Il 6 marzo scorso si è concluso, a quasi tre anni dal suo avvio, il primo grado di giudizio della prima causa intentata in Italia contro lo Stato per inazione sulla crisi climatica. Il Tribunale civile di Roma ha dichiarato irricevibile la causa “Giudizio Universale”, portata da 24 associazioni, 179 persone e dal team legale della rete “Legalità per il Clima”, per “difetto assoluto di giurisdizione”, nel senso che secondo la giudice di Roma in Italia non esistono tribunali in grado di decidere su questo tema, perché la questione dell’emergenza climatica, che il Tribunale riconosce essere una questione cruciale, investirebbe un’area sottratta ai giudici, in quanto espressione di attività politica, come tale “insindacabile” da parte della magistratura. E questa insindacabilità agisce al di là della nostra appartenenza all’Unione europea, delle numerose leggi sul clima che sono state adottate e sono vincolanti per l’Italia e della Carta dei Diritti Fondamentali della Ue, che non valgono per i giudici romani. Come spiega Luciana Cardelli nel suo articolo su La Costituzione.info, questa posizione è altamente discutibile, dato che nell’ordinamento italiano si prevede un’area sottratta all’azione giudiziaria ma entro limiti molto stretti che non paiono esistere in questo caso.
Alla luce di questa sconcertante decisione, la sentenza della Grande camera della Corte di Giustizia dei Diritti Umani a Strasburgo del 9 aprile, contro la Svizzera e a favore dell’Associazione “Signore Anziane per il clima” (Verein KlimaSeniorinnen Schweiz, che riunisce 2.500 donne ultrasessantacinquenni) assume un valore speciale proprio per il nostro paese proprio per gli argomenti portati a sostegno della decisione.
La Corte con questa sentenza riconosce per la prima volta che l’inazione sul clima rappresenta una violazione dei diritti umani. L’unico a dissentire è stato il giudice britannico Tim Eicke, che già nel 2021 aveva detto che la Cedu non è stata concepita per i casi ambientali. A suo avviso, la sentenza non fa una reale differenza nella lotta al cambiamento climatico e gli altri giudici stavano “dando la (falsa) speranza che il contenzioso e i tribunali possano fornire la risposta”.
La Grande Camera è l’organo della Corte responsabile di decidere sui casi più gravi e innovativi e le sue decisioni sono vincolanti per gli Stati membri del Consiglio d’Europa e senza appello. In questo senso, la decisione riguardante la Svizzera rappresenta un precedente applicabile anche per gli altri ordinamenti nazionali. Le ricorrenti avevano basato il loro ricorso sul fatto che le persone anziane sono particolarmente vulnerabili di fronte a fenomeni meteorologici estremi e hanno chiesto di ordinare alla Svizzera di fare molto di più per contribuire a mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C, l’obiettivo fissato a livello globale.
Il governo svizzero, da parte sua, pur condividendo che l’aumento delle temperature danneggia la salute delle persone, ha sostenuto in tribunale che le KlimaSeniorinnen non dovrebbero essere trattate come “vittime” secondo l’art. 34 della Convenzione in quanto il legame tra le sue azioni e le loro sofferenze è “troppo tenue e remoto”; infatti, poiché molte delle ricorrenti hanno più di 80 anni e alcune sono addirittura morte durante il percorso della causa, sarà improbabile che saranno ancora vive (!) quando e se le temperature si alzeranno oltre il grado e mezzo.
La Corte, che è l’autorità competente per l’interpretazione della Convenzione dei Diritti Umani, ha invece ritenuto che la Svizzera abbia violato l’articolo 8 della Convenzione, che comprende il diritto degli individui a una protezione effettiva da parte delle autorità statali contro i gravi effetti negativi del cambiamento climatico sulla loro vita, salute, benessere e qualità della vita. La Svizzera ha anche violato l’art. 6 sull’accesso al giudizio di un tribunale perché aveva respinto il ricorso dell’associazione sulla base di considerazioni “inadeguate”. Inoltre che la Corte, in quella che potrebbe rappresentare una risposta indiretta alle motivazioni della sentenza del Tribunale di Roma contro la causa “Giudizio Universale”, ritiene che pur se “le misure volte a combattere il cambiamento climatico e i suoi effetti negativi richiedono un’azione legislativa sia in termini di quadro politico che in vari ambiti settoriali” e che “tale azione dipende necessariamente da un processo decisionale democratico” c’è un chiaro spazio di azione dei giudici dato che “il mandato dei tribunali nazionali e di questa Corte è complementare a tali processi democratici”.
