Con la neve naturale sempre più rara per l’aumento delle temperature, l’Italia è tra i Paesi alpini più dipendenti da quella artificiale, che ricopre il 90% delle piste. In Austria la percentuale è del 70%, in Svizzera del 50%, in Francia del 39% e in Germania del 25%. Ma quella su cui si punta è una neve sempre più costosa e prodotta con una pratica non sostenibile che sperpera soldi pubblici. Lo raccontano i dati del dossier di Legambiente “Nevediversa 2023. Il turismo invernale nell’era della crisi climatica”. Il sistema di innevamento artificiale, infatti, comporta consistenti consumi di acqua, energia e suolo in territori di grande pregio. Secondo Legambiente, in particolare, la copertura del 90% delle piste fa consumare ogni anno 96 milioni e 840mila metri cubi di acqua, che corrispondono all’incirca al consumo idrico annuo di una città da un milione di abitanti. “L’innevamento artificiale richiede sempre maggiori investimenti per nuove tecnologie ed enormi oneri a carico della pubblica amministrazione”, è spiegato nel dossier. Anche perché il costo della produzione sta aumentando: è passato dai circa 2 euro al metro cubo del 2021-2022, ai 3-7 euro nella stagione 2022-2023. Eppure una soluzione va trovata. Lo scorso anno è stato quello più caldo e secco in oltre due secoli in Italia, il secondo più caldo in Europa: elevate temperature e scarso innevamento producono ricadute negative anche su turismo invernale e stagione sciistica. In quella 2022-2023, per la prima volta nella storia dello sci, nel calendario di Coppa del mondo da inizio stagione a fine febbraio 2023 sono state cancellate o rinviate per il comparto maschile otto gare su 43, il 18,6% del totale. Per il comparto femminile sono state cinque le gare cancellate su un totale di 42 (11,9%). Quasi tutte per scarso innevamento o temperature elevate.
Una scelta insostenibile – La soluzione più adatta, però, deve tener conto dei cambiamenti in atto. “La neve artificiale, che negli anni Ottanta era a integrazione di quella naturale, ora costituisce il presupposto indispensabile per una stagione sciistica, a tal punto che i comprensori per sopravvivere richiedono sempre nuove infrastrutture”, spiega Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente. “Non si considera però che se le temperature aumenteranno oltre una certa soglia, l’innevamento semplicemente non sarà più praticabile se non in spazi molto ristretti di alta quota”. Cioè in luoghi dove i costi già elevati subiranno incrementi consistenti, tanto da permettere l’accessibilità dello sci alpino solo a una ridotta élite, così come nel passato. “Le nostre montagne stanno cambiando: nevica più tardi, la neve è pochissima, più bagnata e più pesante. È la fine di un’epoca che però va accompagnata da un nuovo modo ecosostenibile di ripensare il turismo insieme a un nuovo approccio culturale”, aggiunge Bonardo. D’altronde, a tre anni dal via, sono diversi i rischi, i ritardi e le ombre all’orizzonte per quel che riguarda anche le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Se da una parte i cantieri delle infrastrutture considerate essenziali-indifferibili sono già in ritardo, dall’altra la costruzione di queste opere sarà soggetta a procedure accelerate “rischiando di sacrificare così le necessarie valutazioni sugli impatti ambientali e sanitari”. Peraltro manca ancora un completo cronoprogramma e quindi è difficile stabilire se e quali opere verranno concluse in tempo. Per non parlare del rischio di infiltrazioni mafiose.
