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Lavoro, Istat: “6 giovani disoccupati su 10 non sono disposti a trasferirsi. 4 su 10 trovano posto grazie a raccomandazioni”

È quanto emerge dal focus dell’istituto di ricerca sui giovani nel mercato del lavoro, che sottolinea come tra coloro che sono usciti dal sistema di istruzione nell’ultimo biennio la quota di occupati in lavori atipici è del 51,7% per i laureati e del 64,4% per i diplomati
Lavoro, Istat: “6 giovani disoccupati su 10 non sono disposti a trasferirsi. 4 su 10 trovano posto grazie a raccomandazioni”
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Sei giovani disoccupati su dieci non sono disposti a trasferirsi per trovare un lavoro. Quattro su dieci lo trovano dopo una “raccomandazione” di parenti o amici, mentre uno su quattro ha un lavoro a termine. E sempre uno su quattro lavora a orario ridotto, “nella maggioranza dei casi per l’impossibilità di trovare un’occupazione a tempo pieno”. È quanto emerge dal focus dell’Istat sui giovani nel mercato del lavoro, che sottolinea come tra coloro che sono usciti dal sistema di istruzione nell’ultimo biennio la quota di occupati in lavori atipici è del 51,7% per i laureati e del 64,4% per i diplomati.

“Quattro giovani disoccupati su 10, soprattutto laureati, sarebbero disponibili a trasferire per motivi di lavoro la loro residenza“, scrive l’istituto nazionale di statistica. Leggendfo il dato da un altro punto di vista, tre giovani su cinque non sarebbero dunque disposti a cambiare casa per trovare lavoro. “A parità di istruzione, le maggiori disponibilità a traslocare, anche all’estero, si riscontrano in giovani provenienti da ambienti familiari culturalmente più elevati“, annota l’Istat.

Interessante anche il fatto che chi invece un lavoro lo ha, lo trova spesso grazie all’aiuto di familiari. “Quattro giovani occupati su 10 hanno trovato lavoro con la segnalazione di parenti, amici o conoscenti. Tra i laureati crescono di molto le possibilità di trovare lavoro attraverso altri canali”, spiga l’Istat, secondo il quale “il 41% dei diplomati e il 31,4% dei laureati dichiarano che per svolgere adeguatamente il proprio lavoro sarebbe sufficiente un più basso livello di istruzione rispetto a quello posseduto”

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