A nome di tutti i piccoli azionisti che qui oggi rappresento, voglio esprimere la nostra forte riprovazione per l’incomprensibile trasferimento di Andrea Franzoso – il funzionario che ha permesso di portare alla luce il grave scandalo delle “spese pazze” dell’ex presidente Norberto Achille, consentendo così di tutelare il patrimonio aziendale – dal servizio Internal audit a un ruolo con ogni evidenza marginale, presso l’unità Regolamenti e normative del lavoro. Ritengo GRAVE questa decisione da parte dei vertici aziendali e contraria agli interessi di noi azionisti: tra l’altro, la motivazione della “riorganizzazione aziendale”, sostenuta dal presidente Andrea Gibelli nella sua intervista alla trasmissione Report, appare poco credibile.
Finiva così il mio intervento il 29 aprile 2016 all’assemblea degli azionisti di Ferrovie Nord Milano (Fnm). Erano i giorni in cui le cronache avevano portato alla ribalta il gruppo Fnm per i fatti di mala gestione dell’azienda e per le incessanti proteste dei pendolari a causa dei continui disservizi. Ci si chiedeva come ricondurre le attività del gruppo Fnm, controllato da regione Lombardia, alla sua missione principale: trasportare passeggeri e merci.
Dopo oltre 600 giorni, ecco la soluzione. Due anni e otto mesi di carcere è la condanna che il gup Roberto Arnaldi ha stabilito per l’ex presidente di Ferrovie Nord Milano spa holding, Norberto Achille nel processo in abbreviato in cui l’ex dirigente era accusato di peculato e truffa. La denuncia di Andrea Franzoso, funzionario delle Fnm ha portato a questa sentenza. Andrea Gibelli è ancora al suo posto nella carica di Presidente. La storia dell’esposto, Andrea ce l’ha raccontata nel suo libro appena uscito: “Il disobbediente” (edizioni Paper First).
Un racconto che mette in luce le ragioni e il senso della sua denuncia e ciò che ha vissuto in quei giorni drammatici. La relazione con la famiglia, i rischi di perdere il posto di lavoro (diventato realtà). La necessità di adottare una legge che protegga chi come lui denuncia la mala gestione aziendale. La condanna al presidente Achille ha colmato quel vuoto che si era fatto attorno a lui in azienda, quando decise, assumendosene tutti i rischi, di rendere pubblico come si gestivano i danari (pubblici).
Due sono le domande che mi sono posto leggendo il libro di Andrea.
1. Come può un’azienda che gestisce il danaro in questo modo funzionare bene e dare i servizi di trasporto cui è chiamata istituzionalmente e pagata abbondantemente da Regione Lombardia?
2. Quante aziende pubbliche, malamente regolate dalla politica, possono essere nella stessa situazione del gruppo Fnm, sprechi, spese pazze e inefficienza?
Cominciamo con la prima. La pessima gestione dei treni lombardi è nota soprattutto ai pendolari che ogni giorno usano il treno. Al punto da costituire, per tutelare i loro interessi di viaggiatori seriali, una quarantina di comitati pendolari, più delle linee gestite da Trenord (controllata da Fnm). Come mai continua a persistere un divario gestionale enorme con le ferrovie del nord Europa?
La gestione monopolista dell’azienda impedisce la concorrenza, rende poco responsabili i manager e quasi impossibile la trasparenza (a parte il caso di Andrea). Il libro dice tra le righe che c’è ancora molto da fare. Basti pensare, a proposito di spese folli, a un appalto per collegare i due terminal di Malpensa, il T1 e il T2 del 2014 e sotto indagine della Procura e della Guardia di Finanza. Si tratta di 3,6 km di binari costati 115 milioni di euro pari a 31,9 milioni a km. Tre volte il costo di uno stesso km di Alta Velocità in Francia.
Difficile spiegare anche come mai i costi della gestione dei treni (spesa corrente) siano esorbitanti. Il costo di esercizio di un km/treno (che lascia spesso scontenti i pendolari) costa 22 euro (il doppio del vicino Piemonte o di quanto costa in Emilia Romagna). Andrea ha aperto una porta: chi prosegue ora la strada della rivoluzione che c’è ancora da fare? Se non vogliamo far finta di niente, dobbiamo ritenere che anche altre aziende pubbliche di servizi, quelle al riparo della concorrenza, possono avere manager che pagano con i soldi dell’azienda le telefonate dei figli all’estero, tanto per fare un esempio.
Meno sono efficienti, meno sono trasparenti e più episodi di mala gestione possono annidarsi dentro aziende senza obiettivi vincolanti e gestite (ancora) con modelli clientelari. Insomma, Franzoso ci ha raccontato, con “Il disobbediente” la sua storia. A noi il compito di proseguire l’azione di pulizia e di efficienza tecnico-operativa in questo vasto mondo delle aziende di servizi pubblici.
Dario Balotta
Esperto di trasporti e ambiente
Giustizia & Impunità - 29 Ottobre 2017
Andrea Franzoso ha ripulito Ferrovie Nord. Ma quante aziende hanno bisogno di disobbedienti?
A nome di tutti i piccoli azionisti che qui oggi rappresento, voglio esprimere la nostra forte riprovazione per l’incomprensibile trasferimento di Andrea Franzoso – il funzionario che ha permesso di portare alla luce il grave scandalo delle “spese pazze” dell’ex presidente Norberto Achille, consentendo così di tutelare il patrimonio aziendale – dal servizio Internal audit a un ruolo con ogni evidenza marginale, presso l’unità Regolamenti e normative del lavoro. Ritengo GRAVE questa decisione da parte dei vertici aziendali e contraria agli interessi di noi azionisti: tra l’altro, la motivazione della “riorganizzazione aziendale”, sostenuta dal presidente Andrea Gibelli nella sua intervista alla trasmissione Report, appare poco credibile.
