Scrivo questo post dopo un’osservazione di lunga data del mondo maschile rispetto al tema del sesso e dell’avere una relazione sessuale con una donna (anche aiutata da testimonianze di amiche e conoscenti). Non ha – ovviamente – alcun valore statistico, eppure sono certa che in molte si ritroveranno in questo quadro. Che, purtroppo, è abbastanza desolante, pur con le dovute e abbondanti eccezioni.
Il dato di partenza è la libertà, sicuramente nuova, nell’intrecciare relazioni sessuali. Oggi, uomini e donne si sentono autorizzati a cercare avventure anche se sposati o fidanzati. Su questo finalmente c’è parità, perché era aberrante che l’adulterio fosse consentito, moralmente e anche a livello legislativo fino a poco tempo fa, solo agli uomini. La facilità con cui si trovano persone, manco a dirlo, è legata alle app come Tinder e simili, ma anche agli stessi social, attraverso i quali è facile entrare in contatto con decine e decine di persone.
E infatti la prima fase delle relazioni di oggi è facilissima. Entrare in contatto con una persona, esserne incuriositi, invitarla a chattare, cominciare a scambiarsi messaggini sempre più spinti. Su questo versante, gli uomini sono bravissimi. Capaci di scrivere centinaia e centinaia di messaggi whatsapp con le cose più ardite, estreme, rispolverano l’intero kamasutra e vanno persino oltre.
I problemi nascono dopo, quando si dovrebbe passare alla realtà, ai corpi concreti, alle emozioni meno digitali. Una buona parte di loro a questa fase non ci arriva proprio, fugge a gambe levate per paura (e anche una certa codardia). Un’altra parte se ne va dopo il primo incontro, sempre per l’incapacità di gestire una relazione con una persona reale, in carne e ossa. Quelli che rimangono, però, non sempre sono i migliori. Perché anche se iniziano una “relazione” sessuale, lo fanno con modi e criteri che spesso sono totalmente lontani dai desideri reali di una donna. E non perché le donne, come vuole uno stereotipo, puntino più sulle emozioni e meno sul sesso, ma perché – e questo invece sembra un luogo comune ma non lo è – desiderano il sesso esattamente come gli uomini, però riescono ad arrivarci solo attraverso certe emozioni.
Anche se il contatto è avvenuto “digitalmente”, l’altra metà del cielo si aspetta un corteggiamento più tradizionale, o meglio, più romantico. Che non significa andare a letto dopo sei mesi, oppure ricevere un anello (ridicolo, perché spesso anche le donne vivono relazioni clandestine o hanno più amanti). Significa, invece, sentirsi profondamente desiderate, entrare in una relazione fatta di tempi dilatati, dove le emozioni possano manifestarsi lentamente, dove ci si possa lasciare andare sapendo che si troverà dall’altra parte qualcuno che ti sostenga e non un buco dove cadere e farsi male.
Non importa che siano sposate o no, che la relazione non sia la sola, per le donne quello che conta è sentirsi unica e sentire che questa unicità si manifesta ogni giorno nelle parole, ma soprattutto nei gesti, dell’uomo. Che sono fatti di parole, ovviamente, e carezze ma possono essere anche concreti, di aiuto “materiale”, perché no, in questi tempi difficili non c’è niente di scandaloso a trovare consigli e appoggi. Pensare l’altro significa pensarlo in tutta la sua esistenza concreta. E dunque, per fare un esempio, se la tua amante ha un bambino e poco lavoro, e non ha i soldi per comprargli i pennarelli, è giusto e bello darle una mano. In fondo, gli amanti di un tempo così facevano.
Ma se esiste una minoranza di uomini che tutto questo lo capisce e lo mette in pratica, la maggioranza non si comporta affatto così. Totalmente autocentranti sulle loro esistenze, certamente spesso complesse, gli uomini chiedono solo poche scocciature e molto piacere. Alle donne domandano di incontrarsi nei ritagli di tempo, ma quelli loro per lo più, non di lei, e di passare subito al concreto, perché – anche questo sembra un cliché eppure è vero – la loro capacità di eccitarsi è rapida, prendere scopare, finire, andarsene, esattamente il contrario di una donna che di tempo ha bisogno. A dir la verità, neanche di relazione si può parlare in questi casi, perché per questi uomini una relazione – sia pure segreta e quindi limitata a pochi incontri – è già qualcosa di eccessivo. Semplicemente vogliono sesso veloce, quando possono loro, e come dicono loro, con qualche variante sul tema.
