La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, dà la sua ricetta per l’emergenza dovuta alla mancanza di neve: liberare i fondi Covid al momento non utilizzabili per altre finalità, ristornare subito gli investimenti a cui si è fatto fronte nel 2022, lavorare con il ministero del Lavoro sugli ammortizzatori sociali per dare risposte ai lavoratori stagionali e – proposta del presidente della Toscana Eugenio Giani – indirizzare a questo scopo il 50% della riscossione dei Comuni. E poi innevare artificialmente, anche per evitare lo spopolamento di alcune zone appenniniche. Che sia una soluzione emergenziale lo dice la stessa ministra. Il punto, però, è capire le conseguenze che questa ricetta potrà avere su un fenomeno strettamente legato a quello delle precipitazioni: la siccità. E non si tratta di un problema da risolvere solo in vista dell’estate. Tanto che la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega all’Ambiente, Irene Priolo, ha convocato un incontro di aggiornamento della Cabina di regia sulla criticità idrica, attivata con la dichiarazione dello Stato di emergenza nazionale lo scorso 4 luglio e prorogata al 31 dicembre 2023. La verità è che pioggia e neve non bastano a risolvere la carenza d’acqua. “Come qualsiasi bilancio a lungo in deficit, anche quello idrico è ormai pregiudicato e il riequilibrio non può prescindere da importanti interventi esterni” spiega Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi).
Santanché: “Innevare le piste è necessario” – In occasione del tavolo sull’emergenza neve sugli Appennini, organizzato con le Regioni e le categorie di settore al ministero, Daniela Santanchè ha spiegato: “Innevare le piste artificialmente è necessario nell’emergenza e non significa negare la crisi climatica e ambientale”. Secondo la ministra “favorire le attività turistiche legate allo sci evita lo spopolamento delle nostre montagne”. La neve prodotta artificialmente, ha aggiunto, “può essere restituita all’agricoltura: dopo mesi di siccità si crea anzi un circolo virtuoso. La politica deve avere una visione di lungo termine, ma oggi bisogna pensare agli Appennini”. E così, se da un lato parla della necessità di “lavorare sulla destagionalizzazione dell’offerta turistica, puntando sulla diversificazione, dalle ciaspole alle passeggiate, dal cicloturismo al benessere”, dall’altro ribadisce che “ha senso continuare a promuovere le offerte turistiche sulla neve, perché non crediamo di deturpare l’ambiente, ma di aiutare il territorio evitando lo spopolamento”. Il piano della ministra del Turismo, però, non convince tutti.
Le reazioni – “Si prova a risolvere il problema nell’immediato, ma non è questa la soluzione. Se tra dieci giorni torna il caldo, la neve prodotta artificialmente si scioglierà” spiega a ilfattoquotidiano.it Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente. “Con quelle risorse, invece che far nevicare quando il clima non lo consente più, ha più senso investire nell’adattamento, diversificando e convertendo le attività presenti sul territorio, che non può essere sfruttato nello stesso modo in cui si faceva dieci o vent’anni fa”. Significa allargare il periodo turistico a tutto l’anno, dato che non ci sarà più la neve da novembre a marzo come in passato. E offrire servizi diversi. Non solo sci, ma trekking, passeggiate, escursioni. Anche secondo il Wwf è necessario adattarsi rispetto a ciò che si potrà o non potrà fare in futuro e, dunque, occorre “ridurre la dipendenza economica locale dall’attività sciistica”. Già nel 2007, in un dossier su Alpi e Turismo, l’ente suggeriva di escludere la realizzazione di nuovi impianti sciistici sviluppati sotto i 1.500 metri e, per le altitudini superiori, una moratoria dei nuovi impianti di almeno cinque anni, per valutare adeguatamente gli effetti dei cambiamenti climatici. “È bene ricordare”, spiega l’associazione, “che negli ultimi 15 anni, invece, i nuovi impianti sono stati spesso (per non dire sempre) realizzati grazie a investimenti pubblici”.
