Il pasticcio di Regione Lombardia sui dati dei contagi da Covid è senza fine. Non solo, come spiegato dall’Istituto Superiore di Sanità, erano sballati quelli che gli uffici guidati da Attilio Fontana e Letizia Moratti hanno inviato a Roma per il calcolo delle fasce di rischio, facendo così finire ingiustamente tutta la Lombardia in zona rossa per una settimana. Sballati erano anche i dati del “sistema di biosorveglianza”, il cosiddetto “cruscotto regionale”, cioè una piattaforma a cui hanno accesso, tra gli altri, sindaci e prefetti in modo da monitorare l’andamento territoriale dell’epidemia e le quarantene dei residenti. I problemi erano emersi già nei giorni in cui il governatore Fontana si lamentava della classificazione assegnata alla Lombardia, gettando tutta la colpa sul governo e annunciando un ricorso al Tar, poi presentato martedì 19 gennaio.

Ma il giorno prima, il 18, alcuni sindaci in provincia di Milano avevano denunciato che qualcosa non tornava nei dati sui contagi nei loro comuni, abbondantemente sovrastimati dal cruscotto andato in tilt. “A Cesano Boscone abbiamo visto schizzare da un giorno all’altro il numero dei positivi da 430 a 1400 (1378 è il dato di oggi)”, diceva per esempio il sindaco del comune alle porte di Milano, Alfredo Simone Negli. “Sembrerebbe che vengano conteggiati come positivi tutti i casi di persone che sono state contagiate dal Covid da settembre a oggi, e non solo chi è attualmente alla prese con il virus”. “È gravissimo che, in una fase così critica, Regione Lombardia non riesca a fornire ai sindaci numeri attendibili sui reali contagi – proseguiva il sindaco -. La pandemia procede a macchia di leopardo nei diversi comuni della Città metropolitana e per noi sindaci è fondamentale conoscere l’andamento a livello locale, per fronteggiare l’emergenza al meglio e attivare azioni efficaci a supporto dei nostri cittadini. Ma in questi ultimi giorni il tutto si sta rivelando particolarmente difficoltoso, perché non sappiamo se i dati inseriti nel sistema siano corretti o meno e non vogliamo rischiare di allarmare inutilmente la popolazione”.

Stessa musica anche in altri comuni, come Peschiera Borromeo, dove i casi erano passati in appena quattro giorni da 400 a 1.200, 800 in più in un comune di 24mila abitanti. A Segrate il sindaco Paolo Micheli si era chiesto: “Siamo sicuri che i dati che la Regione ha fornito al governo per determinare la zona rossa siano giusti?”. L’allarme era stato rilanciato al Pirellone dal consigliere del Pd Pietro Bussolati: “Aria, l’azienda regionale che si occupa di quel portale, dovrebbe fornire dati puntuali agli amministratori, non creare ancora più caos”. Dai vertici della Regione avevano replicato a breve sarebbe stato tutto sistemato: “Aria ha comunicato che si è verificato nei giorni scorsi un problema, in fase di risoluzione in serata, sulla visualizzazione dei dati nel cruscotto”. La nota poi garantiva una cosa: “Il problema non ha inciso in alcun modo, come supposto da qualche sindaco dell’hinterland di Milano, sulla classificazione della zona rossa. I dati che vengono utilizzati dal Cts per effettuare le valutazioni provengono da un altro flusso informatico, inviato quotidianamente dalla direzione generale Welfare, secondo un modulo standard, validato dal Cts, e uguale per tutte le Regioni. Non c’è stato alcun problema su tale flusso, proveniente direttamente dai laboratori che eseguono i tamponi”. Una conclusione, quella dei collaboratori di Fontana, che ieri ha subito la sua smentita, quando è stato chiaro che sul flusso di dati forniti a Roma di problemi ce n’erano stati, eccome. Tanto da far finire la Regione in zona rossa.

I due sistemi informatici che governano cruscotto e flusso verso Roma sono diversi, ma l’errore – fa notare Bussolati – è analogo: “I guariti non sono stati considerati come tali e quindi lasciati per sbaglio tra i contagiati. Avevo chiesto di verificare i dati di Aria (società acquisti di Regione) che è la fornitrice del sistema, e chiesto se non ci fosse correlazione con i dati trasmessi al governo nazionale. Ci avevano risposto che non era così, che i dati non erano gli stessi. Casualmente, due giorni dopo, la giunta Fontana si è messa a correggere i dati sballati e ha inviato una rettifica al governo, e oggi vengono ridotti i contagi sul sistema informatico regionale a disposizione dei sindaci”. Da poche ore, infatti, anche i dati del cruscotto regionale sono stati rettificati: a Cesano Boscone i positivi sono passati da 418 a 72, a Segrate da 504 a 102, a Buccinasco da 244 a 64. Quelli che non potranno invece essere rettificati sono i danni subiti in questa settimana di chiusure da commercianti, studenti e cittadini in genere.

Twitter: @gigi_gno

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