Anche dal punto di vista economico, l’impegno è pochissimo. Ho sempre pensato che non sia del tutto giusto che un uomo, specie se giovane ma soprattutto non benestante, si senta costretto a offrire un pranzo o un caffè, ma qui siamo arrivati al grado zero del galateo, con uomini che ti dicono “ho i soldi interi, paga tu”. L’investimento sull’altro, anzi l’altra, è minimo, il tempo è poco e se la donna alza pretese è facile troncare e iniziare con un’altra (succede, molto spesso questi uomini semplicemente abbandonano la donna senza più scrivere né rispondere ai messaggi, una forma di violenza che andrebbe punita dal codice penale). Perché in fondo, sempre con il beneficio del dubbio, una vale quasi l’altra, e vince la scopata non tanto la più giovane o più carina ma semplicemente quella più remissiva, capace di accettare che le regole del gioco le decida lui. Ma allora, scusate la provocazione, sarebbe quasi meglio che queste donne si facessero pagare. Sì, perché in definitiva assomigliano pericolosamente alle donne che docili devono essere per contratto.
Parlando con amiche e conoscenti, ho potuto constatare l‘enorme disagio – e delusione e frustrazione – che provocano queste relazioni usa e getta. “Noi chiediamo poco, mica pretendiamo che lasci la moglie né di aver una relazione esclusiva, ma almeno un po’ di galanteria, una continuità almeno mentale se non fisica, e un caffè offerto”, dicono. Molte hanno deciso di troncare. Altre continuano, tra nuove eccitazioni e nuove delusioni, ma è un tira e molla logorante. Insomma, ci sono ancora gli uomini di una volta? Sicuramente sì, ma anzi farebbero bene a far sentire la loro voce, perché onestamente è sempre più flebile.
C’è da chiedersi se anche le donne si comportano così, da predatrici del sesso usa e getta, sempre in cerca di uomini con cui scopare senza emozioni né impegno. Aspetto indicazioni da voi che leggete. A quanto sento, però, credo che siano una minoranza, anche se certo il cambiamento delle relazioni coinvolge anche loro. Ma la diversità ancora esiste e non è di poco conto.
Le donne di oggi chiedono poco, ripeto, non vogliono essere mantenute, né uniche. Anche le loro esistenze sono d’altronde un incastro impossibile. Ma continuano a voler nutrire una relazione, anche se fatta di poche ore, mettendoci continuità sentimentale e mentale, desiderio di amore, voglia di un sesso che parta dalla testa e non (solo) dalla zona genitale. Un tempo, il desiderio di questo sesso (e amore) sarebbe stato il minimo. Oggi persino questo, invece, sembra essere diventato un’irraggiungibile utopia.
Elisabetta Ambrosi
Giornalista e scrittrice
Sesso & Volentieri - 26 Ottobre 2017
Il sesso secondo gli uomini di oggi, quando hanno voglia loro e senza neanche offrire un caffè
Scrivo questo post dopo un’osservazione di lunga data del mondo maschile rispetto al tema del sesso e dell’avere una relazione sessuale con una donna (anche aiutata da testimonianze di amiche e conoscenti). Non ha – ovviamente – alcun valore statistico, eppure sono certa che in molte si ritroveranno in questo quadro. Che, purtroppo, è abbastanza desolante, pur con le dovute e abbondanti eccezioni.
Il dato di partenza è la libertà, sicuramente nuova, nell’intrecciare relazioni sessuali. Oggi, uomini e donne si sentono autorizzati a cercare avventure anche se sposati o fidanzati. Su questo finalmente c’è parità, perché era aberrante che l’adulterio fosse consentito, moralmente e anche a livello legislativo fino a poco tempo fa, solo agli uomini. La facilità con cui si trovano persone, manco a dirlo, è legata alle app come Tinder e simili, ma anche agli stessi social, attraverso i quali è facile entrare in contatto con decine e decine di persone.
E infatti la prima fase delle relazioni di oggi è facilissima. Entrare in contatto con una persona, esserne incuriositi, invitarla a chattare, cominciare a scambiarsi messaggini sempre più spinti. Su questo versante, gli uomini sono bravissimi. Capaci di scrivere centinaia e centinaia di messaggi whatsapp con le cose più ardite, estreme, rispolverano l’intero kamasutra e vanno persino oltre.