L’appello a Santanchè – A inizio anno la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha dato la sua ricetta per l’emergenza dovuta alla mancanza di neve: liberare i fondi Covid al non utilizzabili per altre finalità, ristornare subito gli investimenti a cui si è fatto fronte nel 2022, lavorare sugli ammortizzatori sociali per gli stagionali e innevare artificialmente. “Al ministro torniamo a ribadire che avrebbe più senso investire risorse nell’adattamento e non nell’innevamento artificiale”, incalza Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Con un clima sempre più caldo”, spiega, “nei prossimi anni andremo incontro a usi plurimi dell’acqua sempre più problematici e conflittuali. Basti pensare a quelli dell’idroelettrico e dell’agricoltura, su cui la mancanza di neve sta avendo impatti molto forti”. L’alternativa, quindi, è quella di “ripensare ad un nuovo modello di turismo invernale montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività”. Anche perché preoccupa il numero di bacini idrici artificiali presenti in montagna, vicini ai comprensori sciistici italiani e utilizzati principalmente per l’innevamento artificiale. Sono 142 quelli mappati nella Penisola da Legambiente, per una superficie totale pari a oltre un milione di metri quadrati. Il Trentino-Alto Adige detiene il primato con 59 invasi, seguito da Lombardia con 17 invasi e dal Piemonte con 16. Nel Centro Italia, l’Abruzzo è quello che ne conta di più: sono quattro.
Impianti dismessi e “accanimenti terapeutici” – In parallelo, aumentano sia gli impianti dismessi (che sono 249, 15 in più rispetto al 2022), sia quelli temporaneamente chiusi (138, tre in più) sia quelli sottoposti ad “accanimento terapeutico“, che sopravvivono con forti iniezioni di denaro pubblico e che sono 181 (33 in più). Tra questi, ad Asiago (Vicenza), Comprensorio Kaberlaba, è stato costruito un nuovo bacino di raccolta per sparare neve nonostante la contrarietà delle attività ricettive. Tra gli impianti dismessi quello di Gressoney-la Trinité, in località Orsia-Bedemie (Aosta), dove l’ex sciovia era utilizzata per sci estivo e snowboard. Lo skilift è stato dismesso per la fusione del ghiacciaio. Le stazioni di partenza e di arrivo del vecchio skilift sono state smantellate e sgomberate. Tra gli impianti temporaneamente chiusi, quello di Picinisco (Frosinone) dove il comprensorio non riesce a risollevarsi nonostante il rimodernamento da parte dell’amministrazione. Poi ci sono 84 impianti “un po’ aperti, un po’ chiusi, ossia quei casi che con le loro aperture “a rubinetto” rendono bene l’idea della situazione di incertezza che vive il settore”. In totale sono 84, come quello di Subiaco, nel Lazio, a Monte Livata, composto da una seggiovia e tre skilift: è stato chiuso a dicembre, aperto a gennaio. Un continuo rincorrere la neve. Sono 78, invece, gli “edifici fatiscenti”, come quello di Colonia Pian di Doccia, Gavinana (Pistoia) dove si trova un enorme complesso in totale stato di abbandono e colpito da atti di vandalismo.
