Circa la metà della popolazione mondiale vive una condizione di grave scarsità idrica, almeno per una parte dell’anno. Un quarto, invece, deve far fronte a livelli di stress idrico estremamente elevati, utilizzando oltre l’80% della propria fornitura annuale di acqua dolce rinnovabile ed è un problema che vivono sempre più Paesi, Italia compresa. In quelli più poveri, però, tutto ciò porta a conflitti e migrazioni forzate. Nella Giornata internazionale dell’acqua, il nuovo rapporto pubblicato dall’Unesco per conto di UN-Water L’acqua per la prosperità e la pace racconta lo stato delle risorse idriche mondiali, anche attraverso le storie di tensioni, cooperazione e di azioni risolutive oggi necessarie. Perché nel mondo vivono ancora senza acqua potabile gestita in modo sicuro 2,2 miliardi di persone e 3,5 miliardi non hanno accesso a quella che serve per i servizi igienico-sanitari. L’obiettivo delle Nazioni Unite di garantire per tutti questo accesso entro il 2030 è lungi dall’essere raggiunto e le previsioni indicano che le disuguaglianze probabilmente aumenteranno, anche a causa del cambiamento climatico, con rischi per la stabilità sociale e i flussi migratori nel mondo. “Con l’incremento dello stress idrico – spiega Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco – aumentano anche i rischi di conflitti locali o regionali. Se vogliamo preservare la pace, dobbiamo agire rapidamente non solo per salvaguardare le risorse idriche, ma anche per la cooperazione regionale e globale in questo settore”.
Lo stato delle risorse idriche mondiali
A livello mondiale, circa il 70% dei prelievi di acqua dolce è destinato all’agricoltura, seguita dal settore industriale (poco al di sotto del 20%) e dagli usi domestici (o municipali, pari a circa il 12%). Ma la principale causa dell’incremento della domanda – che si concentra nelle città, soprattutto nelle economie emergenti – è dovuta però agli utilizzi industriali e domestici. Quasi l’84% dei piccoli agricoltori nei Paesi a basso e medio reddito, però, opera in regioni caratterizzate da scarsità idrica e meno di un terzo può ricorrere all’irrigazione. Un altro problema è rappresentato dalla qualità dell’acqua. Tra i contaminanti emergenti che destano preoccupazione ci sono i Pfas, i cosiddetti inquinanti eterni, ma anche sostanze farmaceutiche, ormoni, prodotti chimici industriali, detersivi, cianotossine e nanomateriali. In tutte le regioni è stata inoltre registrata un’elevata concentrazione di antimicrobici che derivano da un insufficiente trattamento delle acque reflue domestiche, da allevamenti e acquacoltura.
L’acqua in Italia
Problemi noti anche in Italia. Storicamente considerato un Paese ricco d’acqua, oggi fa i conti con il cambiamento climatico, l’assenza di neve e lo scioglimento dei ghiacciai. E paga con emergenze come quella in corso in Sicilia difficoltà relative a perdite di rete, gestione frammentata del servizio idrico, consumi tra i più alti del mondo e una serie di carenze dal punto di vista delle infrastrutture e, in generale, delle soluzioni. Dall’utilizzo delle acque reflue alla depurazione. Priorità sottolineate nel corso dell’ultima riunione della cabina di regia sulla siccità, ma anche da Utilitalia nell’ultimo Blue Book.
È un fatto, lo certifica Ispra, che la disponibilità di risorsa idrica del Paese nel 2023 conferma il trend negativo registrato da diversi anni, anche se con dati in ripresa rispetto al 2022. Per lo scorso anno si parla di oltre 112 miliardi di metri cubi (nel 2022 era a 67 miliardi, minimo storico dal 1951), a fronte di un valore di precipitazione totale di 279 miliardi di metri cubi. Anche nel 2023, comunque, c’è stata una riduzione a livello nazionale di circa il 18% della disponibilità rispetto alla media annua dello stesso lungo periodo 1951–2023 “risultato – spiega Ispra – dell’effetto combinato di un deficit di precipitazioni e di un incremento dell’evaporazione dagli specchi d’acqua e dal terreno”.
