Cultura

Ezra Pound, l’influenza e le contraddizioni del poeta nel nuovo spettacolo al Teatro della Pergola di Firenze

Dal 24 al 29 ottobre, "Ezra in gabbia o il caso Ezra Pound" di Mariano Rigillo diretto da Leonardo Petrillo: in scena la gabbia sotto il sole dove Pound è stato rinchiuso per 25 giorni prima di approdare al manicomio criminale

di Simona Griggio

Ezra Pound intellettuale, visionario, presuntuoso, fragile, traditore, pazzo. Sarà la sua poesia a salvarlo agli occhi dell’umanità. Dalla gabbia di rete metallica del campo di prigionia dell’esercito americano di Metàto a Pisa in cui l’artista, uno dei poeti più grandi del XX Secolo, è stato richiuso nel 1945, Pound ripercorre la sua vita. Anzi la grida, ne spiega le contraddizioni cercando di trovare una coerenza fra parole, azioni, pensieri. Le sue posizioni durante il conflitto mondiale, la sua adesione al fascismo e alla Repubblica Sociale Italiana da cittadino straniero, la sua visione del mondo “governato dall’usura”, così come la volontà bruciante di creare un componimento epico del ‘900, i Canti Pisani, scorrono in una pièce impegnativa. Emerge l’uomo, non il poeta. Niente di fronte alla potenza del suo poema: i Cantos.

Liberamente tratta dai testi e dalle dichiarazioni dell’artista, scritta e diretta da Leonardo Petrillo, con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini, “Ezra in gabbia o il caso Ezra Pound” inaugura la stagione del teatro della Pergola di Firenze. Con il pubblico questa volta sul palcoscenico proprio davanti alla gabbia sotto il sole dove Pound è stato rinchiuso per 25 giorni prima di approdare al manicomio criminale. Da cui uscirà nel ’58: considerato insano di mente ma non pericoloso.

Le prove attoriali di Mariano Rigillo (l’uomo Pound) e di Anna Teresa Rossini (la poesia, la trasfigurazione, la parola che diventa collettiva) sono incredibilmente potenti. Rigillo riesce a comunicare la fragilità e la forza umane che si fanno poesia. “Quello che veramente ami rimane, il resto è scorie/Quello che veramente ami non ti sarà strappato/Quello che veramente ami è la tua vera eredità”, recita un brano dei Canti Pisani.

L’indipendenza del pensiero percorre molti degli spettacoli della stagione ideata da Marco Giorgetti con Stefano accorsi per il teatro della Pergola. Da Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini per Fabrizio Gifuni, da Pasolini per Elio Germano e Teho Teardo. Da Eduardo De Filippo per Fausto Russo Alesi nella Commedia dell’arte a Sigmund Freud per Stefano Massini. Per arrivare a Fabrizio De André per Neri Marcorè. E poi ci sono Isabella Rossellini e Bob Wilson. A un libero pensatore è dedicato il nuovo one woman di Isabella Rossellini. “Darwin’s Smile”, regia di Murielle Mayette – Holtz , è un lavoro che riconcilia i mondi di arte e scienza a partire da Charles Darwin e dal suo testo “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”, dove spiega la continuità di emozioni fra specie diverse. Lo spettacolo è una lezione accademica intrisa di comicità in cui l’attrice dimostra come lei e i suoi colleghi attori potrebbero imparare dal misterioso mondo delle emozioni animali.

Nel solco tracciato da poesia e letteratura il calendario della stagione prosegue con Lino Guanciale e Francesco Montanari ne “L’uomo più crudele del mondo” di Davide Sacco. Poi con Alessandro Haber diretto da Paolo Valerio ne “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo, e ancora con Haber, ora in coppia con Giuliana De Sio per la regia di Pierpaolo Sepe, ne “La signora del martedì” di Massimo Carlotto. Infine Claudio Bisio diretto da Giorgio Gallione ne “La mia vita raccontata male di Francesco Piccolo”, Fabrizio Gifuni ne “I fantasmi della nostra Storia” da Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini, e ancora da Pasolini Elio Germano e Teho Teardo ne “Il sogno di una cosa”,

Non mancano i classici in cartellone. Con la presenza di Sebastiano Lo Monaco nell’Odissea di Omero di Francesco Niccolini da Valerio Massimo Manfredi, con il grande Gabriele Lavia insieme con Federica Di Martino nello spettacolo “Un curioso accidente di Carlo Goldoni”. E si torna a Omero, nell’adattamento dell’Iliade di Francesco Niccolini, con Alessio Boni e Iaia Forte, per passare alla Commedia dell’arte con Andrea Pennacchi nell’Arlecchino di Marco Baliani. Commedie umane senza tempo, in bilico fra felicità e disperazione, sono “Trappola per topi” di Agatha Christie, “Ginger e Fred” di Federico Fellini diretto e interpretato da Monica Guerritore con Claudio Casadio, “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello, con Milena Vukotic, Pino Micol e Gianluca Ferrato diretti da Geppy Gleijeses, e “Magnifica presenza” di Ferzan Ozpetek.

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