Il nodo siccità – L’altra faccia dell’emergenza neve è l’emergenza siccità, e non è detto che le soluzioni tampone con cui si potrebbe far fronte alla prima servano anche alla seconda. Pochi giorni fa, lo stesso Consiglio dei ministri ha prorogato lo stato di emergenza idrica in dieci regioni (aggiungendo le Marche a quelle già incluse). In Emilia, ha sottolineato la vicepresidente Priolo, “le premesse non sono migliori: anche se dovesse arrivare una stagione sufficientemente piovosa, le falde idriche potrebbero non raggiungere un riempimento adeguato”. Si monitora costantemente la situazione, in particolare per quanto riguarda la Romagna e la diga di Ridracoli. A Ravenna, in Consiglio comunale, il Movimento 5 stelle ha proposto di ricorrere a pannelli che producono acqua dalla nebbia, già utilizzati in alcuni Paesi dell’Africa. L’Anbi, invece, lancia l’allarme sui grandi laghi del Nord (la più grande riserva idrica del Paese), tutti sotto media e la cui percentuale di riempimento è perlopiù inferiore a quella di gennaio 2022 “che fu preludio a una straordinaria stagione siccitosa, figlia dell’anno più caldo di sempre in Italia”. In Lombardia, dove il manto nevoso è del 43% inferiore alla media e il fiume Adda resta al minimo degli ultimi sei anni, un dato è clamoroso: le riserve idriche sono inferiori del 45,2% alla media storica e sotto anche a quelle largamente deficitarie del 2022. Intanto, il 10 gennaio è stato firmato l’accordo di rinaturazione dell’area del Po tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e l’Agenzia interregionale per il Po (Aipo), uno dei progetti previsti dal Pnrr. Con i primi fondi in arrivo (su un totale di 357 milioni di euro) saranno avviate le procedure di apertura dei bandi e dei cantieri per una sessantina di aree individuate dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e dalle Regioni interessate. Ci vorrà, però, del tempo per vedere dei risultati.
La gestione dell’acqua e dell’energia – “Con la crisi climatica in atto, affrontare la mancanza di neve incentivando l’innevamento artificiale vuol dire aggravare il problema, attingendo alle già scarse riserve idriche” commenta il Wwf. I numeri: “Per l’innevamento di base (circa 30 centimetri di neve, spesso anche di più) di una pista di un ettaro, occorrono almeno un milione di litri, cioè mille metri cubi d’acqua, mentre gli innevamenti successivi richiedono, a seconda della situazione, un consumo d’acqua nettamente superiore, il che corrisponde approssimativamente al consumo annuo d’acqua di una città di 1,5 milioni di abitanti”. L’acqua viene attinta da torrenti, fiumi, sorgenti o dalla rete dell’acqua potabile, in un periodo di estrema scarsità. “Inoltre, in periodo di crisi energetica, è bene ricordare l’altissimo consumo d’energia: per assicurare piste innevate su tutte le Alpi si è calcolato che occorrerebbero 600 gigawattora di energia elettrica”, sottolinea l’ente ambientalista.
Ambiente & Veleni
Mancanza di neve, il piano Santanché: sparare quella artificiale per “promuovere il turismo”. Il Wwf: “Così si aggrava l’emergenza siccità”
Sparare la neve finta "è necessario nell’emergenza e non significa negare la crisi climatica e ambientale”, ha detto la ministra. Ma il Wwf ricorda: "Per innevare una pista di un ettaro serve il consumo annuo d’acqua di una città di 1,5 milioni di abitanti". Legambiente: "Con quelle risorse ha più senso investire nell’adattamento. Non si può sfruttare il territorio nello stesso modo in cui si faceva dieci o vent'anni fa"
La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, dà la sua ricetta per l’emergenza dovuta alla mancanza di neve: liberare i fondi Covid al momento non utilizzabili per altre finalità, ristornare subito gli investimenti a cui si è fatto fronte nel 2022, lavorare con il ministero del Lavoro sugli ammortizzatori sociali per dare risposte ai lavoratori stagionali e – proposta del presidente della Toscana Eugenio Giani – indirizzare a questo scopo il 50% della riscossione dei Comuni. E poi innevare artificialmente, anche per evitare lo spopolamento di alcune zone appenniniche. Che sia una soluzione emergenziale lo dice la stessa ministra. Il punto, però, è capire le conseguenze che questa ricetta potrà avere su un fenomeno strettamente legato a quello delle precipitazioni: la siccità. E non si tratta di un problema da risolvere solo in vista dell’estate. Tanto che la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega all’Ambiente, Irene Priolo, ha convocato un incontro di aggiornamento della Cabina di regia sulla criticità idrica, attivata con la dichiarazione dello Stato di emergenza nazionale lo scorso 4 luglio e prorogata al 31 dicembre 2023. La verità è che pioggia e neve non bastano a risolvere la carenza d’acqua. “Come qualsiasi bilancio a lungo in deficit, anche quello idrico è ormai pregiudicato e il riequilibrio non può prescindere da importanti interventi esterni” spiega Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi).