Tra inondazioni e siccità, la bomba sociale degli sfollati climatici
Tra i rischi naturali più devastanti legati all’acqua ci sono proprio la siccità e le inondazioni. Soprattutto se colpiscono i Paesi più poveri del pianeta. Come ricorda l’Unesco, tra il 2002 e il 2021 la siccità ha colpito oltre 1,4 miliardi di persone, causando oltre 21mila decessi, con perdite economiche pari a 170 miliardi di dollari. E tra il 2002 e il 2022 le inondazioni hanno causato circa 108mila decessi, danni a oltre 1,6 miliardi di persone e perdite economiche per 877 miliardi di dollari. Secondo le previsioni, il riscaldamento globale farà aumentare frequenza e gravità di siccità e inondazioni. E se, riporta il Global Report on Internal Displacement 2023, alla fine del 2022 il numero di persone sfollate all’interno del proprio paese ha raggiunto il livello più alto di sempre (71 milioni in tutto il mondo, lʼ88% a causa di conflitti e violenza), anno dopo anno gli sfollamenti interni causati da disastri – spesso legati all’acqua – sono sempre di più. La Banca mondiale ha stimato che, in assenza di un intervento adeguato sul clima, 216 milioni di persone potrebbero essere costrette a trasferirsi entro il 2050.
I conflitti e la necessità di accordi transfrontalieri
Gli stessi conflitti, poi, sono spesso alimentati dalla scarsità dell’acqua e viceversa. Nella regione del Sahel, il degrado delle zone umide, spesso causato da progetti di sviluppo idrico sconsiderati, ha esacerbato le controversie locali sull’accesso all’acqua e terreni produttivi. Nella regione araba, sette Paesi erano in conflitto nel 2021 e questo ha avuto implicazioni sull’approvvigionamento idrico e la cooperazione. Di fatto, mentre circa il 40% della popolazione mondiale vive in bacini fluviali e lacustri transfrontalieri, solo un quinto dei Paesi ha firmato accordi per gestire in modo equo queste risorse. Molte di queste aree sono state o sono ancora segnate da tensioni. L’Africa rimane particolarmente vulnerabile. L’Unesco sottolinea l’importanza degli accordi transfrontalieri e ricorda quello sul bacino del fiume Sava, firmato nel 2002 da Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Serbia e Slovenia: “Due decenni dopo la sua adozione, è diventato un fattore chiave di stabilità nella regione”. Il declino del volume del Lago Ciad, diminuito del 90% in 60 anni, ha richiesto la messa in campo di un’azione complessa “ma negli ultimi anni – spiega il report – Camerun, Ciad, Repubblica Centrafricana, Libia, Niger e Nigeria hanno dato nuovo impulso alla Commissione per il bacino del Ciad”.
Storie di lotta e di tutela
Nel report si ricordano diverse storie di tutela, cooperazione e gestione. Come quella nata sulle sponde del fiume Salween, che attraversa Cina, Myanmar e Thailandia. L’area ha sofferto 70 anni di conflitti, anche armati, ma oggi il Parco della pace Salween copre una superficie di oltre 6mila chilometri quadrati con un paesaggio ricco di biodiversità. È nato con un’iniziativa che permette alle popolazioni indigene locali di rafforzare le pratiche tradizionali e sostenere la gestione delle risorse idriche conservando ecosistemi essenziali. Dopo un intervento militare nel 2021, però, lo sfollamento e le difficoltà nel sostentamento hanno ostacolato le attività della comunità. In Perù, invece, è andato in fumo il progetto Minas Conga, relativo a una miniera a cielo aperto che ampliava la grande miniera d’oro Minera Yanacocha. La popolazione della città di Cajamarca, che fa affidamento sull’accesso alle acque sotterranee dei laghi montani, ha protestato per anni ed è ancora vivo il ricordo di una delle manifestazioni, nel corso della quale l’utilizzo di gas lacrimogeni e colpi di arma da fuoco hanno causato 20 feriti e tre morti. Nello Yemen, invece, le acque della diga di Malaka sono state oggetto di conflitto per decenni fino a quando un decreto tribale ne ha impedito ogni utilizzo, ma Al Malaka, un’associazione gestita da donne della comunità, si è fatta carico della risoluzione della controversia e dei negoziati di pace relativi all’utilizzo delle acque della diga. Ci è riuscita attraverso la costruzione di un sistema di condotte che sfrutta la gravità per trasferire l’acqua della diga di Malaka a diversi pozzi di acque sotterranee nellʼarea.