Nella stessa occasione, la Grande Camera ha anche dichiarato irricevibili altri tre ricorsi sullo stesso tema, che avevano coinvolto altri due paesi, la Francia, accusata dall’ex sindaco di Grande-Synthe, ora europarlamentare, Damien Carême, e il Portogallo, messo sotto accusa da sei giovani portoghesi che hanno citato in giudizio ben 32 Paesi (i 27 membri dell’Unione Europea, oltre a Regno Unito, Svizzera, Norvegia, Turchia e Russia). Nel caso francese, la Corte ha motivato la sua decisione, sostenendo che il ricorrente non aveva lo status di vittima ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione perché non viveva più a Grande Synthe; nel caso Duarte Agostinho e altri la Corte ha ritenuto che non vi fossero motivi nella Convenzione per estendere la loro giurisdizione extraterritoriale nel modo richiesto dai ricorrenti e dato che i ricorrenti non avevano intrapreso alcuna via legale in Portogallo in merito alle loro denunce, il ricorso era inoltre irricevibile per mancato esaurimento delle vie di ricorso interne. Il terzo ricorso respinto è stato quello di quattro persone che si sono aggiunte alla causa dell’associazione delle Signore anziane per il Clima, perché come nel caso dell’ex sindaco francese, non ricorrevano le condizioni per essere considerate “vittime” secondo i criteri dell’art.34 della Convenzione.
È interessante allora capire perché la Corte ha considerato ricevibile il ricorso delle “Signore Anziane per il Clima” perché ci sono condizioni che comunque delimitano le possibilità di ricorso. La Corte spiega che “perché un’associazione abbia il diritto di agire per conto di singoli individui e di presentare un ricorso per la presunta incapacità di uno Stato di adottare misure adeguate per proteggerli dagli effetti nocivi del cambiamento climatico sulla loro vita e sulla loro salute”, deve tra l’altro essere legalmente stabilita nel paese interessato e deve dimostrare di volere difendere i diritti specifici dei suoi membri o di altri individui interessati all’interno di quel paese, deve essere in grado di dimostrare di poter essere considerata “realmente qualificata e rappresentativa” per agire per conto dei membri o di altre persone colpite dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici sulla loro vita, salute o benessere, come tutelato dalla Convenzione.
Anche se questa è la prima volta che la Corte europea sui diritti umani si pronuncia sul Clima, sono ormai piuttosto numerosi i paesi nei quali i giudici hanno emesso sentenze che ingiungono ai governi di agire con maggiore efficacia sui cambiamenti climatici. Gli effetti sono stati disomogenei e proporzionali all’esistenza o meno di una pressione politica e sociale reale sul tema: in Olanda, primo paese nel quale i giudici hanno agito, si è imposto al governo di ridurre del 25% le emissioni entro il 2020; in Germania il ricorso ha comportato una modifica della legge sul Clima; in Francia la possente mobilitazione che ha interessato milioni di persone con l’azione “Affaire du Siecle” ha portato ad una maggiore attenzione alla riduzione delle emissioni, riconosciute dagli stessi tribunali, ma ancora non sufficienti secondo i ricorrenti e ad un larghissimo dibattito pubblico che ha davvero cambiato la percezione dell’importanza dell’azione sul clima.
La situazione in Italia è, come abbiamo visto, molto diversa, anche per l’arretratezza culturale di cui fa spesso prova anche parte della magistratura, non solo nel caso di “Giudizio Universale”, ma anche nel modo “criminalizzante” di affrontare le proteste e il dissenso sulle politiche climatiche del governo. In questo senso, la sentenza della Corte di Strasburgo potrà forse contribuire, come è già stato per molte norme europee, a una evoluzione positiva della magistratura, dei media e della politica italiane.
