Una piccola speranza per una tregua tra Israele e Gaza arriva da una fonte diplomatica che, parlando al Times of Israel, ha dichiarato che Tel Aviv e Hamas sono “vicini” a un accordo per il cessate il fuoco, dopo oltre una settimana di scontri violenti che hanno provocato, al momento, la morte di 221 palestinesi nella Striscia e di otto cittadini israeliani. Secondo la fonte citata dal quotidiano israeliano, l’accordo dovrebbe essere raggiunto “entro due giorni al massimo”, anche se nella serata di lunedì il primo ministro, Benjamin Netanyahu, ha continuato a suonare la carica: “Le istruzioni sono di continuare a colpire con durezza gli obiettivi del terrorismo – ha detto al termine di consultazioni con i vertici militari, con lo Shin Bet e il Mossad – Continueremo ad agire per quanto necessario per riportare calma e sicurezza a tutti i cittadini di Israele”.

Intanto i cittadini dello Stato ebraico e dell’enclave palestinese hanno vissuto un’altra notte di razzi e raid nella Striscia. Sono stati almeno 55 gli attacchi aerei sferrati questa notte da Israele su Gaza, mentre Netanyahu aveva dichiarato che la tregua è ancora lontana e il Consiglio di sicurezza dell’Onu, al termine di una riunione fiume, non è ancora riuscito a trovare l’accordo su una dichiarazione comune a causa dell’opposizione degli Usa. E proprio dagli Stati Uniti, che ieri Netanyahu ha ringraziato per il sostegno, arriva lo scoop del Washington Post: Biden ha autorizzato la vendita di armi a Tel Aviv per un valore di 735 milioni di dollari. Il Congresso è stato informato della decisione lo scorso 5 maggio ma, scrive il giornale, diversi parlamentari della Commissione esteri alla Camera non ne sono venuti a conoscenza prima di questo fine settimana. Il Parlamento americano ha 20 giorni per fare ricorso. Una rivelazione che ha dato al presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, l’opportunità di sferrare un altro attacco a Israele e ai suoi alleati: “Biden ha le mani sporche di sangue”, ha dichiarato.

Intanto l’offensiva continua: l’esercito israeliano ha colpito la notte scorsa 15 chilometri della rete dei tunnel, detta ‘Metro’, di Hamas nel nord della Striscia in un totale di 35 attacchi concentrati in 20 minuti. “L’attacco – ha aggiunto il portavoce delle Idf (Israeli security forces) – ha fatto parte di una più larga operazione dell’esercito per colpire in maniera significativa il sistema sotterraneo terroristico“. Dalle 19 di ieri sera fino alle 7 di questa mattina Israele ha riferito che sono stati circa 60 i razzi sparati da Hamas verso Israele. Dieci non sono riusciti a superare il confine e sono atterrati nella Striscia mentre molti altri, hanno aggiunto i militari senza specificarne il numero, sono stati intercettati.

Cremlino: “Paura di escalation incontrollata”. Telefonata Merkel-Netanyahu – Intanto, sul debole fronte diplomatico, il Cremlino teme una “escalation incontrollata” del conflitto ed esprime “preoccupazione per l’aumento delle vittime civili”. Putin, ha spiegato il suo portavoce, non ha ancora contattato i leader palestinesi e israeliani, ma potrebbe farlo se necessario. Oltre agli Stati Uniti, anche Olanda e Germania confermano il loro pieno sostegno a Netanyahu che, in una conversazione telefonica con Angela Merkel, ha dichiarato che “Hamas sta conducendo un doppio crimine di guerra, lancia razzi sulla popolazione civile e usa i suoi cittadini come scudi umani”. La cancelliera tedesca ha da parte sua assicurato la “solidarietà del governo federale” a Israele ed è tornata a “condannare severamente la prosecuzione degli attacchi missilistici da Gaza“, riaffermando “il diritto di Israele di difendersi”. Allo stesso tempo Merkel, riferisce il suo portavoce, ha espresso la sua speranza “per una fine dei conflitti il prima possibile, a fronte della perdita di molti civili da entrambe le parti” e ha ricordato che il governo “prenderà ulteriori decisioni contro le proteste in Germania che diffondono odio e antisemitismo“. Nel fine settimana è stata infatti aggredita a Berlino durante le proteste pro-Palestina Antonia Yamin, giornalista israeliana, e nel corso delle manifestazioni sono stati scanditi slogan antisemiti. Episodi condannati dai politici tedeschi e definiti “vergognosi” dal governo.

Di Maio a Zarif: “Fermare i razzi”. Ma Teheran si congratula con Hamas – Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha incontrato l’omologo iraniano Javad Zarif in occasione della sua visita in Italia, fissata da diverse settimane, e inserita nella serie di incontri europei programmati da tempo dal ministro iraniano. “Siamo preoccupati per gli scontri e le violenze in Medio Oriente”, ha detto Di Maio, aggiungendo che “vanno fermati i lanci di razzi, sono inaccettabili. È doveroso adottare immediate misure di de-escalation e mostrare responsabilità. Il conflitto tra Palestina e Israele – ha aggiunto – sta causando la morte di troppe persone innocenti e tutti devono lavorare per far riprendere il tavolo dei negoziati tra le parti”. Per parte sua Zarif ha condannato “le azioni razziste e belligeranti del regime sionista contro la popolazione dei Territori occupati e di Gaza” e ha ribadito che la Repubblica islamica sostiene lo svolgimento di un referendum tra tutti i palestinesi che li chiami a decidere del proprio destino e della forma di governo da darsi.