Ambiente & Veleni
Giornata internazionale dell’acqua, metà della popolazione mondiale vive in stato di grave scarsità idrica. “Causa di guerre e migrazioni”
Circa la metà della popolazione mondiale vive una condizione di grave scarsità idrica, almeno per una parte dell’anno. Un quarto, invece, deve far fronte a livelli di stress idrico estremamente elevati, utilizzando oltre l’80% della propria fornitura annuale di acqua dolce rinnovabile ed è un problema che vivono sempre più Paesi, Italia compresa. In quelli più poveri, però, tutto ciò porta a conflitti e migrazioni forzate. Nella Giornata internazionale dell’acqua, il nuovo rapporto pubblicato dall’Unesco per conto di UN-Water L’acqua per la prosperità e la pace racconta lo stato delle risorse idriche mondiali, anche attraverso le storie di tensioni, cooperazione e di azioni risolutive oggi necessarie. Perché nel mondo vivono ancora senza acqua potabile gestita in modo sicuro 2,2 miliardi di persone e 3,5 miliardi non hanno accesso a quella che serve per i servizi igienico-sanitari. L’obiettivo delle Nazioni Unite di garantire per tutti questo accesso entro il 2030 è lungi dall’essere raggiunto e le previsioni indicano che le disuguaglianze probabilmente aumenteranno, anche a causa del cambiamento climatico, con rischi per la stabilità sociale e i flussi migratori nel mondo. “Con l’incremento dello stress idrico – spiega Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco – aumentano anche i rischi di conflitti locali o regionali. Se vogliamo preservare la pace, dobbiamo agire rapidamente non solo per salvaguardare le risorse idriche, ma anche per la cooperazione regionale e globale in questo settore”.
Lo stato delle risorse idriche mondiali
A livello mondiale, circa il 70% dei prelievi di acqua dolce è destinato all’agricoltura, seguita dal settore industriale (poco al di sotto del 20%) e dagli usi domestici (o municipali, pari a circa il 12%). Ma la principale causa dell’incremento della domanda – che si concentra nelle città, soprattutto nelle economie emergenti – è dovuta però agli utilizzi industriali e domestici. Quasi l’84% dei piccoli agricoltori nei Paesi a basso e medio reddito, però, opera in regioni caratterizzate da scarsità idrica e meno di un terzo può ricorrere all’irrigazione. Un altro problema è rappresentato dalla qualità dell’acqua. Tra i contaminanti emergenti che destano preoccupazione ci sono i Pfas, i cosiddetti inquinanti eterni, ma anche sostanze farmaceutiche, ormoni, prodotti chimici industriali, detersivi, cianotossine e nanomateriali. In tutte le regioni è stata inoltre registrata un’elevata concentrazione di antimicrobici che derivano da un insufficiente trattamento delle acque reflue domestiche, da allevamenti e acquacoltura.