Santanché: “Innevare le piste è necessario” – In occasione del tavolo sull’emergenza neve sugli Appennini, organizzato con le Regioni e le categorie di settore al ministero, Daniela Santanchè ha spiegato: “Innevare le piste artificialmente è necessario nell’emergenza e non significa negare la crisi climatica e ambientale”. Secondo la ministra “favorire le attività turistiche legate allo sci evita lo spopolamento delle nostre montagne”. La neve prodotta artificialmente, ha aggiunto, “può essere restituita all’agricoltura: dopo mesi di siccità si crea anzi un circolo virtuoso. La politica deve avere una visione di lungo termine, ma oggi bisogna pensare agli Appennini”. E così, se da un lato parla della necessità di “lavorare sulla destagionalizzazione dell’offerta turistica, puntando sulla diversificazione, dalle ciaspole alle passeggiate, dal cicloturismo al benessere”, dall’altro ribadisce che “ha senso continuare a promuovere le offerte turistiche sulla neve, perché non crediamo di deturpare l’ambiente, ma di aiutare il territorio evitando lo spopolamento”. Il piano della ministra del Turismo, però, non convince tutti.
Le reazioni – “Si prova a risolvere il problema nell’immediato, ma non è questa la soluzione. Se tra dieci giorni torna il caldo, la neve prodotta artificialmente si scioglierà” spiega a ilfattoquotidiano.it Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente. “Con quelle risorse, invece che far nevicare quando il clima non lo consente più, ha più senso investire nell’adattamento, diversificando e convertendo le attività presenti sul territorio, che non può essere sfruttato nello stesso modo in cui si faceva dieci o vent’anni fa”. Significa allargare il periodo turistico a tutto l’anno, dato che non ci sarà più la neve da novembre a marzo come in passato. E offrire servizi diversi. Non solo sci, ma trekking, passeggiate, escursioni. Anche secondo il Wwf è necessario adattarsi rispetto a ciò che si potrà o non potrà fare in futuro e, dunque, occorre “ridurre la dipendenza economica locale dall’attività sciistica”. Già nel 2007, in un dossier su Alpi e Turismo, l’ente suggeriva di escludere la realizzazione di nuovi impianti sciistici sviluppati sotto i 1.500 metri e, per le altitudini superiori, una moratoria dei nuovi impianti di almeno cinque anni, per valutare adeguatamente gli effetti dei cambiamenti climatici. “È bene ricordare”, spiega l’associazione, “che negli ultimi 15 anni, invece, i nuovi impianti sono stati spesso (per non dire sempre) realizzati grazie a investimenti pubblici”.