Monica Frassoni
Verde europea
Ambiente & Veleni - 11 Aprile 2024
La vittoria delle “Signore anziane per il clima”: perché stavolta la Cedu ha accolto il ricorso
Il 6 marzo scorso si è concluso, a quasi tre anni dal suo avvio, il primo grado di giudizio della prima causa intentata in Italia contro lo Stato per inazione sulla crisi climatica. Il Tribunale civile di Roma ha dichiarato irricevibile la causa “Giudizio Universale”, portata da 24 associazioni, 179 persone e dal team legale della rete “Legalità per il Clima”, per “difetto assoluto di giurisdizione”, nel senso che secondo la giudice di Roma in Italia non esistono tribunali in grado di decidere su questo tema, perché la questione dell’emergenza climatica, che il Tribunale riconosce essere una questione cruciale, investirebbe un’area sottratta ai giudici, in quanto espressione di attività politica, come tale “insindacabile” da parte della magistratura. E questa insindacabilità agisce al di là della nostra appartenenza all’Unione europea, delle numerose leggi sul clima che sono state adottate e sono vincolanti per l’Italia e della Carta dei Diritti Fondamentali della Ue, che non valgono per i giudici romani. Come spiega Luciana Cardelli nel suo articolo su La Costituzione.info, questa posizione è altamente discutibile, dato che nell’ordinamento italiano si prevede un’area sottratta all’azione giudiziaria ma entro limiti molto stretti che non paiono esistere in questo caso.
Alla luce di questa sconcertante decisione, la sentenza della Grande camera della Corte di Giustizia dei Diritti Umani a Strasburgo del 9 aprile, contro la Svizzera e a favore dell’Associazione “Signore Anziane per il clima” (Verein KlimaSeniorinnen Schweiz, che riunisce 2.500 donne ultrasessantacinquenni) assume un valore speciale proprio per il nostro paese proprio per gli argomenti portati a sostegno della decisione.
La Corte con questa sentenza riconosce per la prima volta che l’inazione sul clima rappresenta una violazione dei diritti umani. L’unico a dissentire è stato il giudice britannico Tim Eicke, che già nel 2021 aveva detto che la Cedu non è stata concepita per i casi ambientali. A suo avviso, la sentenza non fa una reale differenza nella lotta al cambiamento climatico e gli altri giudici stavano “dando la (falsa) speranza che il contenzioso e i tribunali possano fornire la risposta”.
La Grande Camera è l’organo della Corte responsabile di decidere sui casi più gravi e innovativi e le sue decisioni sono vincolanti per gli Stati membri del Consiglio d’Europa e senza appello. In questo senso, la decisione riguardante la Svizzera rappresenta un precedente applicabile anche per gli altri ordinamenti nazionali. Le ricorrenti avevano basato il loro ricorso sul fatto che le persone anziane sono particolarmente vulnerabili di fronte a fenomeni meteorologici estremi e hanno chiesto di ordinare alla Svizzera di fare molto di più per contribuire a mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C, l’obiettivo fissato a livello globale.
Il governo svizzero, da parte sua, pur condividendo che l’aumento delle temperature danneggia la salute delle persone, ha sostenuto in tribunale che le KlimaSeniorinnen non dovrebbero essere trattate come “vittime” secondo l’art. 34 della Convenzione in quanto il legame tra le sue azioni e le loro sofferenze è “troppo tenue e remoto”; infatti, poiché molte delle ricorrenti hanno più di 80 anni e alcune sono addirittura morte durante il percorso della causa, sarà improbabile che saranno ancora vive (!) quando e se le temperature si alzeranno oltre il grado e mezzo.
La Corte, che è l’autorità competente per l’interpretazione della Convenzione dei Diritti Umani, ha invece ritenuto che la Svizzera abbia violato l’articolo 8 della Convenzione, che comprende il diritto degli individui a una protezione effettiva da parte delle autorità statali contro i gravi effetti negativi del cambiamento climatico sulla loro vita, salute, benessere e qualità della vita. La Svizzera ha anche violato l’art. 6 sull’accesso al giudizio di un tribunale perché aveva respinto il ricorso dell’associazione sulla base di considerazioni “inadeguate”. Inoltre che la Corte, in quella che potrebbe rappresentare una risposta indiretta alle motivazioni della sentenza del Tribunale di Roma contro la causa “Giudizio Universale”, ritiene che pur se “le misure volte a combattere il cambiamento climatico e i suoi effetti negativi richiedono un’azione legislativa sia in termini di quadro politico che in vari ambiti settoriali” e che “tale azione dipende necessariamente da un processo decisionale democratico” c’è un chiaro spazio di azione dei giudici dato che “il mandato dei tribunali nazionali e di questa Corte è complementare a tali processi democratici”.
