Cultura

Addio ad Amalia Signorelli, morta l’antropologa più amata dalla tv. Collaborava con il Fatto e con FqMillenniuM

di F. Q.

E’ morta questa mattina a Roma Amalia Signorelli, antropologa e accademica nelle Università di Urbino, Napoli e Roma. Spesso ospite di trasmissioni televisive, è stata blogger per ilfattoquotidiano.it a partire dal 2014 e collaboratrice di FqMillennium dal primo numero. Il direttore Peter Gomez e tutta la redazione esprimono la loro vicinanza alla famiglia, e in particolare ai tre figli – Sebastiano, Dina, Mario – e ai tre nipoti – Giacomo, Margherita, Kateryna.

Antropologa di fama internazionale, è stata autrice di studi e testi pioneristici sui processi di mutamento culturale nell’Italia meridionale, sui fenomeni delle migrazioni, sul clientelismo e la condizione delle donne. Laureata con il grande etnologo Ernesto De Martino, Amalia Signorelli fece parte della sua equipe di ricerca sul tarantismo di Puglia. Tra i fondatori dell’antropologia urbana, ha scritto testi metodologici che hanno contribuito a renderla disciplina autonoma.

Sul fronte accademico, Amalia Signorelli è stata professoressa ordinaria alla Federico II di Napoli, dove ha diretto il centro di ricerca audiovisiva sulle culture popolari, docente all’Università di Urbino, a La Sapienza di Roma, a l’Ecole Haute Etudes de Sciences Sociales di Parigi e nel Departamento de Antropologia de la Universidad Autònoma Metropolitana di Città del Messico. È stata anche consulente dell’Unione europea e dell’International Labour Organization per l’emigrazione.

Negli ultimi anni ha fatto sentire la sua voce nel dibattito politico: è stata opinionista battagliera, libera ed indipendente in programmi televisivi e sulle colonne di testate nazionali e riviste internazionali contribuendo alla divulgazione dell’antropologia culturale ed al confronto su tematiche politiche. Per questo, fin dal primo numero il mensile del fatto Fq Millennium ha voluto una sua rubrica fissa, dove Amalia leggeva con le lenti dell’accademica i fenomeni sociali e politici dell’oggi. Il nome scelto da lei era tutto un programma: “Non concilio”, un rimando alla richiesta dei vigili di un tempo, che quando ti appioppavano una multa domandavano: “Che fa, concilia?”. Un suo cruccio, espresso in una delle ultime telefonate alla redazione, era questo: “Vorrei occuparmi di più della questione di genere”. FqMillennium lo farà, anche in sua memoria.

Qui il suo intervento alla serata del 2 dicembre per la Costituzione organizzata dal Fatto e dai Comitati del No, dove fra l’altro afferma: “Siamo chiamati a votare il referendum delle menzogne”.

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