A Nicola Comerci, ritenuto vicino alle cosche di Gioia Tauro e di Vibo Valentia, si rivolgevano addirittura i responsabili della Rai che, in Calabria, hanno realizzato la fiction Gente di mare tra il 2005 e il 2007. Tra i beni sequestrati dalla polizia c’è il “Baia Tropea Resort” di Parghelia dove la Rai ha girato la serie sugli appartenenti alla Capitaneria di Porto. Leggendo la richiesta del questore Raffaele Grassi, il Tribunale di Reggio Calabria non ha dubbi circa “l’appartenenza di Comerci agli ambienti mafiosi delle cosche Piromalli e Mancuso”.
Dagli anni Settanta in poi, Comerci ha costruito un impero economico, soprattutto nel campo delle strutture ricettive, grazie all’appoggio fornito dalla famiglia mafiosa di Gioia Tauro e ai legami tra questa e la cosca di Vibo Valentia. “Delfino dei Piromalli”, ma secondo alcuni pentiti vicino pure ai De Stefano di Archi. Ville, appartamenti e società. Beni per 50 milioni tra Gioia Tauro, Bologna e Roma. La parte più consistente, però, è in provincia di Vibo Valentia dove il Tribunale ha sequestrato la “Blue Paradise Srl”, proprietaria del resort di Parghelia. Le infiltrazioni mafiose hanno fatto da sfondo alla fiction Gente di Mare. Secondo un’inchiesta della Procura di Vibo la struttura di Comerci fu scelta per scongiurare “la possibilità che potesse scatenarsi una faida nel territorio”. “I responsabili di produzione Rai – dicono gli inquirenti – furono costretti a rivolgersi a lui, nonostante un altro imprenditore avesse presentato un’offerta più vantaggiosa”. Tutto si risolve attorno a tavoli ai quali nessuno può confessare di essersi seduto: “L’intervento di un esponente dei Mancuso è riuscito a far diminuire il prezzo richiesto dal Comerci”, ha spiegato il procuratore aggiunto di Reggio, Gaetano Paci. Quasi 200 attori e 1950 comparse tra cui pure Gaetano Comito, uomo di fiducia della cosca Mancuso. Gente di mare era finita nelle carte della Procura di Napoli che, nel 2007, aveva perquisito l’allora direttore di Rai Fiction Agostino Saccà nell’ambito di un’inchiesta sul progetto “Pegasus” che prevedeva la realizzazione di un polo privato di produzione televisiva. Contattato telefonicamente, Saccà ricorda che “c’è stata un’indagine, ma non è venuto fuori nulla. Per quanto riguarda l’inchiesta Rai, come scrive il gip, sono stato perseguitato sulla base di una fantasiosa illazione”.
Nell’informativa dell’inchiesta “Odissea”, la Squadra mobile di Vibo nel 2005 aveva spiegato come una giornalista locale, Tiziana Primozich (non indagata), “amante del noto boss appartenente all’omonimo clan di Limbadi, Francesco Mancuso detto ’Ciccio Tabacco grazie ad alcune importanti amicizie coltivate negli ambienti televisivi delle reti Rai, ha ricevuto incarichi, anche di prestigio”. Non era stato un caso, per gli inquirenti, che proprio la Primozich fosse stata nominata ispettore di produzione di Gente di mare. Ma anche su questo fronte, Saccà dice: “Avevamo affidato la fiction al coproduttore Palomar assieme alla Sony Columbia al 20%. Ho fatto una cosa buona per la Calabria e invece di riconoscermi il merito hanno provato anche a rompermi le scatole. Non ci sono riusciti perché io e la mia famiglia abbiamo combattuto la ’ndrangheta. Comerci non lo conosco. Il resort l’ha affittato Palomar che è responsabile ed è uscito trasparente da quella vicenda. Nessuno mi ha mai interrogato. Hanno capito che il responsabile è il produttore. Se fosse uscito qualcosa di oscuro non era un problema della Rai”.