Ambiente & Veleni
Il report Legambiente: l’Italia dipende al 90% dalla neve artificiale. Che fa consumare quasi cento milioni di metri cubi d’acqua ogni anno
Il rapporto "Nevediversa 2023. Il turismo invernale nell’era della crisi climatica" spiega che "l’innevamento artificiale richiede sempre maggiori investimenti per nuove tecnologie ed enormi oneri a carico della pubblica amministrazione". Anche perché il costo della produzione sta aumentando. Per questo serve “ripensare ad un nuovo modello di turismo invernale montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività”, incalza il presidente Ciafani
Con la neve naturale sempre più rara per l’aumento delle temperature, l’Italia è tra i Paesi alpini più dipendenti da quella artificiale, che ricopre il 90% delle piste. In Austria la percentuale è del 70%, in Svizzera del 50%, in Francia del 39% e in Germania del 25%. Ma quella su cui si punta è una neve sempre più costosa e prodotta con una pratica non sostenibile che sperpera soldi pubblici. Lo raccontano i dati del dossier di Legambiente “Nevediversa 2023. Il turismo invernale nell’era della crisi climatica”. Il sistema di innevamento artificiale, infatti, comporta consistenti consumi di acqua, energia e suolo in territori di grande pregio. Secondo Legambiente, in particolare, la copertura del 90% delle piste fa consumare ogni anno 96 milioni e 840mila metri cubi di acqua, che corrispondono all’incirca al consumo idrico annuo di una città da un milione di abitanti. “L’innevamento artificiale richiede sempre maggiori investimenti per nuove tecnologie ed enormi oneri a carico della pubblica amministrazione”, è spiegato nel dossier. Anche perché il costo della produzione sta aumentando: è passato dai circa 2 euro al metro cubo del 2021-2022, ai 3-7 euro nella stagione 2022-2023. Eppure una soluzione va trovata. Lo scorso anno è stato quello più caldo e secco in oltre due secoli in Italia, il secondo più caldo in Europa: elevate temperature e scarso innevamento producono ricadute negative anche su turismo invernale e stagione sciistica. In quella 2022-2023, per la prima volta nella storia dello sci, nel calendario di Coppa del mondo da inizio stagione a fine febbraio 2023 sono state cancellate o rinviate per il comparto maschile otto gare su 43, il 18,6% del totale. Per il comparto femminile sono state cinque le gare cancellate su un totale di 42 (11,9%). Quasi tutte per scarso innevamento o temperature elevate.
Una scelta insostenibile – La soluzione più adatta, però, deve tener conto dei cambiamenti in atto. “La neve artificiale, che negli anni Ottanta era a integrazione di quella naturale, ora costituisce il presupposto indispensabile per una stagione sciistica, a tal punto che i comprensori per sopravvivere richiedono sempre nuove infrastrutture”, spiega Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente. “Non si considera però che se le temperature aumenteranno oltre una certa soglia, l’innevamento semplicemente non sarà più praticabile se non in spazi molto ristretti di alta quota”. Cioè in luoghi dove i costi già elevati subiranno incrementi consistenti, tanto da permettere l’accessibilità dello sci alpino solo a una ridotta élite, così come nel passato. “Le nostre montagne stanno cambiando: nevica più tardi, la neve è pochissima, più bagnata e più pesante. È la fine di un’epoca che però va accompagnata da un nuovo modo ecosostenibile di ripensare il turismo insieme a un nuovo approccio culturale”, aggiunge Bonardo. D’altronde, a tre anni dal via, sono diversi i rischi, i ritardi e le ombre all’orizzonte per quel che riguarda anche le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Se da una parte i cantieri delle infrastrutture considerate essenziali-indifferibili sono già in ritardo, dall’altra la costruzione di queste opere sarà soggetta a procedure accelerate “rischiando di sacrificare così le necessarie valutazioni sugli impatti ambientali e sanitari”. Peraltro manca ancora un completo cronoprogramma e quindi è difficile stabilire se e quali opere verranno concluse in tempo. Per non parlare del rischio di infiltrazioni mafiose.
L’appello a Santanchè – A inizio anno la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha dato la sua ricetta per l’emergenza dovuta alla mancanza di neve: liberare i fondi Covid al non utilizzabili per altre finalità, ristornare subito gli investimenti a cui si è fatto fronte nel 2022, lavorare sugli ammortizzatori sociali per gli stagionali e innevare artificialmente. “Al ministro torniamo a ribadire che avrebbe più senso investire risorse nell’adattamento e non nell’innevamento artificiale”, incalza Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Con un clima sempre più caldo”, spiega, “nei prossimi anni andremo incontro a usi plurimi dell’acqua sempre più problematici e conflittuali. Basti pensare a quelli dell’idroelettrico e dell’agricoltura, su cui la mancanza di neve sta avendo impatti molto forti”. L’alternativa, quindi, è quella di “ripensare ad un nuovo modello di turismo invernale montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività”. Anche perché preoccupa il numero di bacini idrici artificiali presenti in montagna, vicini ai comprensori sciistici italiani e utilizzati principalmente per l’innevamento artificiale. Sono 142 quelli mappati nella Penisola da Legambiente, per una superficie totale pari a oltre un milione di metri quadrati. Il Trentino-Alto Adige detiene il primato con 59 invasi, seguito da Lombardia con 17 invasi e dal Piemonte con 16. Nel Centro Italia, l’Abruzzo è quello che ne conta di più: sono quattro.