Il nodo siccità – L’altra faccia dell’emergenza neve è l’emergenza siccità, e non è detto che le soluzioni tampone con cui si potrebbe far fronte alla prima servano anche alla seconda. Pochi giorni fa, lo stesso Consiglio dei ministri ha prorogato lo stato di emergenza idrica in dieci regioni (aggiungendo le Marche a quelle già incluse). In Emilia, ha sottolineato la vicepresidente Priolo, “le premesse non sono migliori: anche se dovesse arrivare una stagione sufficientemente piovosa, le falde idriche potrebbero non raggiungere un riempimento adeguato”. Si monitora costantemente la situazione, in particolare per quanto riguarda la Romagna e la diga di Ridracoli. A Ravenna, in Consiglio comunale, il Movimento 5 stelle ha proposto di ricorrere a pannelli che producono acqua dalla nebbia, già utilizzati in alcuni Paesi dell’Africa. L’Anbi, invece, lancia l’allarme sui grandi laghi del Nord (la più grande riserva idrica del Paese), tutti sotto media e la cui percentuale di riempimento è perlopiù inferiore a quella di gennaio 2022 “che fu preludio a una straordinaria stagione siccitosa, figlia dell’anno più caldo di sempre in Italia”. In Lombardia, dove il manto nevoso è del 43% inferiore alla media e il fiume Adda resta al minimo degli ultimi sei anni, un dato è clamoroso: le riserve idriche sono inferiori del 45,2% alla media storica e sotto anche a quelle largamente deficitarie del 2022. Intanto, il 10 gennaio è stato firmato l’accordo di rinaturazione dell’area del Po tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e l’Agenzia interregionale per il Po (Aipo), uno dei progetti previsti dal Pnrr. Con i primi fondi in arrivo (su un totale di 357 milioni di euro) saranno avviate le procedure di apertura dei bandi e dei cantieri per una sessantina di aree individuate dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e dalle Regioni interessate. Ci vorrà, però, del tempo per vedere dei risultati.
La gestione dell’acqua e dell’energia – “Con la crisi climatica in atto, affrontare la mancanza di neve incentivando l’innevamento artificiale vuol dire aggravare il problema, attingendo alle già scarse riserve idriche” commenta il Wwf. I numeri: “Per l’innevamento di base (circa 30 centimetri di neve, spesso anche di più) di una pista di un ettaro, occorrono almeno un milione di litri, cioè mille metri cubi d’acqua, mentre gli innevamenti successivi richiedono, a seconda della situazione, un consumo d’acqua nettamente superiore, il che corrisponde approssimativamente al consumo annuo d’acqua di una città di 1,5 milioni di abitanti”. L’acqua viene attinta da torrenti, fiumi, sorgenti o dalla rete dell’acqua potabile, in un periodo di estrema scarsità. “Inoltre, in periodo di crisi energetica, è bene ricordare l’altissimo consumo d’energia: per assicurare piste innevate su tutte le Alpi si è calcolato che occorrerebbero 600 gigawattora di energia elettrica”, sottolinea l’ente ambientalista.
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Alpi, calo record di durata del manto nevoso: è il dato più basso in seicento anni. Lo studio
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Giustizia & Impunità
Almasri, la Corte dell’Aja accusa il governo: “Rilasciato senza preavviso né consultarci”. Aereo già in volo mentre Nordio “valutava”
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Trump: “Con Putin buon rapporto, ma se non mette fine a questa ridicola guerra arriveranno sanzioni”. L’Ue arroccata sulle armi: “Prepariamoci al conflitto”
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Elkann teme i dazi e vede Trump: “Condivido il suo impegno per l’auto”. E Stellantis investe negli Usa
Obiettivo ottavi di finale, quasi, raggiunto per l'Inter. La vittoria di Praga contro lo Sparta avvicina infatti la qualificazione ai nerazzurri, già certi dei playoff, e vittoriosi in Repubblica Ceca 1-0 grazie al bel gol di Lautaro Martinez nel primo tempo. Ora Inzaghi sale al quarto posto in classifica a quota 16 punti, mentre lo Sparta Praga rimane a 4, eliminato.
L'Inter riesce a sbloccare il match già al 12' grazie al bel gol di Lautaro Martinez, che calcia al volo su assist di Bastoni e firma l'1-0 nerazzurro. Lo Sparta Praga è confuso ma la squadra di Inzaghi non riesce ad approfittarne: Asllani non sfrutta un grossolano errore in uscita dei cechi, mentre Barella ci prova da fuori area senza riuscire a inquadrare la porta. L'unica occasione dei padroni di casa arriva con Birmancevic, ma il suo tiro viene bloccato facilmente da Sommer.