L’acqua in Italia
Problemi noti anche in Italia. Storicamente considerato un Paese ricco d’acqua, oggi fa i conti con il cambiamento climatico, l’assenza di neve e lo scioglimento dei ghiacciai. E paga con emergenze come quella in corso in Sicilia difficoltà relative a perdite di rete, gestione frammentata del servizio idrico, consumi tra i più alti del mondo e una serie di carenze dal punto di vista delle infrastrutture e, in generale, delle soluzioni. Dall’utilizzo delle acque reflue alla depurazione. Priorità sottolineate nel corso dell’ultima riunione della cabina di regia sulla siccità, ma anche da Utilitalia nell’ultimo Blue Book.
È un fatto, lo certifica Ispra, che la disponibilità di risorsa idrica del Paese nel 2023 conferma il trend negativo registrato da diversi anni, anche se con dati in ripresa rispetto al 2022. Per lo scorso anno si parla di oltre 112 miliardi di metri cubi (nel 2022 era a 67 miliardi, minimo storico dal 1951), a fronte di un valore di precipitazione totale di 279 miliardi di metri cubi. Anche nel 2023, comunque, c’è stata una riduzione a livello nazionale di circa il 18% della disponibilità rispetto alla media annua dello stesso lungo periodo 1951–2023 “risultato – spiega Ispra – dell’effetto combinato di un deficit di precipitazioni e di un incremento dell’evaporazione dagli specchi d’acqua e dal terreno”.
Tra inondazioni e siccità, la bomba sociale degli sfollati climatici
Tra i rischi naturali più devastanti legati all’acqua ci sono proprio la siccità e le inondazioni. Soprattutto se colpiscono i Paesi più poveri del pianeta. Come ricorda l’Unesco, tra il 2002 e il 2021 la siccità ha colpito oltre 1,4 miliardi di persone, causando oltre 21mila decessi, con perdite economiche pari a 170 miliardi di dollari. E tra il 2002 e il 2022 le inondazioni hanno causato circa 108mila decessi, danni a oltre 1,6 miliardi di persone e perdite economiche per 877 miliardi di dollari. Secondo le previsioni, il riscaldamento globale farà aumentare frequenza e gravità di siccità e inondazioni. E se, riporta il Global Report on Internal Displacement 2023, alla fine del 2022 il numero di persone sfollate all’interno del proprio paese ha raggiunto il livello più alto di sempre (71 milioni in tutto il mondo, lʼ88% a causa di conflitti e violenza), anno dopo anno gli sfollamenti interni causati da disastri – spesso legati all’acqua – sono sempre di più. La Banca mondiale ha stimato che, in assenza di un intervento adeguato sul clima, 216 milioni di persone potrebbero essere costrette a trasferirsi entro il 2050.
I conflitti e la necessità di accordi transfrontalieri
Gli stessi conflitti, poi, sono spesso alimentati dalla scarsità dell’acqua e viceversa. Nella regione del Sahel, il degrado delle zone umide, spesso causato da progetti di sviluppo idrico sconsiderati, ha esacerbato le controversie locali sull’accesso all’acqua e terreni produttivi. Nella regione araba, sette Paesi erano in conflitto nel 2021 e questo ha avuto implicazioni sull’approvvigionamento idrico e la cooperazione. Di fatto, mentre circa il 40% della popolazione mondiale vive in bacini fluviali e lacustri transfrontalieri, solo un quinto dei Paesi ha firmato accordi per gestire in modo equo queste risorse. Molte di queste aree sono state o sono ancora segnate da tensioni. L’Africa rimane particolarmente vulnerabile. L’Unesco sottolinea l’importanza degli accordi transfrontalieri e ricorda quello sul bacino del fiume Sava, firmato nel 2002 da Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Serbia e Slovenia: “Due decenni dopo la sua adozione, è diventato un fattore chiave di stabilità nella regione”. Il declino del volume del Lago Ciad, diminuito del 90% in 60 anni, ha richiesto la messa in campo di un’azione complessa “ma negli ultimi anni – spiega il report – Camerun, Ciad, Repubblica Centrafricana, Libia, Niger e Nigeria hanno dato nuovo impulso alla Commissione per il bacino del Ciad”.