Nella stessa occasione, la Grande Camera ha anche dichiarato irricevibili altri tre ricorsi sullo stesso tema, che avevano coinvolto altri due paesi, la Francia, accusata dall’ex sindaco di Grande-Synthe, ora europarlamentare, Damien Carême, e il Portogallo, messo sotto accusa da sei giovani portoghesi che hanno citato in giudizio ben 32 Paesi (i 27 membri dell’Unione Europea, oltre a Regno Unito, Svizzera, Norvegia, Turchia e Russia). Nel caso francese, la Corte ha motivato la sua decisione, sostenendo che il ricorrente non aveva lo status di vittima ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione perché non viveva più a Grande Synthe; nel caso Duarte Agostinho e altri la Corte ha ritenuto che non vi fossero motivi nella Convenzione per estendere la loro giurisdizione extraterritoriale nel modo richiesto dai ricorrenti e dato che i ricorrenti non avevano intrapreso alcuna via legale in Portogallo in merito alle loro denunce, il ricorso era inoltre irricevibile per mancato esaurimento delle vie di ricorso interne. Il terzo ricorso respinto è stato quello di quattro persone che si sono aggiunte alla causa dell’associazione delle Signore anziane per il Clima, perché come nel caso dell’ex sindaco francese, non ricorrevano le condizioni per essere considerate “vittime” secondo i criteri dell’art.34 della Convenzione.
È interessante allora capire perché la Corte ha considerato ricevibile il ricorso delle “Signore Anziane per il Clima” perché ci sono condizioni che comunque delimitano le possibilità di ricorso. La Corte spiega che “perché un’associazione abbia il diritto di agire per conto di singoli individui e di presentare un ricorso per la presunta incapacità di uno Stato di adottare misure adeguate per proteggerli dagli effetti nocivi del cambiamento climatico sulla loro vita e sulla loro salute”, deve tra l’altro essere legalmente stabilita nel paese interessato e deve dimostrare di volere difendere i diritti specifici dei suoi membri o di altri individui interessati all’interno di quel paese, deve essere in grado di dimostrare di poter essere considerata “realmente qualificata e rappresentativa” per agire per conto dei membri o di altre persone colpite dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici sulla loro vita, salute o benessere, come tutelato dalla Convenzione.
Anche se questa è la prima volta che la Corte europea sui diritti umani si pronuncia sul Clima, sono ormai piuttosto numerosi i paesi nei quali i giudici hanno emesso sentenze che ingiungono ai governi di agire con maggiore efficacia sui cambiamenti climatici. Gli effetti sono stati disomogenei e proporzionali all’esistenza o meno di una pressione politica e sociale reale sul tema: in Olanda, primo paese nel quale i giudici hanno agito, si è imposto al governo di ridurre del 25% le emissioni entro il 2020; in Germania il ricorso ha comportato una modifica della legge sul Clima; in Francia la possente mobilitazione che ha interessato milioni di persone con l’azione “Affaire du Siecle” ha portato ad una maggiore attenzione alla riduzione delle emissioni, riconosciute dagli stessi tribunali, ma ancora non sufficienti secondo i ricorrenti e ad un larghissimo dibattito pubblico che ha davvero cambiato la percezione dell’importanza dell’azione sul clima.
La situazione in Italia è, come abbiamo visto, molto diversa, anche per l’arretratezza culturale di cui fa spesso prova anche parte della magistratura, non solo nel caso di “Giudizio Universale”, ma anche nel modo “criminalizzante” di affrontare le proteste e il dissenso sulle politiche climatiche del governo. In questo senso, la sentenza della Corte di Strasburgo potrà forse contribuire, come è già stato per molte norme europee, a una evoluzione positiva della magistratura, dei media e della politica italiane.
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Obiettivo ottavi di finale, quasi, raggiunto per l'Inter. La vittoria di Praga contro lo Sparta avvicina infatti la qualificazione ai nerazzurri, già certi dei playoff, e vittoriosi in Repubblica Ceca 1-0 grazie al bel gol di Lautaro Martinez nel primo tempo. Ora Inzaghi sale al quarto posto in classifica a quota 16 punti, mentre lo Sparta Praga rimane a 4, eliminato.
