I nuovi padiglioni carcerari annunciati dalla regione Emilia Romagna per far fronte all’emergenza sovraffollamento rischiano di restare chiusi. Lo fa notare il Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, che da tempo denuncia la carenza di personale negli istituti penitenziari nazionali, dove mancano 6.500 agenti. L’ampliamento degli istituti regionali ha avuto il via libera oggi con la firma congiunta del presidente Vasco Errani e di Franco Ionta, Commissario delegato per il Piano carceri, e prevede cinque nuovi padiglioni detentivi, per un totale di mille posti. Ma “se la costruzione di nuove strutture – commenta Gian Battista Durante, segretario del Sappe – non sarà accompagnata da un aumento degli agenti che le facciano funzionare, rimarranno chiuse, come lo sono già alcune strutture della regione a Parma, Forlì e Rimini”.
Il provvedimento è stato giudicato insufficiente anche dai consiglieri regionali di Sel Gian Guido Naldi e Gabriella Meo che, pur condividendo l’impegno della Regione, ricordano che la costruzione di nuovi padiglioni non basta a risolvere il problema carceri. Secondo i due consiglieri bisogna anche stanziare fondi per la manutenzione, aumentare il numero degli agenti, predisporre gli spazi e dare incentivi per il lavoro esterno.
Le carceri interessate sono quelle di Bologna, Ferrara, Parma, Reggio Emilia e Piacenza (qui i lavori sono già partiti a marzo scorso). Ogni carcere avrà un nuovo padiglione che costerà 11 milioni di euro, per spesa di 55 milioni di euro. “Ogni struttura andrà ad ampliare quelle già esistenti- spiega il commissario Ionta – e avrà quattro cortili di passeggio e una capienza di 200 detenuti. I nuovi padiglioni saranno edificati in tempi rapidi secondo le disposizioni urgenti per la realizzazione di istituti penitenziari stabilite per il Piano carceri”.
Al 30 aprile, secondo i dati del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, in regione i detenuti sono 4.146 e il problema del sovraffollamento delle carceri è piuttosto grave. La Uil Pa penitenziari ha recentemente denunciato la situazione di sovraffollamento nelle carceri italiane, che vede l’Emilia Romagna collocarsi al terzo posto della classifica nazionale, dietro soltanto alla Calabria e alla Puglia, con un tasso di affollamento del 73,7% e circa 2.000 detenuti in più rispetto alla capacità di accoglienza delle strutture.
La Dozza di Bologna, per esempio, vede la presenza di 1.124 detenuti, nonostante la struttura sia stata realizzata per 497 detenuti a regime regolamentare, e 903 a regime di massima tollerabilità.
Il primo cantiere, quello di Piacenza, è già avviato. A breve dovrebbe essere pronto il bando di gara per la realizzazione dei padiglioni delle altre città e, un volta che i lavori saranno affidati, serviranno circa due anni per completarli.
Ionta si è inoltre impegnato per realizzare uno studio di fattibilità, in collaborazione con la Regione, per individuare una nuova struttura sanitaria che sostituisca l’attuale Opg di Reggio Emilia, che ospita 321 persone. Questo dovrebbe permettere di ospitare le persone che soffrono di disagio mentale che sono attualmente internate in un padiglione del carcere.
Vasco Errani ha espresso soddisfazione per “questa intesa, frutto di un lavoro intenso”, soprattutto perché “occorre fare sempre di più per garantire diritti, pieno rispetto, qualità di vita e di lavoro negli istituti carcerari del nostro paese”.