Paola Muraro il 29 aprile scorso era nell’aula del Tribunale di Roma a Piazzale Clodio a fianco di Giovanni Fiscon, ex direttore generale dell’Ama arrestato per Mafia Capitale con l’accusa di corruzione. Quel giorno di fine aprile, mentre la campagna elettorale stava per entrare nel vivo, il futuro assessore della giunta Raggi chiacchierava in Tribunale con il suo ex capo, alla sbarra insieme al re della monnezza di Roma Manlio Cerroni.
Fiscon è tuttora agli arresti domiciliari, però, aveva ottenuto il permesso di assistere a questo processo minore che lo vede imputato per la gestione dei rifiuti dell’Ama in mancanza dell’autorizzazione nell’impianti di Rocca Cencia della società dell’avvocato Cerroni. Secondo l’accusa i camion dell’Ama trasferivano da più di dieci anni i rifiuti del quadrante sud-est di Roma a Rocca Cencia senza la prescritta autorizzazione. Cosa ci faceva Paola Muraro a fianco di Fiscon? I giudici non dovevano sentire lei né Fiscon ma un maresciallo del Noe dei carabinieri che doveva rappresentare le accuse. Paola Muraro non ha risposto al Fatto. Fonti vicine all’assessore dicono che sarebbe stata lì in adempimento dei suoi doveri di consulente dell’Ama per aiutare, come altre volte, la difesa tecnica dell’ex direttore generale. La questione è di attualità anche perché nei giorni scorsi sono stati pubblicati un sms e una telefonata (irrilevanti per i pm) tra Muraro e Buzzi risalenti al settembre 2013 e avvenuti su richiesta di Fiscon a Muraro di contattare Buzzi in merito a un quesito relativo a una gara. Il contratto di Paola Muraro con Ama, visionato dal Fatto, prevedeva l’assistenza nei procedimenti penali nel 2015. Nel rinnovo del 2016, però, quella prestazione non era più compresa esplicitamente tra i suoi doveri. Paola Muraro comunque potrebbe avere scelto di terminare l’incarico iniziato durante il precedente contratto.
(ha collaborato Ne. Troc.)