L'Inter riesce a sbloccare il match già al 12' grazie al bel gol di Lautaro Martinez, che calcia al volo su assist di Bastoni e firma l'1-0 nerazzurro. Lo Sparta Praga è confuso ma la squadra di Inzaghi non riesce ad approfittarne: Asllani non sfrutta un grossolano errore in uscita dei cechi, mentre Barella ci prova da fuori area senza riuscire a inquadrare la porta. L'unica occasione dei padroni di casa arriva con Birmancevic, ma il suo tiro viene bloccato facilmente da Sommer.
Nella ripresa l'Inter trova il raddoppio al 59' con Dumfries, rapido a segnare in tap-in dopo il tentativo parato di Lautaro, ma l'arbitro annulla per un fuorigioco a inizio azione di Dimarco. Proprio l'esterno nerazzurro ci prova da fuori area, ma senza centrare la porta, mentre Lautaro sfiora la doppietta ma trova ancora una volta la parata del portiere avversario. Nel finale è Frattesi, appena entrato in campo, ad avere una buona occasione, ma anche lui si scontra con il riflesso provvidenziale di Vindahl. Termina quindi 1-0 per l'Inter a Praga.
Palermo, 22 gen. (Adnkronos) - Sarà 'Confini' il tema della 15esima edizione di Taobuk-Taormina International Book Festival, ideato e diretto da Antonella Ferrara, che si terrà dal 18 al 22 giugno 2025. Sul concept prescelto si confronteranno oltre 200 scrittori, artisti, scienziati, intellettuali, politici ed economisti, provenienti da più di 30 Paesi nel mondo, chiamati ad animare la manifestazione realizzata con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo, e con il contributo di Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Città di Taormina, Parco Archeologico Naxos Taormina, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Ministero della Cultura, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo, ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo, Teatro Massimo Bellini di Catania, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Fondazione Palazzo Strozzi, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Catania.
Come sottolinea Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica di Taobuk: “I confini, fisici e geografici, ma anche ideali ed esistenziali, segnano la nostra esperienza come individui e come collettività. Non si possono configurare esclusivamente come semplici linee di separazione, ma rappresentano luoghi di confronto e scoperta, spazi di passaggio dove l’io incontra il tu, il noto si confronta con l’ignoto, e la diversità diventa risorsa. Troppo spesso, però, li interpretiamo come mura invalicabili, che difendono un’identità percepita come fragile o minacciata. Invece di essere corridoi verso l’altro, vengono sovente eretti come demarcazioni isolanti, linee che separano ciò che è familiare da ciò che non lo è, alimentando diffidenza e paura. Ma un confine non si può ridurre a ciò che si contrappone: è anche e soprattutto ciò che collega. È dunque un invito a uscire dal proprio perimetro per accogliere il diverso, comprendere il nuovo, costruire ponti.”
I prestigiosi Taobuk Award saranno assegnati, come ogni anno, a personalità di altissimo profilo letterario, artistico, scientifico o dell’impegno civile, coerentemente con la vocazione multidisciplinare del festival e con la missione di farsi osservatorio della società attraverso un dialogo permanente con i protagonisti di un villaggio sempre più globale. La consegna avverrà nella serata di sabato 21 giugno al Teatro Antico di Taormina nel corso del Taobuk Gala, uno spettacolo che andrà in onda, come di consueto, su Rai1. Particolarmente attesi gli scrittori Peter Cameron, Joe R. Lansdale e Susanna Tamaro, tra gli assegnatari del Taobuk Award for Literary Excellence.