Storie di lotta e di tutela
Nel report si ricordano diverse storie di tutela, cooperazione e gestione. Come quella nata sulle sponde del fiume Salween, che attraversa Cina, Myanmar e Thailandia. L’area ha sofferto 70 anni di conflitti, anche armati, ma oggi il Parco della pace Salween copre una superficie di oltre 6mila chilometri quadrati con un paesaggio ricco di biodiversità. È nato con un’iniziativa che permette alle popolazioni indigene locali di rafforzare le pratiche tradizionali e sostenere la gestione delle risorse idriche conservando ecosistemi essenziali. Dopo un intervento militare nel 2021, però, lo sfollamento e le difficoltà nel sostentamento hanno ostacolato le attività della comunità. In Perù, invece, è andato in fumo il progetto Minas Conga, relativo a una miniera a cielo aperto che ampliava la grande miniera d’oro Minera Yanacocha. La popolazione della città di Cajamarca, che fa affidamento sull’accesso alle acque sotterranee dei laghi montani, ha protestato per anni ed è ancora vivo il ricordo di una delle manifestazioni, nel corso della quale l’utilizzo di gas lacrimogeni e colpi di arma da fuoco hanno causato 20 feriti e tre morti. Nello Yemen, invece, le acque della diga di Malaka sono state oggetto di conflitto per decenni fino a quando un decreto tribale ne ha impedito ogni utilizzo, ma Al Malaka, un’associazione gestita da donne della comunità, si è fatta carico della risoluzione della controversia e dei negoziati di pace relativi all’utilizzo delle acque della diga. Ci è riuscita attraverso la costruzione di un sistema di condotte che sfrutta la gravità per trasferire l’acqua della diga di Malaka a diversi pozzi di acque sotterranee nellʼarea.
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Almasri, la Corte dell’Aja accusa il governo: “Rilasciato senza preavviso né consultarci”. Aereo già in volo mentre Nordio “valutava”
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Elkann teme i dazi e vede Trump: “Condivido il suo impegno per l’auto”. E Stellantis investe negli Usa
Obiettivo ottavi di finale, quasi, raggiunto per l'Inter. La vittoria di Praga contro lo Sparta avvicina infatti la qualificazione ai nerazzurri, già certi dei playoff, e vittoriosi in Repubblica Ceca 1-0 grazie al bel gol di Lautaro Martinez nel primo tempo. Ora Inzaghi sale al quarto posto in classifica a quota 16 punti, mentre lo Sparta Praga rimane a 4, eliminato.
L'Inter riesce a sbloccare il match già al 12' grazie al bel gol di Lautaro Martinez, che calcia al volo su assist di Bastoni e firma l'1-0 nerazzurro. Lo Sparta Praga è confuso ma la squadra di Inzaghi non riesce ad approfittarne: Asllani non sfrutta un grossolano errore in uscita dei cechi, mentre Barella ci prova da fuori area senza riuscire a inquadrare la porta. L'unica occasione dei padroni di casa arriva con Birmancevic, ma il suo tiro viene bloccato facilmente da Sommer.
Nella ripresa l'Inter trova il raddoppio al 59' con Dumfries, rapido a segnare in tap-in dopo il tentativo parato di Lautaro, ma l'arbitro annulla per un fuorigioco a inizio azione di Dimarco. Proprio l'esterno nerazzurro ci prova da fuori area, ma senza centrare la porta, mentre Lautaro sfiora la doppietta ma trova ancora una volta la parata del portiere avversario. Nel finale è Frattesi, appena entrato in campo, ad avere una buona occasione, ma anche lui si scontra con il riflesso provvidenziale di Vindahl. Termina quindi 1-0 per l'Inter a Praga.
