispondenza, che dirà l’ultima parola sul risultato di socialdemocratici e destra nazionalista.
Male i Verdi, che neanche un anno fa avevano festeggiato il successo di Van der Bellen alle presidenziali e che ora rischiano, per la prima volta dal 1986, di restare fuori dal parlamento: vengono infatti dati al 3,9%, mentre la soglia è del 4%. Il partito ecologista ha risentito soprattutto della scissione con il loro storico leader Peter Pilz, che con la sua nuova lista dovrebbe invece entrare nel Nationalrat. Stabili invece al 5% i liberali Neos.
Il cancelliere uscente Kern si è presentato alle telecamere ammettendo la sconfitta: “In Austria, come è già avvenuto in altri Paesi europei, assistiamo a una forte svolta a destra che evidentemente non favorisce i movimenti socialdemocratici”, ha detto, annunciando di voler restare in Parlamento anche se il suo partito dovesse passare all’opposizione. “I risultati sembrano mostrare che molta gente ha optato per il cambiamento”, ha commentato il numero due del Fpö e già candidato alla presidenza, Norbert Hofer. Mentre per i popolari dell’Övp ha parlato il deputato August Woeginger, che ha confermato l’ipotesi di una coalizione di governo con i populisti, come già ventilato da Kurz: “Non escludiamo niente”. In realtà anche una riedizione della Grosse Koalition popolari-socialdemocratici – messa alle corde nelle settimane scorse da dissidi crescenti su molti temi, a cominciare dall’immigrazione – resta un’opzione, soprattutto dopo che l’Spoe si è confermato secondo partito, avendo scongiurato l’emorragia di consensi paventata durante la campagna elettorale.
Come già avvenuto nel duello tra Van der Bellen e Hofer, i voti per posta potrebbero favorire i partiti liberali, ma lo scenario politico ormai è definito. Kaiser Sebastian potrà scegliersi il suo partner di coalizione tra i socialdemocratici e l’estrema destra, potendo contare su una maggioranza che sfiora il 60%. Per il momento sembra molto più probabile un’alleanza con Strache (negli ultimi mesi le posizioni di Övp e Fpö si sono molto avvicinate), più difficile invece l’intesa con la Spoe, di certo non con un vicecancelliere Kern. E’ invece tramontata l’ipotesi di un governo arcobaleno di socialdemocratici, liberali e Pilz, che si sono fermati assieme al 40%. La campagna elettorale eterna, iniziata ormai due anni fa, si è definitivamente conclusa.
Il leader popolare, 31 anni, ex ministro degli Esteri, si avvia quindi a diventare il più giovane cancelliere della storia del suo Paese e il più giovane leader dell’Unione Europea. Ha improntato la sua campagna elettorale facendo suoi molti dei temi dell’ultradestra, cui ha mutuato in particolare l’approccio duro sulla questione dei flussi migratori. Fortemente critico nei confronti dell’Italia sul tema delle gestione delle frontiere, il 4 luglio Kurz ha minacciato di inviare mezzi blindati al Brennero, minaccia ripetuta di fronte alla ventilata possibilità che Roma potesse concedere permessi umanitari a parte dei richiedenti asilo presenti nella penisola, e il 20 luglio, dopo un incontro con l’omologo italiano Angelino Alfano, chiedeva che “che venga interrotto il traghettamento di migranti illegali dalle isole italiane, come Lampedusa, verso la terraferma“. Sul fronte della politica interna si è limitato a promesse vaghe, come il taglio delle tasse – “agli austriaci alla fine in busta paga deve restare di più”, ha ripetuto costantemente – ed evitando le insidie di un vero e proprio programma.
Mondo
Elezioni Austria, Kurz al 31% verso la cancelleria. I socialdemocratici sorpassano l’ultradestra
L’Austria, che non solo geograficamente ma anche politicamente si trova tra la Germania di Angela Merkel e l’Ungheria di Viktor Orban, ha deciso di svoltare a destra. Le elezioni legislative consacrano l’exploit politico di Sebastian Kurz, leader del Partito Popolare (Övp), che con oltre il 31% dei voti si avvia a diventare cancelliere. Dietro di lui, secondo gli ultimi dati, ci sono i socialdemocratici dell’ex cancelliere Christian Kern (Spoe) al 26,9%, seguiti dal partito della destra nazionalista di Heinz Christian Strache (Fpö) al 26%. Queste le proiezioni sulla base del 97,7% di seggi scrutinati: Övp 31,7% (+7,7% rispetto al 2013) Spoe 26,9% (0%) Fpö 26,0% (+5,5%). Nel neoeletto parlamento austriaco domina il turchese, il nuovo colore scelto da Kurz per il partito popolare: Övp 62 seggi (+15) Spoe 52 seggi (0) Fpoe 51 seggi (+11) Neos 10 seggi (+1) Pilz 8 seggi (+8). L’affluenza alle urne rispetto al 2013 è cresciuta dal 74,9 al 79,4%.