Taobuk farà da cornice ad una serie di iniziative volte a celebrare i 50 anni dalla prima edizione di “Horcynus Orca”, capolavoro di Stefano D’Arrigo, in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, presieduta da Luca Formenton e diretta da Paolo Verri. Un progetto ambizioso e articolato che attraversa tutto il Paese, dando vita ad un fitto calendario che vedrà la realizzazione di una mostra, uno spettacolo e un’importante opera di digitalizzazione. Si tratta di un anniversario che si lega profondamente al motivo conduttore di questa edizione del Festival. Molteplici i confini che il protagonista ‘Ndrja Cambria dovrà varcare. L’iniziativa coinvolgerà anche l’editore Rizzoli, che sta ripubblicando le opere dello scrittore, per approdare poi nelle scuole di Sicilia, Calabria Piemonte e Lombardia con oltre 1000 copie distribuite agli studenti, coinvolti in un lavoro di lettura e commento del testo, i cui risultati saranno presentati al Salone del Libro di Torino e a Taobuk, dove le classi più meritevoli vinceranno un soggiorno. Un risvolto non secondario verrà, infine, dalla digitalizzazione dei principali documenti relativi alla vicenda editoriale di “Horcynus Orca”, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e di Pavia. Infine, domenica 22 Giugno nella cornice del Teatro Antico di Taormina, il festival accoglierà un suggestivo spettacolo, tra musica e parole, affidato alla regia di Davide Livermore, a cui spetterà di evocare i suggestivi brani del romanzo di D’Arrigo.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Le persone vogliono sentirsi sicure nelle loro città, nelle loro case. Ma l'approccio della destra è sbagliato perchè non basta rafforzare i presidi delle forze dell'ordine, che neanche fanno perchè non ci mettono soldi e mandano poliziotti a fare la guardia ai centri migranti vuoti in Albania, servono presidi sociali e educativi e anche la questione del cambiamenti climatico è una questione di sicurezza". Lo dice Elly Schlein all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato.
Milano, 22 gen. (Adnkronos) - "Come ogni anno, Samsung presenta il nuovo flagship: Samsung Galaxy S25. Lo scorso anno, con Galaxy S24, abbiamo introdotto per la prima volta l’intelligenza artificiale sugli smartphone e quest’anno, con la nuova serie, facciamo un ulteriore balzo in avanti, riuscendo a dare all’intelligenza artificiale una connotazione ancora più fluida, semplice e, direi, conversazionale”. Lo spiega ai microfoni dell’Adnkronos Nicolò Bellorini Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia, in occasione di Samsung Galaxy Unpacked 2025, l’evento con cui l’azienda sudcoreana presenta la nuova serie di smartphone Samsung Galaxy.
Questa rivoluzione nel mondo degli smartphone AI è resa possibile da diverse innovazioni, la multimodalità in primis, come sottolinea Bellorini: “Samsung Galaxy S25 è in grado di capire perfettamente il contesto nel quale avvengono le richieste, perché comprende voce, video, suoni, testi, file Pdf e qualunque altra cosa. La seconda innovazione importante è la potenza degli agenti AI, che consente a S25 di performare task complessi, che possono andare anche da un’app all’altra”.
I più recenti top di gamma di Samsung portano infatti le capacità di Galaxy AI a un livello superiore, con un’elaborazione AI avanzata direttamente sul dispositivo, migliorando ulteriormente il comparto fotografico leader del settore Galaxy grazie a ProVisual Engine di nuova generazione e offrendo prestazioni eccezionali grazie al processore Qualcomm Snapdragon 8 Elite per Galaxy.
La nuova serie Galaxy S25 stabilisce così un nuovo standard per l’AI mobile, garantendo l’esperienza mobile più naturale e consapevole mai raggiunta, e rappresenta il primo passo nella visione di Samsung di cambiare il modo in cui gli utenti interagiscono con i loro smartphone e con il mondo che li circonda.
“Come l’anno scorso, sono tre i modelli disponibili, Galaxy S25 Ultra, Galaxy S25+ e Galaxy S25, con vari tagli di memoria - conclude il Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia - da 128Gb fino 1Tb, tutti con 12Gb di Ram”.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Quale è la visione del governo Meloni di fronti ai cambiamenti climatici? E' semplice, basta fare così". Lo dice Elly Schlein tappandosi gli occhi all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato. "Come facevamo da bambini, quando c'era qualcosa che ci faceva paura. Ma il prezzo della non conversione, del non affrontare i cambiamenti climatici è molto più costoso che farlo".
"Quanta competitività perdono le aziende italiane rispetto" ad altri Paesi dove si investe in rinnovabili? Ma "il governo non se ne occupa. Questi sono invece gli obiettivi che ci stiamo dando in vista della Cop 30" in Brasile.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "La Lega di Matteo Salvini non perde tempo e scavalca a destra Giorgia Meloni, sempre più legata all'internazionale nera, annunciando la decisione di aprire il dibattito per dire stop all'adesione dell'Italia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Questa posizione, ispirata all'analogo passo compiuto ieri da Donald Trump, rappresenterebbe un grave segnale di isolamento dell'Italia a livello internazionale e dai principali organismi impegnati nella tutela della salute globale". Così Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs.