Palermo, 22 gen. (Adnkronos) - Sarà 'Confini' il tema della 15esima edizione di Taobuk-Taormina International Book Festival, ideato e diretto da Antonella Ferrara, che si terrà dal 18 al 22 giugno 2025. Sul concept prescelto si confronteranno oltre 200 scrittori, artisti, scienziati, intellettuali, politici ed economisti, provenienti da più di 30 Paesi nel mondo, chiamati ad animare la manifestazione realizzata con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo, e con il contributo di Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Città di Taormina, Parco Archeologico Naxos Taormina, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Ministero della Cultura, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo, ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo, Teatro Massimo Bellini di Catania, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Fondazione Palazzo Strozzi, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Catania.
Come sottolinea Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica di Taobuk: “I confini, fisici e geografici, ma anche ideali ed esistenziali, segnano la nostra esperienza come individui e come collettività. Non si possono configurare esclusivamente come semplici linee di separazione, ma rappresentano luoghi di confronto e scoperta, spazi di passaggio dove l’io incontra il tu, il noto si confronta con l’ignoto, e la diversità diventa risorsa. Troppo spesso, però, li interpretiamo come mura invalicabili, che difendono un’identità percepita come fragile o minacciata. Invece di essere corridoi verso l’altro, vengono sovente eretti come demarcazioni isolanti, linee che separano ciò che è familiare da ciò che non lo è, alimentando diffidenza e paura. Ma un confine non si può ridurre a ciò che si contrappone: è anche e soprattutto ciò che collega. È dunque un invito a uscire dal proprio perimetro per accogliere il diverso, comprendere il nuovo, costruire ponti.”
I prestigiosi Taobuk Award saranno assegnati, come ogni anno, a personalità di altissimo profilo letterario, artistico, scientifico o dell’impegno civile, coerentemente con la vocazione multidisciplinare del festival e con la missione di farsi osservatorio della società attraverso un dialogo permanente con i protagonisti di un villaggio sempre più globale. La consegna avverrà nella serata di sabato 21 giugno al Teatro Antico di Taormina nel corso del Taobuk Gala, uno spettacolo che andrà in onda, come di consueto, su Rai1. Particolarmente attesi gli scrittori Peter Cameron, Joe R. Lansdale e Susanna Tamaro, tra gli assegnatari del Taobuk Award for Literary Excellence.
Taobuk farà da cornice ad una serie di iniziative volte a celebrare i 50 anni dalla prima edizione di “Horcynus Orca”, capolavoro di Stefano D’Arrigo, in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, presieduta da Luca Formenton e diretta da Paolo Verri. Un progetto ambizioso e articolato che attraversa tutto il Paese, dando vita ad un fitto calendario che vedrà la realizzazione di una mostra, uno spettacolo e un’importante opera di digitalizzazione. Si tratta di un anniversario che si lega profondamente al motivo conduttore di questa edizione del Festival. Molteplici i confini che il protagonista ‘Ndrja Cambria dovrà varcare. L’iniziativa coinvolgerà anche l’editore Rizzoli, che sta ripubblicando le opere dello scrittore, per approdare poi nelle scuole di Sicilia, Calabria Piemonte e Lombardia con oltre 1000 copie distribuite agli studenti, coinvolti in un lavoro di lettura e commento del testo, i cui risultati saranno presentati al Salone del Libro di Torino e a Taobuk, dove le classi più meritevoli vinceranno un soggiorno. Un risvolto non secondario verrà, infine, dalla digitalizzazione dei principali documenti relativi alla vicenda editoriale di “Horcynus Orca”, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e di Pavia. Infine, domenica 22 Giugno nella cornice del Teatro Antico di Taormina, il festival accoglierà un suggestivo spettacolo, tra musica e parole, affidato alla regia di Davide Livermore, a cui spetterà di evocare i suggestivi brani del romanzo di D’Arrigo.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Le persone vogliono sentirsi sicure nelle loro città, nelle loro case. Ma l'approccio della destra è sbagliato perchè non basta rafforzare i presidi delle forze dell'ordine, che neanche fanno perchè non ci mettono soldi e mandano poliziotti a fare la guardia ai centri migranti vuoti in Albania, servono presidi sociali e educativi e anche la questione del cambiamenti climatico è una questione di sicurezza". Lo dice Elly Schlein all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato.