“E’ un chiaro mandato per realizzare le riforme e i cambiamenti voluti dai cittadini”, il commento a caldo del leader dei Popolari che, grazie ad una netta sterzata a destra e ad una campagna giocata sul contrasto all’immigrazione, in pochi mesi ha portato l’Övp fuori da una profonda crisi verso il trionfo, guadagnando quasi l’8% rispetto alle elezioni del 2013. Un’impennata senza paragoni per un partito presente in Parlamento dal 1945. “Kurz è il chiaro vincitore di questa tornata elettorale”, ha detto il presidente Alexander Van der Bellen, ricordando che il risultato definitivo sarà comunicato solo giovedì, dopo lo spoglio dei voti per corrispondenza, che dirà l’ultima parola sul risultato di socialdemocratici e destra nazionalista.
Male i Verdi, che neanche un anno fa avevano festeggiato il successo di Van der Bellen alle presidenziali e che ora rischiano, per la prima volta dal 1986, di restare fuori dal parlamento: vengono infatti dati al 3,9%, mentre la soglia è del 4%. Il partito ecologista ha risentito soprattutto della scissione con il loro storico leader Peter Pilz, che con la sua nuova lista dovrebbe invece entrare nel Nationalrat. Stabili invece al 5% i liberali Neos.
Il cancelliere uscente Kern si è presentato alle telecamere ammettendo la sconfitta: “In Austria, come è già avvenuto in altri Paesi europei, assistiamo a una forte svolta a destra che evidentemente non favorisce i movimenti socialdemocratici”, ha detto, annunciando di voler restare in Parlamento anche se il suo partito dovesse passare all’opposizione. “I risultati sembrano mostrare che molta gente ha optato per il cambiamento”, ha commentato il numero due del Fpö e già candidato alla presidenza, Norbert Hofer. Mentre per i popolari dell’Övp ha parlato il deputato August Woeginger, che ha confermato l’ipotesi di una coalizione di governo con i populisti, come già ventilato da Kurz: “Non escludiamo niente”. In realtà anche una riedizione della Grosse Koalition popolari-socialdemocratici – messa alle corde nelle settimane scorse da dissidi crescenti su molti temi, a cominciare dall’immigrazione – resta un’opzione, soprattutto dopo che l’Spoe si è confermato secondo partito, avendo scongiurato l’emorragia di consensi paventata durante la campagna elettorale.
Come già avvenuto nel duello tra Van der Bellen e Hofer, i voti per posta potrebbero favorire i partiti liberali, ma lo scenario politico ormai è definito. Kaiser Sebastian potrà scegliersi il suo partner di coalizione tra i socialdemocratici e l’estrema destra, potendo contare su una maggioranza che sfiora il 60%. Per il momento sembra molto più probabile un’alleanza con Strache (negli ultimi mesi le posizioni di Övp e Fpö si sono molto avvicinate), più difficile invece l’intesa con la Spoe, di certo non con un vicecancelliere Kern. E’ invece tramontata l’ipotesi di un governo arcobaleno di socialdemocratici, liberali e Pilz, che si sono fermati assieme al 40%. La campagna elettorale eterna, iniziata ormai due anni fa, si è definitivamente conclusa.
Il leader popolare, 31 anni, ex ministro degli Esteri, si avvia quindi a diventare il più giovane cancelliere della storia del suo Paese e il più giovane leader dell’Unione Europea. Ha improntato la sua campagna elettorale facendo suoi molti dei temi dell’ultradestra, cui ha mutuato in particolare l’approccio duro sulla questione dei flussi migratori. Fortemente critico nei confronti dell’Italia sul tema delle gestione delle frontiere, il 4 luglio Kurz ha minacciato di inviare mezzi blindati al Brennero, minaccia ripetuta di fronte alla ventilata possibilità che Roma potesse concedere permessi umanitari a parte dei richiedenti asilo presenti nella penisola, e il 20 luglio, dopo un incontro con l’omologo italiano Angelino Alfano, chiedeva che “che venga interrotto il traghettamento di migranti illegali dalle isole italiane, come Lampedusa, verso la terraferma“. Sul fronte della politica interna si è limitato a promesse vaghe, come il taglio delle tasse – “agli austriaci alla fine in busta paga deve restare di più”, ha ripetuto costantemente – ed evitando le insidie di un vero e proprio programma.