Finiva così il mio intervento il 29 aprile 2016 all’assemblea degli azionisti di Ferrovie Nord Milano (Fnm). Erano i giorni in cui le cronache avevano portato alla ribalta il gruppo Fnm per i fatti di mala gestione dell’azienda e per le incessanti proteste dei pendolari a causa dei continui disservizi. Ci si chiedeva come ricondurre le attività del gruppo Fnm, controllato da regione Lombardia, alla sua missione principale: trasportare passeggeri e merci.
Dopo oltre 600 giorni, ecco la soluzione. Due anni e otto mesi di carcere è la condanna che il gup Roberto Arnaldi ha stabilito per l’ex presidente di Ferrovie Nord Milano spa holding, Norberto Achille nel processo in abbreviato in cui l’ex dirigente era accusato di peculato e truffa. La denuncia di Andrea Franzoso, funzionario delle Fnm ha portato a questa sentenza. Andrea Gibelli è ancora al suo posto nella carica di Presidente. La storia dell’esposto, Andrea ce l’ha raccontata nel suo libro appena uscito: “Il disobbediente” (edizioni Paper First).
Il disobbediente
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Acquista su AmazonUn racconto che mette in luce le ragioni e il senso della sua denuncia e ciò che ha vissuto in quei giorni drammatici. La relazione con la famiglia, i rischi di perdere il posto di lavoro (diventato realtà). La necessità di adottare una legge che protegga chi come lui denuncia la mala gestione aziendale. La condanna al presidente Achille ha colmato quel vuoto che si era fatto attorno a lui in azienda, quando decise, assumendosene tutti i rischi, di rendere pubblico come si gestivano i danari (pubblici).
Due sono le domande che mi sono posto leggendo il libro di Andrea.
1. Come può un’azienda che gestisce il danaro in questo modo funzionare bene e dare i servizi di trasporto cui è chiamata istituzionalmente e pagata abbondantemente da Regione Lombardia?
2. Quante aziende pubbliche, malamente regolate dalla politica, possono essere nella stessa situazione del gruppo Fnm, sprechi, spese pazze e inefficienza?
Cominciamo con la prima. La pessima gestione dei treni lombardi è nota soprattutto ai pendolari che ogni giorno usano il treno. Al punto da costituire, per tutelare i loro interessi di viaggiatori seriali, una quarantina di comitati pendolari, più delle linee gestite da Trenord (controllata da Fnm). Come mai continua a persistere un divario gestionale enorme con le ferrovie del nord Europa?
La gestione monopolista dell’azienda impedisce la concorrenza, rende poco responsabili i manager e quasi impossibile la trasparenza (a parte il caso di Andrea). Il libro dice tra le righe che c’è ancora molto da fare. Basti pensare, a proposito di spese folli, a un appalto per collegare i due terminal di Malpensa, il T1 e il T2 del 2014 e sotto indagine della Procura e della Guardia di Finanza. Si tratta di 3,6 km di binari costati 115 milioni di euro pari a 31,9 milioni a km. Tre volte il costo di uno stesso km di Alta Velocità in Francia.
Difficile spiegare anche come mai i costi della gestione dei treni (spesa corrente) siano esorbitanti. Il costo di esercizio di un km/treno (che lascia spesso scontenti i pendolari) costa 22 euro (il doppio del vicino Piemonte o di quanto costa in Emilia Romagna). Andrea ha aperto una porta: chi prosegue ora la strada della rivoluzione che c’è ancora da fare? Se non vogliamo far finta di niente, dobbiamo ritenere che anche altre aziende pubbliche di servizi, quelle al riparo della concorrenza, possono avere manager che pagano con i soldi dell’azienda le telefonate dei figli all’estero, tanto per fare un esempio.
Meno sono efficienti, meno sono trasparenti e più episodi di mala gestione possono annidarsi dentro aziende senza obiettivi vincolanti e gestite (ancora) con modelli clientelari. Insomma, Franzoso ci ha raccontato, con “Il disobbediente” la sua storia. A noi il compito di proseguire l’azione di pulizia e di efficienza tecnico-operativa in questo vasto mondo delle aziende di servizi pubblici.
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La politica estera cambia la vita delle famiglie, aiuta la gente a capire e anche gli errori fatti. In Italia il casino sui consumi lo ha fatto Salvini: ha fatto una norma sul codice della strada per ridurre gli incidenti e va bene ma non è giusto fare una campagna terroristica sul vino. E poi c'è Trump che fa i dazi ma la roba nostra piace nel mondo e se ci mettono i dazi, ci fregano. I sovranisti di casa nostra dicono 'viva Trump' ma Trump ci distrugge l'economia". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4. "E poi c'è anche l'Europa che è un po' troppo burocratica".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “La sicurezza delle telecomunicazioni è fondamentale, nell’interesse italiano sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano. Peraltro notiamo con stupore che, come già avvenuto per alcune case farmaceutiche durante il Covid, un titolo francese abbia guadagnato in Borsa più del 500% in pochi giorni. Siamo certi che, in una fase delicata come questa, ogni scelta vada ponderata esclusivamente nel nome dell’interesse nazionale italiano, senza pregiudizi ideologici, ritenendo gli Usa un partner imprescindibile per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Così in una nota Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Paolo Formentini, deputato Lega, responsabile dipartimento Esteri della Lega.