Impianti dismessi e “accanimenti terapeutici” – In parallelo, aumentano sia gli impianti dismessi (che sono 249, 15 in più rispetto al 2022), sia quelli temporaneamente chiusi (138, tre in più) sia quelli sottoposti ad “accanimento terapeutico“, che sopravvivono con forti iniezioni di denaro pubblico e che sono 181 (33 in più). Tra questi, ad Asiago (Vicenza), Comprensorio Kaberlaba, è stato costruito un nuovo bacino di raccolta per sparare neve nonostante la contrarietà delle attività ricettive. Tra gli impianti dismessi quello di Gressoney-la Trinité, in località Orsia-Bedemie (Aosta), dove l’ex sciovia era utilizzata per sci estivo e snowboard. Lo skilift è stato dismesso per la fusione del ghiacciaio. Le stazioni di partenza e di arrivo del vecchio skilift sono state smantellate e sgomberate. Tra gli impianti temporaneamente chiusi, quello di Picinisco (Frosinone) dove il comprensorio non riesce a risollevarsi nonostante il rimodernamento da parte dell’amministrazione. Poi ci sono 84 impianti “un po’ aperti, un po’ chiusi, ossia quei casi che con le loro aperture “a rubinetto” rendono bene l’idea della situazione di incertezza che vive il settore”. In totale sono 84, come quello di Subiaco, nel Lazio, a Monte Livata, composto da una seggiovia e tre skilift: è stato chiuso a dicembre, aperto a gennaio. Un continuo rincorrere la neve. Sono 78, invece, gli “edifici fatiscenti”, come quello di Colonia Pian di Doccia, Gavinana (Pistoia) dove si trova un enorme complesso in totale stato di abbandono e colpito da atti di vandalismo.
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Obiettivo ottavi di finale, quasi, raggiunto per l'Inter. La vittoria di Praga contro lo Sparta avvicina infatti la qualificazione ai nerazzurri, già certi dei playoff, e vittoriosi in Repubblica Ceca 1-0 grazie al bel gol di Lautaro Martinez nel primo tempo. Ora Inzaghi sale al quarto posto in classifica a quota 16 punti, mentre lo Sparta Praga rimane a 4, eliminato.
L'Inter riesce a sbloccare il match già al 12' grazie al bel gol di Lautaro Martinez, che calcia al volo su assist di Bastoni e firma l'1-0 nerazzurro. Lo Sparta Praga è confuso ma la squadra di Inzaghi non riesce ad approfittarne: Asllani non sfrutta un grossolano errore in uscita dei cechi, mentre Barella ci prova da fuori area senza riuscire a inquadrare la porta. L'unica occasione dei padroni di casa arriva con Birmancevic, ma il suo tiro viene bloccato facilmente da Sommer.
Nella ripresa l'Inter trova il raddoppio al 59' con Dumfries, rapido a segnare in tap-in dopo il tentativo parato di Lautaro, ma l'arbitro annulla per un fuorigioco a inizio azione di Dimarco. Proprio l'esterno nerazzurro ci prova da fuori area, ma senza centrare la porta, mentre Lautaro sfiora la doppietta ma trova ancora una volta la parata del portiere avversario. Nel finale è Frattesi, appena entrato in campo, ad avere una buona occasione, ma anche lui si scontra con il riflesso provvidenziale di Vindahl. Termina quindi 1-0 per l'Inter a Praga.