Parole pronunciate mentre il primo consigliere del leader spirituale dell’Iran l’Ayatollah Ali Khamenei, Ali Akbar Velayati, si congratula con il leader di Hamas Ismail Haniyeh e con il segretario generale della Jihad Islamica Ziyad al-Nakhalah per i razzi e i missili lanciati verso Israele, parlando di “vittoria”. In una telefonata con Haniyeh, Velayati ha espresso il sostegno di Khamenei al gruppo e alla “missione divina” che conduce, riconoscendo il ruolo di Hamas per la “jihad’’ dei palestinesi. “Avete dimostrato che Israele è debole. L’Iran sta dalla parte della resistenza palestinese e del suo popolo”, ha dichiarato. Haniyeh ha anche avuto un colloquio telefonico con il comandante dei Pasdaran, il generale Esmail Ghaani, che ha riconosciuto una ”risposta unica e di successo del movimento di resistenza all’aggressione delle forze militari del regime sionista e in difesa della nazione palestinese”. Ghaani ha condannato “la brutalità di Israele”.

Morti e feriti – Sono 221 le vittime palestinesi, 197 delle quali nella sola Striscia di Gaza dall’inizio dei raid israeliani sferrati come rappresaglia contro il lancio di razzi verso il territorio israeliano. Tra le vittime, 58 sono minori. Ventuno le vittime in Cisgiordania, uccise dai colpi sparati dalle forze di sicurezza israeliane. I feriti sono 1.235 a Gaza e 4.360 e 1.200 in Cisgiordania, secondo quanto riporta l’agenzia Wafa. Quelli della notte scorsa sono stati bombardamenti “più pesanti, su un’area più ampia e durati più a lungo” rispetto a quelli di ieri, in cui erano stati uccisi 42 palestinesi. Fonti locali a Gaza riportano che Israele ha ucciso uno dei maggiori comandanti della Jihad Islamica, Hussam Abu Harbid. Secondo il corrispondente di Al Jazeera c’è stata a malapena “un’ora di pace”: i droni israeliani “volavano sopra la testa, controllando i cieli”. Tra gli obiettivi, diverse basi militari e della sicurezza nel territorio palestinese, ma anche alcune aree deserte a est di Gaza City. In città è stato bombardato anche un edificio di quattro piani, ma i primi rapporti indicano che l’edificio era stato evacuato prima dell’attacco. Intanto le organizzazioni per la Palestina hanno lanciato una iniziativa globale per dedicare la giornata di martedì a manifestazioni di solidarietà in tutto il mondo.

Secondo l’agenzia Wafa, in un attacco israeliano a un edificio della via al-Wehda sono state “uccise due persone, un bambino e una donna anziana”. A essere colpito è stato “un condominio multipiano di fronte alla Clinica Rimal del ministero della Salute”, specifica la stessa fonte secondo cui ci sono almeno 10 feriti.

Igal Yehoshua, ebreo di 56 anni, è morto oggi in ospedale dopo essere stato linciato alcuni giorni fa e ferito in modo molto grave nella città a popolazione mista di Lod (Tel Aviv) da un gruppo di facinorosi arabi. Lo Shin Bet (il servizio di sicurezza interna israeliano) è stato incaricato di partecipare alle ricerche dei responsabili.

Combustibile verso l’esaurimento – La centrale che fornisce energia elettrica a Gaza ha annunciato che le sue scorte di combustibile sono quasi finite e che stasera potrebbe essere obbligata a sospendere le attività. In un comunicato precisa di aver già dimezzato nei giorni scorsi la produzione di corrente elettrica. Ma la prolungata chiusura del valico commerciale di Kerem Shalom con Israele ha causato la completa interruzione delle forniture di combustibile. Gli abitanti di Gaza ricevono in questi giorni solo 4 ore di corrente al giorno. Fonti locali aggiungono che se la centrale fosse chiusa la parte Nord di Gaza rischierebbe un completo black out.

Incendi in Cisgiordania – La situazione è tesa anche in Cisgiordania, dove sono 97 gli incendi che i vigili del fuoco israeliani hanno detto di aver spento, poco meno di un terzo dei quali sospettati di essere dolosi. Secondo quanto riporta il Times of Israel, almeno 32 incendi sono stati provocati da bombe molotov, pneumatici bruciati, disordini e “incendi dolosi intenzionali”. In alcuni casi i vigili del fuoco hanno individuato coloro che hanno appiccato gli incendi. Secondo i pompieri, la maggior parte dei roghi è avvenuta su strade vicino a insediamenti e basi militari.

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