Nella ripresa l'Inter trova il raddoppio al 59' con Dumfries, rapido a segnare in tap-in dopo il tentativo parato di Lautaro, ma l'arbitro annulla per un fuorigioco a inizio azione di Dimarco. Proprio l'esterno nerazzurro ci prova da fuori area, ma senza centrare la porta, mentre Lautaro sfiora la doppietta ma trova ancora una volta la parata del portiere avversario. Nel finale è Frattesi, appena entrato in campo, ad avere una buona occasione, ma anche lui si scontra con il riflesso provvidenziale di Vindahl. Termina quindi 1-0 per l'Inter a Praga.
Palermo, 22 gen. (Adnkronos) - Sarà 'Confini' il tema della 15esima edizione di Taobuk-Taormina International Book Festival, ideato e diretto da Antonella Ferrara, che si terrà dal 18 al 22 giugno 2025. Sul concept prescelto si confronteranno oltre 200 scrittori, artisti, scienziati, intellettuali, politici ed economisti, provenienti da più di 30 Paesi nel mondo, chiamati ad animare la manifestazione realizzata con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo, e con il contributo di Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Città di Taormina, Parco Archeologico Naxos Taormina, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Ministero della Cultura, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo, ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo, Teatro Massimo Bellini di Catania, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Fondazione Palazzo Strozzi, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Catania.
Come sottolinea Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica di Taobuk: “I confini, fisici e geografici, ma anche ideali ed esistenziali, segnano la nostra esperienza come individui e come collettività. Non si possono configurare esclusivamente come semplici linee di separazione, ma rappresentano luoghi di confronto e scoperta, spazi di passaggio dove l’io incontra il tu, il noto si confronta con l’ignoto, e la diversità diventa risorsa. Troppo spesso, però, li interpretiamo come mura invalicabili, che difendono un’identità percepita come fragile o minacciata. Invece di essere corridoi verso l’altro, vengono sovente eretti come demarcazioni isolanti, linee che separano ciò che è familiare da ciò che non lo è, alimentando diffidenza e paura. Ma un confine non si può ridurre a ciò che si contrappone: è anche e soprattutto ciò che collega. È dunque un invito a uscire dal proprio perimetro per accogliere il diverso, comprendere il nuovo, costruire ponti.”
I prestigiosi Taobuk Award saranno assegnati, come ogni anno, a personalità di altissimo profilo letterario, artistico, scientifico o dell’impegno civile, coerentemente con la vocazione multidisciplinare del festival e con la missione di farsi osservatorio della società attraverso un dialogo permanente con i protagonisti di un villaggio sempre più globale. La consegna avverrà nella serata di sabato 21 giugno al Teatro Antico di Taormina nel corso del Taobuk Gala, uno spettacolo che andrà in onda, come di consueto, su Rai1. Particolarmente attesi gli scrittori Peter Cameron, Joe R. Lansdale e Susanna Tamaro, tra gli assegnatari del Taobuk Award for Literary Excellence.
Taobuk farà da cornice ad una serie di iniziative volte a celebrare i 50 anni dalla prima edizione di “Horcynus Orca”, capolavoro di Stefano D’Arrigo, in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, presieduta da Luca Formenton e diretta da Paolo Verri. Un progetto ambizioso e articolato che attraversa tutto il Paese, dando vita ad un fitto calendario che vedrà la realizzazione di una mostra, uno spettacolo e un’importante opera di digitalizzazione. Si tratta di un anniversario che si lega profondamente al motivo conduttore di questa edizione del Festival. Molteplici i confini che il protagonista ‘Ndrja Cambria dovrà varcare. L’iniziativa coinvolgerà anche l’editore Rizzoli, che sta ripubblicando le opere dello scrittore, per approdare poi nelle scuole di Sicilia, Calabria Piemonte e Lombardia con oltre 1000 copie distribuite agli studenti, coinvolti in un lavoro di lettura e commento del testo, i cui risultati saranno presentati al Salone del Libro di Torino e a Taobuk, dove le classi più meritevoli vinceranno un soggiorno. Un risvolto non secondario verrà, infine, dalla digitalizzazione dei principali documenti relativi alla vicenda editoriale di “Horcynus Orca”, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e di Pavia. Infine, domenica 22 Giugno nella cornice del Teatro Antico di Taormina, il festival accoglierà un suggestivo spettacolo, tra musica e parole, affidato alla regia di Davide Livermore, a cui spetterà di evocare i suggestivi brani del romanzo di D’Arrigo.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Le persone vogliono sentirsi sicure nelle loro città, nelle loro case. Ma l'approccio della destra è sbagliato perchè non basta rafforzare i presidi delle forze dell'ordine, che neanche fanno perchè non ci mettono soldi e mandano poliziotti a fare la guardia ai centri migranti vuoti in Albania, servono presidi sociali e educativi e anche la questione del cambiamenti climatico è una questione di sicurezza". Lo dice Elly Schlein all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato.