Palermo, 22 gen. (Adnkronos) - Sarà 'Confini' il tema della 15esima edizione di Taobuk-Taormina International Book Festival, ideato e diretto da Antonella Ferrara, che si terrà dal 18 al 22 giugno 2025. Sul concept prescelto si confronteranno oltre 200 scrittori, artisti, scienziati, intellettuali, politici ed economisti, provenienti da più di 30 Paesi nel mondo, chiamati ad animare la manifestazione realizzata con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo, e con il contributo di Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Città di Taormina, Parco Archeologico Naxos Taormina, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Ministero della Cultura, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo, ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo, Teatro Massimo Bellini di Catania, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Fondazione Palazzo Strozzi, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Catania.
Come sottolinea Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica di Taobuk: “I confini, fisici e geografici, ma anche ideali ed esistenziali, segnano la nostra esperienza come individui e come collettività. Non si possono configurare esclusivamente come semplici linee di separazione, ma rappresentano luoghi di confronto e scoperta, spazi di passaggio dove l’io incontra il tu, il noto si confronta con l’ignoto, e la diversità diventa risorsa. Troppo spesso, però, li interpretiamo come mura invalicabili, che difendono un’identità percepita come fragile o minacciata. Invece di essere corridoi verso l’altro, vengono sovente eretti come demarcazioni isolanti, linee che separano ciò che è familiare da ciò che non lo è, alimentando diffidenza e paura. Ma un confine non si può ridurre a ciò che si contrappone: è anche e soprattutto ciò che collega. È dunque un invito a uscire dal proprio perimetro per accogliere il diverso, comprendere il nuovo, costruire ponti.”
I prestigiosi Taobuk Award saranno assegnati, come ogni anno, a personalità di altissimo profilo letterario, artistico, scientifico o dell’impegno civile, coerentemente con la vocazione multidisciplinare del festival e con la missione di farsi osservatorio della società attraverso un dialogo permanente con i protagonisti di un villaggio sempre più globale. La consegna avverrà nella serata di sabato 21 giugno al Teatro Antico di Taormina nel corso del Taobuk Gala, uno spettacolo che andrà in onda, come di consueto, su Rai1. Particolarmente attesi gli scrittori Peter Cameron, Joe R. Lansdale e Susanna Tamaro, tra gli assegnatari del Taobuk Award for Literary Excellence.
Taobuk farà da cornice ad una serie di iniziative volte a celebrare i 50 anni dalla prima edizione di “Horcynus Orca”, capolavoro di Stefano D’Arrigo, in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, presieduta da Luca Formenton e diretta da Paolo Verri. Un progetto ambizioso e articolato che attraversa tutto il Paese, dando vita ad un fitto calendario che vedrà la realizzazione di una mostra, uno spettacolo e un’importante opera di digitalizzazione. Si tratta di un anniversario che si lega profondamente al motivo conduttore di questa edizione del Festival. Molteplici i confini che il protagonista ‘Ndrja Cambria dovrà varcare. L’iniziativa coinvolgerà anche l’editore Rizzoli, che sta ripubblicando le opere dello scrittore, per approdare poi nelle scuole di Sicilia, Calabria Piemonte e Lombardia con oltre 1000 copie distribuite agli studenti, coinvolti in un lavoro di lettura e commento del testo, i cui risultati saranno presentati al Salone del Libro di Torino e a Taobuk, dove le classi più meritevoli vinceranno un soggiorno. Un risvolto non secondario verrà, infine, dalla digitalizzazione dei principali documenti relativi alla vicenda editoriale di “Horcynus Orca”, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e di Pavia. Infine, domenica 22 Giugno nella cornice del Teatro Antico di Taormina, il festival accoglierà un suggestivo spettacolo, tra musica e parole, affidato alla regia di Davide Livermore, a cui spetterà di evocare i suggestivi brani del romanzo di D’Arrigo.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Le persone vogliono sentirsi sicure nelle loro città, nelle loro case. Ma l'approccio della destra è sbagliato perchè non basta rafforzare i presidi delle forze dell'ordine, che neanche fanno perchè non ci mettono soldi e mandano poliziotti a fare la guardia ai centri migranti vuoti in Albania, servono presidi sociali e educativi e anche la questione del cambiamenti climatico è una questione di sicurezza". Lo dice Elly Schlein all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato.
