“La vita della quale Dio è autore mi chiama a rispondere “sì” nel campo della politica istituzionale”. L’aveva annunciato così ai suoi fedeli a fine agosto, Don Franco De Donno, vice parroco di Santa Monica, una delle sei parrocchie del territorio di Ostia, X Municipio della Capitale che domenica prossima è chiamato ad eleggere – dopo due anni di commissariamento visto lo scioglimento per mafia a settembre del 2015 – il nuovo “minisindaco”. “Questo impegno nasce dalla frequentazione del territorio”, spiega De Donno a ilfattoquotidiano.it, “dai problemi che ho incontrato lavorando alla Caritas per 20 anni”. Don Franco è prete dal 1971, racconta. “Quindi da 46 anni: 10 anni a Montesacro, a San Clemente, e 36 anni qui a Ostia”. L’istituzione “è stata chiaramente critica, ma per me questo impegno vuol dire allargare l’orizzonte del sevizio, da quello parrocchiale e della Caritas a quello politico. La politica è servizio, non potere”. Nel suo programma ci sono gli “ultimi“: tossicodipendenti, prostitute, immigrati, la lotta al racket e all’usura, il lavoro e il sociale. Quello che già faceva con la Caritas da decenni. “La gente deve conoscere la verità: non c’è nessuna invasione, lo dice il rapporto Caritas. E gli immigrati pagano i contributi Inps: tutti e puntualmente. Al contrario di tanti italiani che evadono”. Puntano al ballottaggio ora, lui e la lista civica con cui si presenta alle votazioni di domenica. Promette il blocco ai clan, “con trasparenza e senza compromessi”. “La mafia riempie un vuoto, soprattutto nel lavoro”, spiega Don Franco, che rilancia la sfida: “La risposta è nella cittadinanza attiva”. Anche Casapound, dice il sacerdote, “riempie un vuoto: avanzano per l’assenza dei partiti, soprattutto quelli di sinistra”. “Non chiederemo alleanze, ma tutti sono liberi di allearsi”, dice. Tutti? “Tranne Casapound: usa il metodo della violenza e l’ideologia del razzismo. Quella è l’estrema destra anticostituzionale, non dovrebbe nemmeno partecipare alle elezioni”
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