Milano, 22 gen. (Adnkronos) - "Come ogni anno, Samsung presenta il nuovo flagship: Samsung Galaxy S25. Lo scorso anno, con Galaxy S24, abbiamo introdotto per la prima volta l’intelligenza artificiale sugli smartphone e quest’anno, con la nuova serie, facciamo un ulteriore balzo in avanti, riuscendo a dare all’intelligenza artificiale una connotazione ancora più fluida, semplice e, direi, conversazionale”. Lo spiega ai microfoni dell’Adnkronos Nicolò Bellorini Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia, in occasione di Samsung Galaxy Unpacked 2025, l’evento con cui l’azienda sudcoreana presenta la nuova serie di smartphone Samsung Galaxy.
Questa rivoluzione nel mondo degli smartphone AI è resa possibile da diverse innovazioni, la multimodalità in primis, come sottolinea Bellorini: “Samsung Galaxy S25 è in grado di capire perfettamente il contesto nel quale avvengono le richieste, perché comprende voce, video, suoni, testi, file Pdf e qualunque altra cosa. La seconda innovazione importante è la potenza degli agenti AI, che consente a S25 di performare task complessi, che possono andare anche da un’app all’altra”.
I più recenti top di gamma di Samsung portano infatti le capacità di Galaxy AI a un livello superiore, con un’elaborazione AI avanzata direttamente sul dispositivo, migliorando ulteriormente il comparto fotografico leader del settore Galaxy grazie a ProVisual Engine di nuova generazione e offrendo prestazioni eccezionali grazie al processore Qualcomm Snapdragon 8 Elite per Galaxy.
La nuova serie Galaxy S25 stabilisce così un nuovo standard per l’AI mobile, garantendo l’esperienza mobile più naturale e consapevole mai raggiunta, e rappresenta il primo passo nella visione di Samsung di cambiare il modo in cui gli utenti interagiscono con i loro smartphone e con il mondo che li circonda.
“Come l’anno scorso, sono tre i modelli disponibili, Galaxy S25 Ultra, Galaxy S25+ e Galaxy S25, con vari tagli di memoria - conclude il Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia - da 128Gb fino 1Tb, tutti con 12Gb di Ram”.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Quale è la visione del governo Meloni di fronti ai cambiamenti climatici? E' semplice, basta fare così". Lo dice Elly Schlein tappandosi gli occhi all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato. "Come facevamo da bambini, quando c'era qualcosa che ci faceva paura. Ma il prezzo della non conversione, del non affrontare i cambiamenti climatici è molto più costoso che farlo".
"Quanta competitività perdono le aziende italiane rispetto" ad altri Paesi dove si investe in rinnovabili? Ma "il governo non se ne occupa. Questi sono invece gli obiettivi che ci stiamo dando in vista della Cop 30" in Brasile.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "La Lega di Matteo Salvini non perde tempo e scavalca a destra Giorgia Meloni, sempre più legata all'internazionale nera, annunciando la decisione di aprire il dibattito per dire stop all'adesione dell'Italia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Questa posizione, ispirata all'analogo passo compiuto ieri da Donald Trump, rappresenterebbe un grave segnale di isolamento dell'Italia a livello internazionale e dai principali organismi impegnati nella tutela della salute globale". Così Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs.