Milano, 22 gen. (Adnkronos) - "Come ogni anno, Samsung presenta il nuovo flagship: Samsung Galaxy S25. Lo scorso anno, con Galaxy S24, abbiamo introdotto per la prima volta l’intelligenza artificiale sugli smartphone e quest’anno, con la nuova serie, facciamo un ulteriore balzo in avanti, riuscendo a dare all’intelligenza artificiale una connotazione ancora più fluida, semplice e, direi, conversazionale”. Lo spiega ai microfoni dell’Adnkronos Nicolò Bellorini Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia, in occasione di Samsung Galaxy Unpacked 2025, l’evento con cui l’azienda sudcoreana presenta la nuova serie di smartphone Samsung Galaxy.
Questa rivoluzione nel mondo degli smartphone AI è resa possibile da diverse innovazioni, la multimodalità in primis, come sottolinea Bellorini: “Samsung Galaxy S25 è in grado di capire perfettamente il contesto nel quale avvengono le richieste, perché comprende voce, video, suoni, testi, file Pdf e qualunque altra cosa. La seconda innovazione importante è la potenza degli agenti AI, che consente a S25 di performare task complessi, che possono andare anche da un’app all’altra”.
I più recenti top di gamma di Samsung portano infatti le capacità di Galaxy AI a un livello superiore, con un’elaborazione AI avanzata direttamente sul dispositivo, migliorando ulteriormente il comparto fotografico leader del settore Galaxy grazie a ProVisual Engine di nuova generazione e offrendo prestazioni eccezionali grazie al processore Qualcomm Snapdragon 8 Elite per Galaxy.
La nuova serie Galaxy S25 stabilisce così un nuovo standard per l’AI mobile, garantendo l’esperienza mobile più naturale e consapevole mai raggiunta, e rappresenta il primo passo nella visione di Samsung di cambiare il modo in cui gli utenti interagiscono con i loro smartphone e con il mondo che li circonda.
“Come l’anno scorso, sono tre i modelli disponibili, Galaxy S25 Ultra, Galaxy S25+ e Galaxy S25, con vari tagli di memoria - conclude il Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia - da 128Gb fino 1Tb, tutti con 12Gb di Ram”.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Quale è la visione del governo Meloni di fronti ai cambiamenti climatici? E' semplice, basta fare così". Lo dice Elly Schlein tappandosi gli occhi all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato. "Come facevamo da bambini, quando c'era qualcosa che ci faceva paura. Ma il prezzo della non conversione, del non affrontare i cambiamenti climatici è molto più costoso che farlo".
"Quanta competitività perdono le aziende italiane rispetto" ad altri Paesi dove si investe in rinnovabili? Ma "il governo non se ne occupa. Questi sono invece gli obiettivi che ci stiamo dando in vista della Cop 30" in Brasile.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "La Lega di Matteo Salvini non perde tempo e scavalca a destra Giorgia Meloni, sempre più legata all'internazionale nera, annunciando la decisione di aprire il dibattito per dire stop all'adesione dell'Italia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Questa posizione, ispirata all'analogo passo compiuto ieri da Donald Trump, rappresenterebbe un grave segnale di isolamento dell'Italia a livello internazionale e dai principali organismi impegnati nella tutela della salute globale". Così Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs.