I problemi nascono dopo, quando si dovrebbe passare alla realtà, ai corpi concreti, alle emozioni meno digitali. Una buona parte di loro a questa fase non ci arriva proprio, fugge a gambe levate per paura (e anche una certa codardia). Un’altra parte se ne va dopo il primo incontro, sempre per l’incapacità di gestire una relazione con una persona reale, in carne e ossa. Quelli che rimangono, però, non sempre sono i migliori. Perché anche se iniziano una “relazione” sessuale, lo fanno con modi e criteri che spesso sono totalmente lontani dai desideri reali di una donna. E non perché le donne, come vuole uno stereotipo, puntino più sulle emozioni e meno sul sesso, ma perché – e questo invece sembra un luogo comune ma non lo è – desiderano il sesso esattamente come gli uomini, però riescono ad arrivarci solo attraverso certe emozioni.
Anche se il contatto è avvenuto “digitalmente”, l’altra metà del cielo si aspetta un corteggiamento più tradizionale, o meglio, più romantico. Che non significa andare a letto dopo sei mesi, oppure ricevere un anello (ridicolo, perché spesso anche le donne vivono relazioni clandestine o hanno più amanti). Significa, invece, sentirsi profondamente desiderate, entrare in una relazione fatta di tempi dilatati, dove le emozioni possano manifestarsi lentamente, dove ci si possa lasciare andare sapendo che si troverà dall’altra parte qualcuno che ti sostenga e non un buco dove cadere e farsi male.
Non importa che siano sposate o no, che la relazione non sia la sola, per le donne quello che conta è sentirsi unica e sentire che questa unicità si manifesta ogni giorno nelle parole, ma soprattutto nei gesti, dell’uomo. Che sono fatti di parole, ovviamente, e carezze ma possono essere anche concreti, di aiuto “materiale”, perché no, in questi tempi difficili non c’è niente di scandaloso a trovare consigli e appoggi. Pensare l’altro significa pensarlo in tutta la sua esistenza concreta. E dunque, per fare un esempio, se la tua amante ha un bambino e poco lavoro, e non ha i soldi per comprargli i pennarelli, è giusto e bello darle una mano. In fondo, gli amanti di un tempo così facevano.
Ma se esiste una minoranza di uomini che tutto questo lo capisce e lo mette in pratica, la maggioranza non si comporta affatto così. Totalmente autocentranti sulle loro esistenze, certamente spesso complesse, gli uomini chiedono solo poche scocciature e molto piacere. Alle donne domandano di incontrarsi nei ritagli di tempo, ma quelli loro per lo più, non di lei, e di passare subito al concreto, perché – anche questo sembra un cliché eppure è vero – la loro capacità di eccitarsi è rapida, prendere scopare, finire, andarsene, esattamente il contrario di una donna che di tempo ha bisogno. A dir la verità, neanche di relazione si può parlare in questi casi, perché per questi uomini una relazione – sia pure segreta e quindi limitata a pochi incontri – è già qualcosa di eccessivo. Semplicemente vogliono sesso veloce, quando possono loro, e come dicono loro, con qualche variante sul tema.
Anche dal punto di vista economico, l’impegno è pochissimo. Ho sempre pensato che non sia del tutto giusto che un uomo, specie se giovane ma soprattutto non benestante, si senta costretto a offrire un pranzo o un caffè, ma qui siamo arrivati al grado zero del galateo, con uomini che ti dicono “ho i soldi interi, paga tu”. L’investimento sull’altro, anzi l’altra, è minimo, il tempo è poco e se la donna alza pretese è facile troncare e iniziare con un’altra (succede, molto spesso questi uomini semplicemente abbandonano la donna senza più scrivere né rispondere ai messaggi, una forma di violenza che andrebbe punita dal codice penale). Perché in fondo, sempre con il beneficio del dubbio, una vale quasi l’altra, e vince la scopata non tanto la più giovane o più carina ma semplicemente quella più remissiva, capace di accettare che le regole del gioco le decida lui. Ma allora, scusate la provocazione, sarebbe quasi meglio che queste donne si facessero pagare. Sì, perché in definitiva assomigliano pericolosamente alle donne che docili devono essere per contratto.