"L'Oms non è solo un'istituzione scientifica di riferimento, ma un baluardo nella lotta contro pandemie, malattie croniche e disuguaglianze sanitarie in Africa e nei Paesi più poveri. Quando, a metà del XIX secolo, la peste, il colera e la febbre gialla hanno scatenato ondate mortali in un mondo appena industrializzato e interconnesso, l’adozione di un approccio globale alla salute è diventata un imperativo. Medici, scienziati, presidenti e primi ministri convocarono con urgenza la Conferenza Sanitaria Internazionale di Parigi nel 1851, un precursore di quella che oggi è la più grande del suo genere: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nota come Oms. In mezzo alle crisi, ai conflitti, alla continua minaccia di epidemie e ai cambiamenti climatici, l’Oms ha reagito: dalle guerre a Gaza, in Sudan e in Ucraina fino a garantire l’arrivo di vaccini e forniture mediche salvavita in aree remote o pericolose, svolgendo un ruolo fondamentale di indirizzo nel rispondere all'emergenza Covid-19".
"La Lega dimostra ancora una volta un approccio irresponsabile, che antepone logiche ideologiche e sovraniste al benessere dei cittadini. Interrompere la nostra adesione all'Oms significa rinunciare a strumenti essenziali di coordinamento globale, scambio di conoscenze e accesso a risorse indispensabili per affrontare emergenze sanitarie. Andrebbero ignorati: ma siccome governano il Paese è bene sapere cosa pensano di questa folle proposta il Ministro della salute Schillaci, la premier Giorgia Meloni e la maggioranza di destra che sostiene il suo governo" conclude Bonelli.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - L'Istituto per il Credito Sportivo e Culturale ('Icsc') torna per la seconda volta sul mercato delle emissioni Esg portando a termine con straordinario successo il collocamento di un prestito obbligazionario Social unsecured senior preferred dedicato al supporto di investimenti ad elevato impatto nei settori Sport e Cultura, riservato agli investitori istituzionali.
L’operazione ha registrato ordini complessivi per circa 2 miliardi di euro, pari a oltre 6 volte l’offerta iniziale. L’emissione ha visto la partecipazione di un’ampia platea di sottoscrittori nazionali ed esteri per il 45%, in particolare Germania/Austria (24%), a dimostrazione del crescente interesse degli investitori per il settore delle infrastrutture sociali in Italia.
Il prestito obbligazionario, con scadenza a cinque anni e cedola a tasso fisso annua del 3,50%, costituisce la prima emissione a valere sul programma Emtn (Euro Medium Term Note) da 1 miliardo di euro pubblicato il 19 dicembre 2024, la seconda per Icsc dopo l’emissione stand alone del 2022. Il rating del Social Bond è stimato in linea con quelli assegnati alla Banca dalle agenzie S&P e DBRS, rispettivamente pari a BBB- (Stable) e BBB (Positive).
I proventi dell’emissione saranno utilizzati per sostenere investimenti ad elevato impatto sociale nei settori Sport e Cultura, in linea con la missione dell’Istituto e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“L’emissione del nuovo Social Bond riflette il crescente impegno di Icsc sul fronte della finanza sostenibile, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei settori Sport e Cultura. La straordinaria domanda da parte degli investitori istituzionali conferma la fiducia dei mercati nei confronti di Icsc, riconoscendone la consolidata capacità di mobilitare capitali a lungo termine secondo principi di sostenibilità, responsabilità e inclusione sociale, equità intergenerazionale. Lo Sport e la Cultura rappresentano in misura crescente asset class in grado di generare significative opportunità di investimento a impatto, creando valore economico e sociale, reale e duraturo per il Paese", ha commentato l’Amministratore Delegato Antonella Baldino.
Il bond, ammesso alla negoziazione presso il mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo, è stato emesso a valere sul Social Bond Framework di Icsc, pubblicato nel luglio 2022, che ha ottenuto una favorevole Second Party Opinion rilasciata da Iss Corporate Solutions, confermando l’allineamento agli Icma Principles e la robustezza degli Eligibility Criteria.
Imi-Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Santander e Morgan Stanley hanno agito in qualità di Joint Lead Managers del collocamento.