"L'Oms non è solo un'istituzione scientifica di riferimento, ma un baluardo nella lotta contro pandemie, malattie croniche e disuguaglianze sanitarie in Africa e nei Paesi più poveri. Quando, a metà del XIX secolo, la peste, il colera e la febbre gialla hanno scatenato ondate mortali in un mondo appena industrializzato e interconnesso, l’adozione di un approccio globale alla salute è diventata un imperativo. Medici, scienziati, presidenti e primi ministri convocarono con urgenza la Conferenza Sanitaria Internazionale di Parigi nel 1851, un precursore di quella che oggi è la più grande del suo genere: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nota come Oms. In mezzo alle crisi, ai conflitti, alla continua minaccia di epidemie e ai cambiamenti climatici, l’Oms ha reagito: dalle guerre a Gaza, in Sudan e in Ucraina fino a garantire l’arrivo di vaccini e forniture mediche salvavita in aree remote o pericolose, svolgendo un ruolo fondamentale di indirizzo nel rispondere all'emergenza Covid-19".
"La Lega dimostra ancora una volta un approccio irresponsabile, che antepone logiche ideologiche e sovraniste al benessere dei cittadini. Interrompere la nostra adesione all'Oms significa rinunciare a strumenti essenziali di coordinamento globale, scambio di conoscenze e accesso a risorse indispensabili per affrontare emergenze sanitarie. Andrebbero ignorati: ma siccome governano il Paese è bene sapere cosa pensano di questa folle proposta il Ministro della salute Schillaci, la premier Giorgia Meloni e la maggioranza di destra che sostiene il suo governo" conclude Bonelli.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - L'Istituto per il Credito Sportivo e Culturale ('Icsc') torna per la seconda volta sul mercato delle emissioni Esg portando a termine con straordinario successo il collocamento di un prestito obbligazionario Social unsecured senior preferred dedicato al supporto di investimenti ad elevato impatto nei settori Sport e Cultura, riservato agli investitori istituzionali.
L’operazione ha registrato ordini complessivi per circa 2 miliardi di euro, pari a oltre 6 volte l’offerta iniziale. L’emissione ha visto la partecipazione di un’ampia platea di sottoscrittori nazionali ed esteri per il 45%, in particolare Germania/Austria (24%), a dimostrazione del crescente interesse degli investitori per il settore delle infrastrutture sociali in Italia.
Il prestito obbligazionario, con scadenza a cinque anni e cedola a tasso fisso annua del 3,50%, costituisce la prima emissione a valere sul programma Emtn (Euro Medium Term Note) da 1 miliardo di euro pubblicato il 19 dicembre 2024, la seconda per Icsc dopo l’emissione stand alone del 2022. Il rating del Social Bond è stimato in linea con quelli assegnati alla Banca dalle agenzie S&P e DBRS, rispettivamente pari a BBB- (Stable) e BBB (Positive).
I proventi dell’emissione saranno utilizzati per sostenere investimenti ad elevato impatto sociale nei settori Sport e Cultura, in linea con la missione dell’Istituto e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“L’emissione del nuovo Social Bond riflette il crescente impegno di Icsc sul fronte della finanza sostenibile, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei settori Sport e Cultura. La straordinaria domanda da parte degli investitori istituzionali conferma la fiducia dei mercati nei confronti di Icsc, riconoscendone la consolidata capacità di mobilitare capitali a lungo termine secondo principi di sostenibilità, responsabilità e inclusione sociale, equità intergenerazionale. Lo Sport e la Cultura rappresentano in misura crescente asset class in grado di generare significative opportunità di investimento a impatto, creando valore economico e sociale, reale e duraturo per il Paese", ha commentato l’Amministratore Delegato Antonella Baldino.
Il bond, ammesso alla negoziazione presso il mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo, è stato emesso a valere sul Social Bond Framework di Icsc, pubblicato nel luglio 2022, che ha ottenuto una favorevole Second Party Opinion rilasciata da Iss Corporate Solutions, confermando l’allineamento agli Icma Principles e la robustezza degli Eligibility Criteria.
Imi-Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Santander e Morgan Stanley hanno agito in qualità di Joint Lead Managers del collocamento.