Parlando con amiche e conoscenti, ho potuto constatare l‘enorme disagio – e delusione e frustrazione – che provocano queste relazioni usa e getta. “Noi chiediamo poco, mica pretendiamo che lasci la moglie né di aver una relazione esclusiva, ma almeno un po’ di galanteria, una continuità almeno mentale se non fisica, e un caffè offerto”, dicono. Molte hanno deciso di troncare. Altre continuano, tra nuove eccitazioni e nuove delusioni, ma è un tira e molla logorante. Insomma, ci sono ancora gli uomini di una volta? Sicuramente sì, ma anzi farebbero bene a far sentire la loro voce, perché onestamente è sempre più flebile.
C’è da chiedersi se anche le donne si comportano così, da predatrici del sesso usa e getta, sempre in cerca di uomini con cui scopare senza emozioni né impegno. Aspetto indicazioni da voi che leggete. A quanto sento, però, credo che siano una minoranza, anche se certo il cambiamento delle relazioni coinvolge anche loro. Ma la diversità ancora esiste e non è di poco conto.
Le donne di oggi chiedono poco, ripeto, non vogliono essere mantenute, né uniche. Anche le loro esistenze sono d’altronde un incastro impossibile. Ma continuano a voler nutrire una relazione, anche se fatta di poche ore, mettendoci continuità sentimentale e mentale, desiderio di amore, voglia di un sesso che parta dalla testa e non (solo) dalla zona genitale. Un tempo, il desiderio di questo sesso (e amore) sarebbe stato il minimo. Oggi persino questo, invece, sembra essere diventato un’irraggiungibile utopia.
Articolo Precedente
Porno, ecco perché molte attrici non vogliono lavorare con attori di colore
Articolo Successivo
Raffaele Morelli: ‘In ogni donna c’è una prostituta’. Sbagliato, lo stupro è sempre un crimine
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
FQ Magazine
Alessandro Michele trasforma un bagno pubblico in passerella: da Valentino, la moda è un “meta-teatro dell’intimità”
“Con Andrea Iannone è stato colpo di fulmine. Ho capito che volevo far parte della sua vita. Ci sono gli abbracci e l’amore”: lo rivela Elodie a Verissimo
“Con la perdita di papà c’è stato un crollo totale delle mie certezze. Ho vissuto per molti anni la malinconia come stile di vita”: Brunori Sas a Domenica In
(Adnkronos) - "Se spengo Starlink, l'Ucraina crolla". Elon Musk è allineato con Donald Trump e invoca lo stop immediato della guerra tra Ucraina e Russia. Il magnate, pilastro dell'amministrazione del nuovo presidente americano, dall'inizio del conflitto ha messo a disposizione di Kiev il sistema satellitare Starlink. Gli Usa, negli ultimi giorni, hanno sospeso l'invio di aiuti militari all'Ucraina e hanno fermato la condivisione di informazioni di intelligence. Se Musk disattivasse Starlink, per le forze di Kiev sarebbe un disastro.
"Io - scrive il magnate su X - ho letteralmente sfidato Putin ad un combattimento uno contro uno sull'Ucraina. Il mio sistema Starlink è la spina dorsale dell'esercito ucraino. Se lo spegnessi, l'intera linea del fronte crollerebbe".
Musk individua anche un'altra soluzione: "Bisogna imporre sanzioni ai 10 principali oligarchi ucraini, specialmente quelli che vivono a Monaco, e tutto questo cesserà immediamente. Questa è la chiave".
L'Ucraina usufruisce di migliaia di terminali Starlink. Una parte è fornita dalla Polonia, che ha sottoscritto un contratto con SpaceX, il colosso che gestisce Starlink. "Il servizio di Starlink per l'Ucraina, circa 50 milioni di dollari ogni anno, è pagato dal ministero polacco per la Digitalizzazione. Se SpaceX si dimostrasse un fornitore inaffidabile, dovremmo cercare altrove", le parole di Radoslaw Sikorski, ministro degli Esteri di Varsavia.
Le parole di Mr X arrivano in un momento cruciale del conflitto. Le forze russe stanno riconquistando territori nella regione di Kursk, che l'Ucraina ha invaso dall'agosto 2024. L'obiettivo di Vladimir Putin sembra essere una spallata finale, che consenta a Mosca di presentarsi all'eventuale tavolo delle trattative con un quadro estremamente favorevole. "Non faremo concessioni", ha detto il presidente russo in settimana: nella sua visione, tutto ciò che è stato conquistato non verrà riconsegnato a Kiev.