"L'Oms non è solo un'istituzione scientifica di riferimento, ma un baluardo nella lotta contro pandemie, malattie croniche e disuguaglianze sanitarie in Africa e nei Paesi più poveri. Quando, a metà del XIX secolo, la peste, il colera e la febbre gialla hanno scatenato ondate mortali in un mondo appena industrializzato e interconnesso, l’adozione di un approccio globale alla salute è diventata un imperativo. Medici, scienziati, presidenti e primi ministri convocarono con urgenza la Conferenza Sanitaria Internazionale di Parigi nel 1851, un precursore di quella che oggi è la più grande del suo genere: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nota come Oms. In mezzo alle crisi, ai conflitti, alla continua minaccia di epidemie e ai cambiamenti climatici, l’Oms ha reagito: dalle guerre a Gaza, in Sudan e in Ucraina fino a garantire l’arrivo di vaccini e forniture mediche salvavita in aree remote o pericolose, svolgendo un ruolo fondamentale di indirizzo nel rispondere all'emergenza Covid-19".
"La Lega dimostra ancora una volta un approccio irresponsabile, che antepone logiche ideologiche e sovraniste al benessere dei cittadini. Interrompere la nostra adesione all'Oms significa rinunciare a strumenti essenziali di coordinamento globale, scambio di conoscenze e accesso a risorse indispensabili per affrontare emergenze sanitarie. Andrebbero ignorati: ma siccome governano il Paese è bene sapere cosa pensano di questa folle proposta il Ministro della salute Schillaci, la premier Giorgia Meloni e la maggioranza di destra che sostiene il suo governo" conclude Bonelli.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - L'Istituto per il Credito Sportivo e Culturale ('Icsc') torna per la seconda volta sul mercato delle emissioni Esg portando a termine con straordinario successo il collocamento di un prestito obbligazionario Social unsecured senior preferred dedicato al supporto di investimenti ad elevato impatto nei settori Sport e Cultura, riservato agli investitori istituzionali.
L’operazione ha registrato ordini complessivi per circa 2 miliardi di euro, pari a oltre 6 volte l’offerta iniziale. L’emissione ha visto la partecipazione di un’ampia platea di sottoscrittori nazionali ed esteri per il 45%, in particolare Germania/Austria (24%), a dimostrazione del crescente interesse degli investitori per il settore delle infrastrutture sociali in Italia.
Il prestito obbligazionario, con scadenza a cinque anni e cedola a tasso fisso annua del 3,50%, costituisce la prima emissione a valere sul programma Emtn (Euro Medium Term Note) da 1 miliardo di euro pubblicato il 19 dicembre 2024, la seconda per Icsc dopo l’emissione stand alone del 2022. Il rating del Social Bond è stimato in linea con quelli assegnati alla Banca dalle agenzie S&P e DBRS, rispettivamente pari a BBB- (Stable) e BBB (Positive).
I proventi dell’emissione saranno utilizzati per sostenere investimenti ad elevato impatto sociale nei settori Sport e Cultura, in linea con la missione dell’Istituto e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“L’emissione del nuovo Social Bond riflette il crescente impegno di Icsc sul fronte della finanza sostenibile, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei settori Sport e Cultura. La straordinaria domanda da parte degli investitori istituzionali conferma la fiducia dei mercati nei confronti di Icsc, riconoscendone la consolidata capacità di mobilitare capitali a lungo termine secondo principi di sostenibilità, responsabilità e inclusione sociale, equità intergenerazionale. Lo Sport e la Cultura rappresentano in misura crescente asset class in grado di generare significative opportunità di investimento a impatto, creando valore economico e sociale, reale e duraturo per il Paese", ha commentato l’Amministratore Delegato Antonella Baldino.
Il bond, ammesso alla negoziazione presso il mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo, è stato emesso a valere sul Social Bond Framework di Icsc, pubblicato nel luglio 2022, che ha ottenuto una favorevole Second Party Opinion rilasciata da Iss Corporate Solutions, confermando l’allineamento agli Icma Principles e la robustezza degli Eligibility Criteria.
Imi-Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Santander e Morgan Stanley hanno agito in qualità di Joint Lead Managers del collocamento.