Milano, 22 gen. (Adnkronos) - "Come ogni anno, Samsung presenta il nuovo flagship: Samsung Galaxy S25. Lo scorso anno, con Galaxy S24, abbiamo introdotto per la prima volta l’intelligenza artificiale sugli smartphone e quest’anno, con la nuova serie, facciamo un ulteriore balzo in avanti, riuscendo a dare all’intelligenza artificiale una connotazione ancora più fluida, semplice e, direi, conversazionale”. Lo spiega ai microfoni dell’Adnkronos Nicolò Bellorini Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia, in occasione di Samsung Galaxy Unpacked 2025, l’evento con cui l’azienda sudcoreana presenta la nuova serie di smartphone Samsung Galaxy.
Questa rivoluzione nel mondo degli smartphone AI è resa possibile da diverse innovazioni, la multimodalità in primis, come sottolinea Bellorini: “Samsung Galaxy S25 è in grado di capire perfettamente il contesto nel quale avvengono le richieste, perché comprende voce, video, suoni, testi, file Pdf e qualunque altra cosa. La seconda innovazione importante è la potenza degli agenti AI, che consente a S25 di performare task complessi, che possono andare anche da un’app all’altra”.
I più recenti top di gamma di Samsung portano infatti le capacità di Galaxy AI a un livello superiore, con un’elaborazione AI avanzata direttamente sul dispositivo, migliorando ulteriormente il comparto fotografico leader del settore Galaxy grazie a ProVisual Engine di nuova generazione e offrendo prestazioni eccezionali grazie al processore Qualcomm Snapdragon 8 Elite per Galaxy.
La nuova serie Galaxy S25 stabilisce così un nuovo standard per l’AI mobile, garantendo l’esperienza mobile più naturale e consapevole mai raggiunta, e rappresenta il primo passo nella visione di Samsung di cambiare il modo in cui gli utenti interagiscono con i loro smartphone e con il mondo che li circonda.
“Come l’anno scorso, sono tre i modelli disponibili, Galaxy S25 Ultra, Galaxy S25+ e Galaxy S25, con vari tagli di memoria - conclude il Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia - da 128Gb fino 1Tb, tutti con 12Gb di Ram”.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Quale è la visione del governo Meloni di fronti ai cambiamenti climatici? E' semplice, basta fare così". Lo dice Elly Schlein tappandosi gli occhi all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato. "Come facevamo da bambini, quando c'era qualcosa che ci faceva paura. Ma il prezzo della non conversione, del non affrontare i cambiamenti climatici è molto più costoso che farlo".
"Quanta competitività perdono le aziende italiane rispetto" ad altri Paesi dove si investe in rinnovabili? Ma "il governo non se ne occupa. Questi sono invece gli obiettivi che ci stiamo dando in vista della Cop 30" in Brasile.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "La Lega di Matteo Salvini non perde tempo e scavalca a destra Giorgia Meloni, sempre più legata all'internazionale nera, annunciando la decisione di aprire il dibattito per dire stop all'adesione dell'Italia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Questa posizione, ispirata all'analogo passo compiuto ieri da Donald Trump, rappresenterebbe un grave segnale di isolamento dell'Italia a livello internazionale e dai principali organismi impegnati nella tutela della salute globale". Così Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs.