L'obiettivo di Musk, così come quello di Trump, è lo stop immediato alla guerra: "Mi disgustano anni di massacro in uno stallo che terminerà inevitabilmente con la sconfitta dell'Ucraina. Chiunque abbia realmente a cuore la situazione e chiunque comprenda quello che sta succedendo - aggiunge - vuole che il tritacarne si fermi. Pace ora".
Nella sequenza di messaggi pubblicati da Musk nelle ultime ore spicca anche un tweet sul tema della Nato. A chi suggerisce l'uscita degli Usa dall'Alleanza, il miliardario replica: "Dovremmo davvero. Non ha senso che l'America paghi per la difesa dell'Europa".
Anche in questo caso, c'è una totale consonanza con le posizioni del presidente Trump. Gli Usa, ha detto il leader della Casa Bianca, non hanno intenzione di difendere chi non paga. Nelle ultime ore, inoltre, secondo indiscrezioni di stampa ha preso forma il piano per un progressivo disimpegno americano rispetto al Vecchio Continente: con il 2025 si esaurirà la partecipazione a stelle e strisce a manovre in Europa.
San Marino, 9 mar. (Adnkronos) - La rinascita internazionale dell’italo dance riparte da San Marino, con un biglietto per l’Eurovision di Basilea. Gabry Ponte, favoritissimo della vigilia, si è aggiudicato la vittoria del San Marino Song Contest e salirà sul palco dell’edizione svizzera dell’Esc come rappresentante della repubblica del Titano, potendo dunque contare potenzialmente anche sul voto degli italiani (nessun paese può votare per il proprio candidato e l’Italia è stato sorteggiata anche tra i paesi che potranno votare per San Marino il prossimo 13 maggio nella prima semifinale). “Ricordati che ‘Tutta l’Italia’ potrà votare per te”, ha fatto notare il Segretario di Stato di San Marino, Federico Pedini Amati, rivolto al vincitore subito dopo la proclamazione. “Questa canzone – ha confessato Ponte - mi ha dimostrato per l'ennesima volta quello che già era successo con gli Eiffel 65 e ‘Blue’ 27 anni fa: che una canzone scritta in uno studio in poche ore può avere dei risvolti e un percorso pazzesco che uno non avrebbe mai immaginato. Adesso questa sfida di Basilea è molto eccitante e sono veramente contento”.
A incoronarlo vincitore, la giuria presieduta da Luca De Gennaro, che ha motivato il verdetto: “Abbiamo fatto un lavoro molto onesto con noi stessi con un obiettivo, quello di sapere qual era la destinazione finale, cioè l'Eurovision. Non abbiamo votato secondo i gusti personali. Se volete vedere le statistiche degli artisti italiani più ascoltati nel mondo Gabry Ponte è uno dei primi. E poi San Marino fa parte di quel territorio italiano che è sempre stata la culla della musica da ballare, l'Adriatico, le discoteche, Rimini e Riccione. Quindi è giusto che San Marino porti verso l'Europa questo tipo di musica”, sottolineato.
Gabry Ponte, 52 anni e da quasi 30 sulla breccia come dj e producer (con un certo numero di successi internazionali all’attivo), era comunque molto emozionato sabato sera, nel Teatro di Dogana di San Marino: “Sono 30 anni che faccio questo lavoro fantastico e credo che il giorno in cui salirò su un palco senza essere emozionato, sarà l'ultimo giorno in cui salirò su un palco”, ha detto subito dopo la vittoria, ottenuta con un brano, ‘Tutta l’Italia’, nato in vista del grande appuntamento live fissato per il 28 giugno a San Siro (che ora sulla scia dell’Eurovision potrebbe vedere aggiungersi almeno un’altra data, vocifera qualcuno). “La canzone è nata in studio insieme a due amici autori, molto talentuosi, che sono Edwin Roberts e Andrea Bonomo. Io a giugno farò il mio primo concerto a San Siro e ci siamo proprio visualizzati l'immagine di uno stadio pieno di tutta l'Italia, che salta e che balla questa musica dance. Siamo partiti da questa immagine e poi la canzone è nata in maniera abbastanza spontanea nel giro di due ore”, ha raccontato. Un brano dance contaminato con alcuni elementi folk della cultura italiana, dalla fisarmonica alla tarantella. “La musica definisce un po' la cultura e l'identità di un popolo, da sempre. Quindi mi piace molto contaminare la musica dance, che poi peraltro si presta tantissimo, più di qualsiasi altro genere musicale, a essere contaminata con il folklore. L'Italia ha una tradizione folkloristica enorme, quindi abbiamo preso questa volta un po' di pizzica, un po' di tarantella e ci siamo divertiti molto”, ha aggiunto.