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Tel Aviv, 19 feb. (Adnkronos) - Quattro ebrei israeliani ultra-ortodossi sono stati arrestati dai soldati dell'IDF e consegnati alla polizia dopo essere entrati ieri sera nel territorio libanese per visitare un luogo sacro. Lo ha riferito la polizia, nel contesto di un aumento degli attraversamenti illegali della frontiera con il Libano, segnalando scontri sul posto tra i soldati e alcuni israeliani, che hanno lanciato pietre. I quattro sospettati sono stati arrestati con l'accusa di aver attraversato il confine e disturbato la quiete pubblica, mentre altri sono stati allontanati dal posto e riportati in Israele.
Gli israeliani avevano tentato di visitare quella che tradizionalmente è considerata la tomba del rabbino babilonese Rav Ashi, vicino a Manara. Domenica, la polizia aveva riferito che 20 cittadini israeliani avevano attraversato il confine libanese. Una fonte militare ha detto che erano giovani uomini haredi. Un'altra fonte militare ha dichiarato ad Haaretz che quasi ogni sabato cittadini israeliani vengono sorpresi ad attraversare illegalmente il confine.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Al Question time in programma oggi alla Camera alle 15, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponderà ad un'interrogazione presentata da Italia viva, primo firmatario il capogruppo Davide Faraone, sulle risorse finanziarie destinate al funzionamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale, con la richiesta di chiarimenti in ordine ad attività di intercettazione svolte da strutture finanziate dal ministero della Giustizia.
In particolare, prendendo spunto dalla recente vicenda legata all'utilizzo software fornito dalla società Paragon solutions, nel documento di sindacato ispettivo si chiede "quali siano le spese che il ministero della Giustizia sostiene per il funzionamento del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), quanto per le strutture del Gom (Gruppo operativo mobile), per le strutture del Nic (Nucleo investigativo centrale), per le intercettazioni e se vi siano contratti stipulati senza gara o tutti con gara pubblica, nonché quante persone siano state intercettate da strutture finanziate dal ministero della Giustizia nel 2024, se ci siano persone intercettate da Polizia penitenziaria ma non indagate e se le dimissioni del capo del Dap Russo siano state accompagnate da una lettera personale al Ministro interrogato con rilievi critici sulla situazione del Dap e se intenda condividerla coi parlamentari o la ritenga personale e dunque secretata".
Kiev, 19 mar. (Adnkronos) - "Sono attualmente in corso operazioni di soccorso a Odessa in seguito a un altro attacco russo alle infrastrutture energetiche della città. 160mila persone sono al momento senza luce e riscaldamento". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che "ancora una volta, le strutture energetiche civili sono state colpite: da quasi tre anni, l'esercito russo utilizza senza sosta missili e droni d'attacco contro di esse".
"Proprio ieri - prosegue il post - dopo il famigerato incontro a Riad, è diventato chiaro che i rappresentanti russi stavano di nuovo mentendo, sostenendo di non prendere di mira il settore energetico ucraino. Eppure, quasi contemporaneamente, hanno lanciato un altro attacco, con droni che hanno colpito trasformatori elettrici. E questo durante l'inverno: di notte c'erano meno 6 gradi Celsius".
