Un corteo di lavoratori può diventare “blocco stradale”, l’accensione di torce e fumogeni “accensione pericolose di cose, incendio e messa a rischio dell’incolumità delle persone”. Nella trasformazione lessicale introdotta, un decreto Sicurezza dopo l’altro, nell’ordinamento italiano (fino alle ultime restrizioni inserite nel 2018 dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini), l’attività sindacale può incidere sulla fedina penale dei lavoratori che manifestano per difendere il proprio posto di lavoro. Si è visto nella logistica e con i sindacati di base negli scorsi anni, ed è oggi il caso di 13 lavoratori dell’Ansaldo e tre portuali genovesi, “che rischiano sette anni di carcere per aver difeso i 2.300 posti di lavoro nei due giorni di sciopero del 12 e 13 ottobre 2022” spiega Stefano Bonazzi della Fiom Cgil a margine del corteo solidale che questa mattina ha attraversato il capoluogo ligure, dalla stazione di Principe al Tribunale dove iniziava il processo ai lavoratori.

Per fornire qualche elemento di contesto, in quei giorni l’Ansaldo, storica fabbrica genovese che dà lavoro a 3mila persone, era in stato di pre-fallimento. “Da mesi chiedevamo all’azionista di maggioranza, Cassa depositi e prestiti, la necessaria ricapitalizzazione, ma non si muoveva nulla e il rischio chiusura era imminente – spiegano Cgil e Cisl, che animarono quei giorni di sciopero – per questo si rese necessario scioperare, in 3mila attraversammo le strade della città, si bloccò per alcune ore la viabilità intorno al casello di Sampierdarena e l’aeroporto”. Sebbene lo scalo genovese sia talmente poco utilizzato che il breve blocco, non ebbe particolari ripercussioni, le denunce arrivarono e colpirono 16 lavoratori, oggi a processo. “Solo a seguito di quei giorni di sciopero, Cassa depositi e prestiti si mosse e venne salvata l’azienda-simbolo di Genova, protagonista da quasi duecento anni della scena industriale – spiegano le sigle sindacali – il diritto di sciopero non può essere limitato ed è grazie a quelle mobilitazioni se oggi siamo ancora qui”.

Per manifestare la propria solidarietà agli imputati per i blocchi del 12 e 13 ottobre, in concomitanza con l’odierna udienza preliminare è stato proclamato lo sciopero di quattro ore della Rsu di Fim Cisl, Fiom; insieme all’Usb e le delegazioni delle altre realtà industriali e portuali della città sono tornate in strada circa 2mila persone, le stesse che si erano mobilitate nell’autunno 2022. “Non si può criminalizzare così la lotta dei lavoratori – ribadisce il segretario della Fiom genovese Stefano Bonazzi davanti al Palazzo di Giustizia – si vogliono colpire i lavoratori in maniera inedita. Colpisce la durezza dei capi d’accusa per questi lavoratori che rischiano svariati anni di carcere: lo riteniamo inaccettabile e continueremo a scendere in piazza per noi e per loro”. “Questa non è una manifestazione contro la magistratura – precisa Christian Venzano per Fim Cisl – ma a favore e a sostegno di lavoratori che hanno scioperato, sacrificando il loro stipendio, insieme a più di 1500 colleghi per la difesa del posto di lavoro e dell’azienda”.

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