Sul tipo di modifiche che potrebbe proporre per l’esibizione a Basilea, Ponte ha rimandato alle prossime settimane. “Per ora ci siamo concentrati prima su Sanremo e poi su San Marino, da domani ci mettiamo al lavoro sull’Eurovision per presentarci al meglio”, spiega. Ma una cosa è già certa: l’Ebu non chiederà modifiche al testo perché aveva già dato il suo via libera prima del San Marino Song Contest. “Abbiamo mandato tutti i testi all'Ebu – ha spiegato il direttore di Una Voce per San Marino, Denny Montesi - perché sappiamo che non ci devono essere citazioni politiche e religiose nei testi. Quindi avevamo sottoposto due dubbi: uno riguardava il fatto che il brano di Gabry citasse Craxi e ‘avanti popolo’, l’altro riguardava il brano di Giacomo Voli, che citava l’Ave Maria. L’Ebu ha risposto che entrambi i brani non infrangono il regolamento”, ha assicurato.
A chi gli ha fatto notare che, dopo le polemiche su ‘Espresso Macchiato’ dell’estone Tommy Cash, c’è chi ha detto che anche ‘Tutta l’Italia’ propone un ritratto non proprio edificante del Bel Paese, Ponte ha risposto: “Noi l'abbiamo fatto in maniera ironica. Ci siamo messi a immaginare una fotografia di questo paese, scherzando su alcuni cliché che nel bene e nel male rappresentano un po' l'Italia agli occhi, non solo degli italiani, ma anche di chi vive fuori dall'Italia”.
Sui due ‘cantanti mascherati’ (che poi sono i due coautori della canzone) che lo hanno accompagnato sul palco sia a Sanremo che a San Marino, Ponte ha spiegato: “Ci sono delle persone che fanno questo lavoro ma che non amano apparire. A me faceva piacere avere le persone con cui ho scritto il pezzo con me sul palco, ho chiesto loro se avessero voglia di prendere parte a questa avventura, però allo stesso tempo rispetto la loro volontà e quindi abbiamo deciso tutti insieme che la soluzione poteva essere quella di avere dei cantanti mascherati che non devono mostrare la faccia ma possono cantare il pezzo che hanno contribuito a scrivere”.
All’Eurovision Gabry Ponte si troverà in qualche modo anche a sfidare Lucio Corsi, che rappresenterà l’Italia a Basilea: “Lucio Corsi non lo conosco personalmente ma ho grande stima di lui. E sono sinceramente contento che sia andato lui all'Eurovision a rappresentare l'Italia perché parlavamo prima della musica come rappresentazione dell'identità di un popolo e una delle tradizioni più forti della musica italiana è proprio il cantautorato. E poi il pezzo di Lucio era uno dei miei pezzi preferiti di Sanremo”, ha detto. Che poi ha spiegato perché ‘Tutta l’Italia’ non era in gara a Sanremo: “Il regolamento di Sanremo prevede che ogni artista che partecipa in gara debba cantare. Io sono un DJ, non canto. Abbiamo ragionato con Carlo su diverse possibilità per avere il pezzo in gara, ma non siamo riusciti a trovare una quadra che soddisfacesse il regolamento del festival e noi che abbiamo scritto la canzone” (l’unico altro artista in gara non cantante, Shablo, ha dovuto infatti presentarsi dichiarando i due feat di Joshua e Tormento, ndr.). “Poi Conti ha avuto quest'idea di farlo diventare la sigla e per me è stato un grande onore”, ha aggiunto Ponte che ha voluto dedicare la vittoria di San Marino a tutti i suoi fan. “Devo tutto a loro”, ha detto prima di ammettere che l’Eurovision non era mai stato prima nei suoi pensieri: “E’ arrivato in maniera naturale, abbastanza inaspettata, se devo essere sincero. La cosa bella della musica, per cui io continuo a essere innamorato di quello che faccio, è che è tutto sempre imprevedibile”. (di Antonella Nesi)
(Adnkronos) - Tritacarne in regalo alle madri di soldati russi caduti in Ucraina in occasione della Festa della Donna. Polemica e choc in Russia per l'iniziativa di una sezione locale del partito al governo di Vladimir Putin, Russia Unita. A Polyarniye Zori, nella regione di Murmansk, funzionari sorridenti del partito sono stati riprese mentre, sorridenti, consegnano fiori e tritacarne, parola ampiamente utilizzata per descrivere le brutali tattiche della Russia in prima linea. Il messaggio di accompagnamento ringraziava le "care mamme" per la loro "forza d'animo e l'amore che mettono nell'educazione dei loro figli".