"Almeno 160.000 residenti di Odessa sono ora senza riscaldamento ed elettricità. Tredici scuole, un asilo e diversi ospedali sono rimasti senza elettricità o riscaldamento. Le squadre di riparazione stanno lavorando instancabilmente e tutti i servizi comunali sono impegnati. Sono grato a ogni soccorritore e a tutti coloro che aiutano le persone. Non dobbiamo mai dimenticare che la Russia è governata da bugiardi patologici: non ci si può fidare di loro e bisogna fare pressione. Per amore della pace".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Si svolge oggi, alle 15, il Question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, risponde a una interrogazione sulle iniziative volte a salvaguardare la produzione nazionale di ortofrutta, attraverso un corretto equilibrio tra esigenze produttive e sicurezza alimentare.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponde a interrogazioni sulle iniziative normative per limitare il ricorso alla custodia cautelare, anche nell'ottica della riduzione del sovraffollamento all'interno delle carceri; sulle iniziative in relazione alla situazione all'interno delle carceri, con particolare riferimento al sovraffollamento e al fenomeno dei suicidi; sulle tecnologie in uso alla polizia penitenziaria; sulle risorse finanziarie destinate al funzionamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale e chiarimenti in ordine ad attività di intercettazione svolte da strutture finanziate dal ministero della Giustizia.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte ad arginare i fenomeni di sfruttamento lavorativo nell'ambito delle filiere del made in Italy; sullo sviluppo dell'industria aerospaziale italiana; sulle iniziative volte a salvaguardare la continuità produttiva degli stabilimenti liguri della Piaggio aerospace e i relativi livelli occupazionali, con riferimento alla procedura di cessione all'azienda turca Baykar; sulle iniziative a sostegno della produzione industriale nazionale a tutela dei livelli occupazionali, nonché per stimolare la crescita economica e rafforzare la competitività; sull'adozione del Libro bianco sulla nuova strategia italiana di politica industriale.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, unitamente a personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Gruppo Operativo Regionale Antifrode - Gora), hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Termini Imerese (su richiesta della Procura termitana), con cui è stato disposto il sequestro preventivo di 10 complessi aziendali, nonché di beni e di disponibilità finanziarie per oltre 15 milioni di euro nei confronti di 13 soggetti (anche per equivalente). Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Palermo in co-delega con il citato Ufficio dell’A.D.M., hanno consentito di ricostruire l’operatività di un’associazione per delinquere attiva nelle province di Palermo, Agrigento e Catania e dedita alla commissione di illeciti tributari, con particolare riferimento alla commercializzazione di prodotti energetici sottoposti ad aliquota agevolata (c.d. “gasolio agricolo”).
Secondo la ricostruzione compiuta, la frode avrebbe permesso di sottrarre al pagamento delle imposte oltre 11 milioni di litri di prodotto petrolifero e sarebbe stata perpetrata attraverso l’utilizzo strumentale di operatori economici del settore e la predisposizione di documentazione mendace. Più nel dettaglio, diversi depositi commerciali riconducibili ai vertici del sodalizio criminale avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti e predisposto DAS fittizi al fine di documentare cartolarmente la vendita di carburante a “società di comodo” o aziende del tutto ignare di quanto avveniva, mentre lo stesso, in realtà, veniva ceduto “in nero” a soggetti terzi non aventi titolo a riceverlo. Il che consentiva a questi ultimi di praticare prezzi fortemente concorrenziali a discapito degli altri operatori del settore.
Il descritto sistema di frode - come accertato all’esito di indagini tecniche, servizi di riscontro su strada e mirate attività ispettive - avrebbe garantito un significativo abbattimento dell’I.V.A. e delle Accise dovute, oltre che delle imposte dirette, generando un’evasione d’imposta, e un conseguente danno alle casse dello Stato, pari a 15.231.376,80 euro. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici, irregolarità nella loro circolazione e illeciti di natura tributaria.
Abu Dhabi, 19 feb. (Adnkronos) - Il segretario di Stato americano Marco Rubio è arrivato negli Emirati Arabi Uniti, ultima tappa del suo primo tour in Medio Oriente, dopo i colloqui di ieri con i funzionari russi a Riad. Rubio incontrerà ad Abu Dhabi il presidente degli Emirati Mohammed bin Zayed Al Nahyan e il ministro degli Esteri Abdullah bin Zayed Al Nahyan.
La visita di Rubio negli Emirati Arabi Uniti precede il vertice di venerdì in Arabia Saudita dei sei Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo, nonché di Egitto e Giordania, per rispondere al piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la Gaza del dopoguerra.
L'amministrazione Trump, che respinge qualsiasi ruolo futuro di Hamas nel devastato territorio palestinese, ha invitato i paesi arabi, fermamente contrari a qualsiasi spostamento dei palestinesi da Gaza, a proporre alternative al piano del presidente degli Stati Uniti.
Kiev, 19 feb. (Adnkronos) - Il massiccio attacco notturno con droni russi contro la città e l'oblast meridionale di Odessa ha ferito almeno quattro persone, tra cui un bambino. Lo ha riferito il governatore Oleh Kiper, secondo cui nell'attacco sono rimasti danneggiati una clinica pediatrica, un asilo, grattacieli e alcune automobili.