Giusto giovedì l’Ufficio parlamentare di bilancio lo ha ricordato con un report ad hoc: un calo degli arrivi di migranti comporta problemi per i conti italiani, perché gli immigrati che lavorano e pagano i contributi ci aiutano a pagare le pensioni. Ora che a ripeterlo è il presidente dell’Inps Tito Boeri, arriva l’altolà del ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Secondo Boeri, presidente dell’Inps, la ‘riduzione dei flussi migratori’ è preoccupante perché sono gli immigrati a pagare le pensioni degli italiani…E la legge Fornero non si tocca. Ma basta!!!”, scrive il vicepremier e leader della Lega in un tweet criticando le parole dell’economista.
Secondo Boeri, presidente dell’Inps, la “riduzione dei flussi migratori” è preoccupante, perché sono gli immigrati a pagare le pensioni degli italiani…..
E la legge Fornero non si tocca.
Ma basta!!! https://t.co/Wll9tLQQ0Z— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 29 giugno 2018
Boeri al Festival del Lavoro a Milano ha avvertito che “gli scenari più preoccupanti per la spesa pensionistica prevedono una forte riduzione dei flussi migratori che è già in atto”. Il sistema pensionistico “non è in grado di adattarsi alla diminuzione dei contribuenti” legata al calo dei nati in Italia, ha spiegato. “Il problema è serissimo e dell’immediato. Volenti o nolenti l’immigrazione può darci un modo di gestire questa difficile transizione demografica. Avere immigrati regolari ci permette di avere flussi contributivi significativi”. Col calo dei flussi, l’arrivo di migranti “comincia ad essere non più sufficiente” a controbilanciare “il calo degli autoctoni. Le previsioni ci dicono che nel giro di pochi anni perderemmo città intere e questo è un problema molto serio per il nostro sistema pensionistico. Anche se gli italiani ricominciano a fare i figli, ci vorranno almeno 20 anni prima che comincino a pagare contributi”. “Chiunque abbia un ruolo – ha aggiunto – deve spiegare agli italiani questo problema” che si manifesta già “e non fra dieci anni”.
Il presidente Inps ha anche sottolineato che “quota 100“, la riforma proposta nel contratto di governo Lega-M5s per superare la Fornero, “aumenta di molto la spesa pensionistica, ha effetti destinati a trascinarsi nel tempo e peggiora il rapporto tra pensionati e lavoratori”. “Avremo un milione di pensionati in più come effetto di queste misure, ma avremo anche meno lavoratori perché aumenterebbero le tasse sul prelievo pensionistico”, ha spiegato. “Secondo le stime più recenti del Fmi, attualmente abbiamo due pensionati per ogni tre lavoratori, nel giro di venti anni avremo un lavoratore per ogni pensionato”.