Immediate le reazioni online che hanno definito il gesto "vergognoso" e "inappropriato", soprattutto considerando la connotazione negativa del tritacarne. La parola russa per il tritacarne, myasorubka, ha lo stesso doppio significato dell'inglese. Si riferisce a una tattica che comporta pesanti perdite, in cui piccoli gruppi di soldati vengono inviati in attacco, uno dopo l'altro, in ondate, rischiando pesanti perdite, con l'obiettivo di logorare e sopraffare le truppe ucraine.
La sezione locale del partito a Polyarniye Zori ha respinto le critiche, definendole "interpretazioni crudeli e provocatorie". Il sindaco Maxim Chengayev, presente alla consegna dei doni, ha dichiarato che i tritacarne non erano previsti inizialmente, ma che "una donna li ha richiesti, e ovviamente non abbiamo potuto dire di no", secondo quanto affermato da Russia Unita. Successivamente, il partito ha pubblicato un video in cui una madre ringraziava goffamente per i regali, confermando di aver richiesto personalmente un tritacarne per necessità.
Le perdite russe in Ucraina rimangono ufficialmente non quantificate, sebbene i media indipendenti parlino di molte decine di migliaia di morti. Il sito web russo Mediazona e il servizio russo della Bbc hanno dichiarato il mese scorso di aver identificato i nomi di 91.000 soldati russi uccisi, ma ha aggiunto che il bilancio effettivo sarebbe probabilmente “notevolmente più alto”. Alla fine del 2024, l’allora segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha parlato di 700.000 soldati russi uccisi o feriti.
Anche le perdite ucraine sono ingenti. A febbraio, il presidente Volodymyr Zelenskyy ha dichiarato che più di 46.000 soldati ucraini sono stati uccisi e circa 380.000 feriti. I resoconti dei media basati su fonti occidentali hanno dato a temperature delle vittime militari ucraine stimate che vanno da 50.000 a 100.000.
(Adnkronos) - "Se spengo Starlink, l'Ucraina crolla". Elon Musk è allineato con Donald Trump e invoca lo stop immediato della guerra tra Ucraina e Russia. Il magnate, pilastro dell'amministrazione del nuovo presidente americano, dall'inizio del conflitto ha messo a disposizione di Kiev il sistema satellitare Starlink. Gli Usa, negli ultimi giorni, hanno sospeso l'invio di aiuti militari all'Ucraina e hanno fermato la condivisione di informazioni di intelligence. Se Musk disattivasse Starlink, per le forze di Kiev sarebbe un disastro.
"Io - scrive il magnate su X - ho letteralmente sfidato Putin ad un combattimento uno contro uno sull'Ucraina. Il mio sistema Starlink è la spina dorsale dell'esercito ucraino. Se lo spegnessi, l'intera linea del fronte crollerebbe".
Musk individua anche un'altra soluzione: "Bisogna imporre sanzioni ai 10 principali oligarchi ucraini, specialmente quelli che vivono a Monaco, e tutto questo cesserà immediamente. Questa è la chiave".
Le parole di Mr X arrivano in un momento cruciale del conflitto. Le forze russe stanno riconquistando territori nella regione di Kursk, che l'Ucraina ha invaso dall'agosto 2024. L'obiettivo di Vladimir Putin sembra essere una spallata finale, che consenta a Mosca di presentarsi all'eventuale tavolo delle trattative con un quadro estremamente favorevole. "Non faremo concessioni", ha detto il presidente russo in settimana: nella sua visione, tutto ciò che è stato conquistato non verrà riconsegnato a Kiev.
