“Sa cosa mi fa sorridere? Dopo la mia nomina, diversi parlamentari del Pd con cui avevo collaborato nelle commissioni parlamentari mi hanno mandato sms di congratulazioni. E ora mi fanno la guerra”. Paola Muraro, assessore all’Ambiente del Comune di Roma nella giunta a 5 Stelle di Virginia Raggi, è sotto il fuoco incrociato per i cassonetti stracolmi nella Capitale. E accusa il presidente dell’Ama, la municipalizzata dei rifiuti, Daniele Fortini: “Lui e altri dirigenti ci hanno lasciato di proposito una macchina che non funziona, sapevano che avremmo vinto. Hanno attuato un golpe sui rifiuti”.
Il Pd la invita a dimettersi per i suoi “conflitti di interessi”. Le imputa il milione e 136 mila euro di compensi per 12 anni da consulente Ama.
Vado avanti, non ho nessun conflitto. A ridurre così Roma è stata la dirigenza dell’Ama.
Di cosa si occupava da consulente?
Sono un’esperta di compostaggio e trattamento dei rifiuti. Negli ultimi anni controllavo e davo suggerimenti su come ottemperare agli adempimenti di legge nei vari impianti. Ed ero la referente dell’azienda con gli enti di controllo. Se arrivavano gli ispettori dell’Arpa o del Noe, dovevano parlare con me.
E cosa raccontava loro?
Che riscontravo molte inefficienze, tutte segnalate all’azienda.
Ha ricevuto molti soldi.
Sono circa 90mila euro lordi all’anno. E poi ho svolto un lavoro importante da perito di parte in varie cause fondamentali. Grazie a me l’Ama vinse il lodo arbitrale contro Manlio Cerroni (storico patron della discarica di Malagrotta, plurindagato ndr) che pretendeva 900 milioni per la mancata realizzazione di un rigassificatore. E ho contribuito anche in altri contenziosi da decine di milioni.
Durante l’amministrazione Alemanno i suoi compensi sono notevolmente aumentati. Era l’epoca dell’ad Franco Panzironi, poi condannato in primo grado a 5 anni e 3 mesi per abuso d’ufficio e falso ideologico, e del dg Giovanni Fiscon, sotto processo per Mafia Capitale.
No, l’entità dei compensi è mutata dopo, con il sindaco Ignazio Marino, dal 2014 in poi, quando passai da 80mila a 115 mila euro all’anno. Avevano chiuso la discarica di Malagrotta, e mi chiesero maggiore presenza: c’era da gestire un cambio di sistema.
Che rapporti aveva con Panzironi e Fiscon?
In quel periodo (2008 – 2013, ndr) lavorai di meno. Panzironi me lo disse in faccia: “Lei è una marchetta della sinistra”.
E con Fiscon?
Lo vedevo quando serviva.
In quel periodo lavorò anche con una società friulana che ottenne appalti per il trattamento dei rifiuti romani. Non è un conflitto d’interessi?
No, ero una professionista che non aveva vincoli di esclusiva. E poi la consulenza alla Bioman riguardava rifiuti lavorati a Pordenone, non a Roma.
Quando entra in contatto con il M5s?
Conobbi il deputato Stefano Vignaroli e altri eletti ai tempi del contenzioso con Cerroni. Avevano fatto un eccellente lavoro di ricognizione.
Quando l’hanno chiamata per fare l’assessore?
A inizio giugno mi chiamò lo staff della Raggi chiedendomi un curriculum. Quel giorno ho incontrato Virginia.
Lei da consulente ha lavorato all’avvio di Rocca Cencia. Poi da assessore si è recata sul posto e ha detto che era pieno di buchi. Non stride?
Ero una consulente, non la responsabile. E ho messo in luce tutte le criticità, senza esito.
Lei ha parlato di un dossier.
Ho mandato tante mail all’azienda, soprattutto negli ultimi due anni.
Su cosa?
Nell’ottobre 2015 segnalo che da un impianto di Pomezia sono usciti mezzi che pesavano un tot, e pochi chilometri, all’arrivo pesavano il doppio.
Che vuol dire?
Che avveniva una truffa.
Continui.
Il 15 giugno 2015 scrivo: “Torno a sottolinearvi la gravità della situazione negli impianti di Rocca Cencia e Salario”. E chioso: “Non essendo responsabile del comportamento aziendale, mi ritengo sollevata da qualsiasi responsabilità”.
Perché ha tenuto questo materiale nel cassetto?
Avevo un obbligo contrattuale di riservatezza. Ma se la procura mi chiamerà mostrerò tutto. E vorrei essere sentita anche dalla commissione Ecomafie, appena possibile.
Teme di essere indagata?
Ho piena fiducia nella magistratura.
Come si salva Roma dai rifiuti?
Innanzitutto, puntando sulla differenziata. Non credo che ora sia al 42 per cento, faremo un audit per verificarlo.
Detto questo…
La differenziata con i cassonetti non funziona. Servono nuovi metodi di raccolta.
Non basta.
Dobbiamo lavorare sulle utenze commerciali, attualmente i loro rifiuti vengono mischiati agli altri. E poi realizzeremo impianti di compostaggio vicino alle aziende agricole.
Serve una nuova discarica?
Vedremo quando avremo messo a regime la differenziata. Dobbiamo arrivare al 65-70 per cento.
E i termovalorizzatori?
Non sono nel programma.
Roma è sommersa. Per il 20 agosto sarà pulita?
Così dice il piano di rientro dell’Ama, confidiamo che ce la si faccia. Ma è sempre colpa dei dirigenti. Si sa che il picco dei rifiuti è tra aprile e agosto: perché non si sono organizzati per portare i rifiuti altrove?
Ci vede malafede?
Il sospetto è fortissimo.