"L'Oms non è solo un'istituzione scientifica di riferimento, ma un baluardo nella lotta contro pandemie, malattie croniche e disuguaglianze sanitarie in Africa e nei Paesi più poveri. Quando, a metà del XIX secolo, la peste, il colera e la febbre gialla hanno scatenato ondate mortali in un mondo appena industrializzato e interconnesso, l’adozione di un approccio globale alla salute è diventata un imperativo. Medici, scienziati, presidenti e primi ministri convocarono con urgenza la Conferenza Sanitaria Internazionale di Parigi nel 1851, un precursore di quella che oggi è la più grande del suo genere: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nota come Oms. In mezzo alle crisi, ai conflitti, alla continua minaccia di epidemie e ai cambiamenti climatici, l’Oms ha reagito: dalle guerre a Gaza, in Sudan e in Ucraina fino a garantire l’arrivo di vaccini e forniture mediche salvavita in aree remote o pericolose, svolgendo un ruolo fondamentale di indirizzo nel rispondere all'emergenza Covid-19".
"La Lega dimostra ancora una volta un approccio irresponsabile, che antepone logiche ideologiche e sovraniste al benessere dei cittadini. Interrompere la nostra adesione all'Oms significa rinunciare a strumenti essenziali di coordinamento globale, scambio di conoscenze e accesso a risorse indispensabili per affrontare emergenze sanitarie. Andrebbero ignorati: ma siccome governano il Paese è bene sapere cosa pensano di questa folle proposta il Ministro della salute Schillaci, la premier Giorgia Meloni e la maggioranza di destra che sostiene il suo governo" conclude Bonelli.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - L'Istituto per il Credito Sportivo e Culturale ('Icsc') torna per la seconda volta sul mercato delle emissioni Esg portando a termine con straordinario successo il collocamento di un prestito obbligazionario Social unsecured senior preferred dedicato al supporto di investimenti ad elevato impatto nei settori Sport e Cultura, riservato agli investitori istituzionali.
L’operazione ha registrato ordini complessivi per circa 2 miliardi di euro, pari a oltre 6 volte l’offerta iniziale. L’emissione ha visto la partecipazione di un’ampia platea di sottoscrittori nazionali ed esteri per il 45%, in particolare Germania/Austria (24%), a dimostrazione del crescente interesse degli investitori per il settore delle infrastrutture sociali in Italia.
Il prestito obbligazionario, con scadenza a cinque anni e cedola a tasso fisso annua del 3,50%, costituisce la prima emissione a valere sul programma Emtn (Euro Medium Term Note) da 1 miliardo di euro pubblicato il 19 dicembre 2024, la seconda per Icsc dopo l’emissione stand alone del 2022. Il rating del Social Bond è stimato in linea con quelli assegnati alla Banca dalle agenzie S&P e DBRS, rispettivamente pari a BBB- (Stable) e BBB (Positive).
I proventi dell’emissione saranno utilizzati per sostenere investimenti ad elevato impatto sociale nei settori Sport e Cultura, in linea con la missione dell’Istituto e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“L’emissione del nuovo Social Bond riflette il crescente impegno di Icsc sul fronte della finanza sostenibile, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei settori Sport e Cultura. La straordinaria domanda da parte degli investitori istituzionali conferma la fiducia dei mercati nei confronti di Icsc, riconoscendone la consolidata capacità di mobilitare capitali a lungo termine secondo principi di sostenibilità, responsabilità e inclusione sociale, equità intergenerazionale. Lo Sport e la Cultura rappresentano in misura crescente asset class in grado di generare significative opportunità di investimento a impatto, creando valore economico e sociale, reale e duraturo per il Paese", ha commentato l’Amministratore Delegato Antonella Baldino.
Il bond, ammesso alla negoziazione presso il mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo, è stato emesso a valere sul Social Bond Framework di Icsc, pubblicato nel luglio 2022, che ha ottenuto una favorevole Second Party Opinion rilasciata da Iss Corporate Solutions, confermando l’allineamento agli Icma Principles e la robustezza degli Eligibility Criteria.
Imi-Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Santander e Morgan Stanley hanno agito in qualità di Joint Lead Managers del collocamento.