L'obiettivo di Musk, così come quello di Trump, è lo stop immediato alla guerra: "Mi disgustano anni di massacro in uno stallo che terminerà inevitabilmente con la sconfitta dell'Ucraina. Chiunque abbia realmente a cuore la situazione e chiunque comprenda quello che sta succedendo - aggiunge - vuole che il tritacarne si fermi. Pace ora".
Nella sequenza di messaggi pubblicati da Musk nelle ultime ore spicca anche un tweet sul tema della Nato. A chi suggerisce l'uscita degli Usa dall'Alleanza, il miliardario replica: "Dovremmo davvero. Non ha senso che l'America paghi per la difesa dell'Europa".
Anche in questo caso, c'è una totale consonanza con le posizioni del presidente Trump. Gli Usa, ha detto il leader della Casa Bianca, non hanno intenzione di difendere chi non paga. Nelle ultime ore, inoltre, secondo indiscrezioni di stampa ha preso forma il piano per un progressivo disimpegno americano rispetto al Vecchio Continente: con il 2025 si esaurirà la partecipazione a stelle e strisce a manovre in Europa.
(Adnkronos) - E' stato stroncato da un infarto che lo ha colto nella sua abitazione Carmine Gallo, il super poliziotto protagonista per anni della lotta alla criminalità organizzata a Milano e di recente coinvolto nell’inchiesta Equalize sui presunti dossieraggi illeciti. Aveva 66 anni.
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "Il nostro governo ha scelto di realizzare i termovalorizzatori con risorse pubbliche, stanziando 800 milioni di euro attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). Questo per evitare che il costo di ammortamento potesse ricadere sui cittadini attraverso tariffe esorbitanti. Noi vogliamo evitare questo errore e garantire un sistema sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Non solo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia il Presidente della Regione siciliana Renato Schifani. "I termovalorizzatori rappresentano una grande opportunità anche per il nostro sistema energetico- dice -In un periodo storico in cui i costi dell’energia sono sempre più elevati e la transizione ecologica è una priorità globale, trasformare i rifiuti in energia significa rendere la Sicilia più autonoma, ridurre la dipendenza da fonti fossili e creare un sistema. Il nostro cronoprogramma: entro questo marzo/aprile bando per progettazione; entro settembre 2026 inizio lavori (durata diciotto mesi). La Sicilia non può più permettersi di rimanere prigioniera dell’emergenza, della precarietà, dell’inerzia. È il momento di agire con coraggio e senso del dovere".
"Chi si oppone abbia almeno l’onestà di dire chiaramente perché e di assumersi la responsabilità di condannare questa terra al degrado e all’inefficienza- dice Schifani - Non possiamo accettare che il futuro della Sicilia venga bloccato da interessi di parte, da vecchie logiche a volte ambigue. Non possiamo più tollerare un sistema che penalizza i cittadini, le imprese e l’ambiente. La nostra Regione merita di voltare pagina. Merita un futuro fatto di pulizia, decoro e sostenibilità. Noi andremo avanti, con determinazione e con la convinzione che questa sia l’unica strada possibile. Anche se in salita. In tutti i sensi. Perché la Sicilia merita di più".
Palermo,9 mar. (Adnkronos) - "Perché, dopo vent’anni di dibattiti e promesse mancate, ancora oggi qualcuno si oppone alla realizzazione di impianti di termovalorizzazione? L’esperienza europea dimostra che questi impianti sono una soluzione efficiente e sicura per chiudere il ciclo dei rifiuti, trasformando ciò che non può essere riciclato in energia pulita. Eppure, in Sicilia si è continuato a rinviare, mentre le discariche si riempiono e i cittadini pagano bollette sempre più alte per smaltire i rifiuti altrove. È davvero un problema di tutela ambientale? No, perché i moderni termovalorizzatori sono progettati per garantire emissioni praticamente nulle, rispettando i più severi standard europei". Così il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in un intervento sul Giornale di Sicilia. "Parlare di inquinamento è oggi fuori luogo: in molte città del Nord Italia, in Europa e nel mondo, questi impianti convivono con i centri abitati senza alcun impatto sulla qualità dell’aria", dice.
"Forse si vuole difendere il business delle discariche? È un dubbio legittimo. Il sistema attuale, infatti, ha spesso alimentato interessi economici poco trasparenti, in alcuni casi perfino legati alla criminalità organizzata. E di questo ho parlato in occasione della mia audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie", conclude Schifani.