I vaccini hanno ridotto enormemente, e in un caso (vaiolo) eliminato, l’incidenza di gravi infezioni, rappresentando la misura più efficace per ridurre i danni causati da molte malattie infettive. Se in una comunità la percentuale di persone vaccinate supera una certa soglia (di solito 95%) l’agente patogeno non trova più sufficienti ospiti per diffondersi. Questo spiega come i vaccini proteggano anche chi per motivi clinici non può vaccinarsi (neonati, bambini con difetti immunitari genetici, o che hanno subito trapianti o chemioterapia per tumori, ecc.).
Come ogni altro intervento medico, anche i vaccini non sono esenti da rischi. Tuttavia le complicanze gravi sono molto rare (meno di 1 su 1.000.000 per DTP, Epatite B, HPV, HiB; circa 2 su 1.000.000 per Influenza e 4 su 1.000.000 per morbillo, rosolia, parotite, e varicella). L’ipotizzata associazione tra vaccini e autismo era il risultato di uno studio fraudolento ed è stata smentita in modo definitivo da numerosi altri studi. Ogni “opinione” contraria non è scienza, ma pseudo-scienza.
Stabilito l’obiettivo di assicurare nella popolazione la copertura più alta possibile per quei vaccini la cui efficacia e sicurezza sono dimostrate scientificamente, la discussione è su come meglio raggiungere questo scopo. Ci sono due approcci: quello basato sull’obbligatorietà e quello basato sulla raccomandazione.
Ci sono Paesi che prediligono l’approccio “obbligatorio” (Francia) e altri quello della “raccomandazione” (Paesi scandinavi). Negli Stati Uniti le vaccinazioni sono tecnicamente “obbligatorie”, ma esistono (in 47 Stati su 50) esenzioni di tipo sia medico che religioso/filosofico che di fatto permettono ai genitori di non-vaccinare i loro figli.
Walter Orenstein, per anni direttore del Programma Nazionale di Vaccinazioni del governo Usa, ha spiegato che il metodo migliore per avere alte coperture non è la promozione di misure “punitive” verso chi non vaccina i figli, ma la rimozione attiva e capillare di qualunque “ostacolo” pratico alla vaccinazione. Questa rimozione degli ostacoli comprende il coinvolgimento attivo dei medici (soprattutto pediatri) nei programmi vaccinali, una comunicazione aperta tra medici e genitori, la pronta e gratuita disponibilità dei vaccini.
L’approccio basato sulla raccomandazione è culturalmente impegnativo, si avvantaggia di un tessuto sociale coeso, e richiede algoritmi su come comportarsi nel caso di calo della copertura vaccinale, però ha il notevole vantaggio potenziale di sviluppare un senso più alto di partecipazione dell’individuo a una gestione della salute pubblica non più percepita come paternalistica (o punitiva).
Nelle ultime settimane sono stato coinvolto, come medico e scienziato che da 20 anni si occupa di immunologia e microbiologia, da due alti esponenti del Movimento 5 Stelle, la senatrice Elena Fattori, ricercatrice ed esperta di vaccini, e l’europarlamentare e portavoce al Parlamento europeo, Piernicola Pedicini, ricercatore clinico ed esperto di fisica medica, in una discussione sulle politiche vaccinali in Italia.
Ho iniziato questa conversazione con una certa cautela, derivata dalle “leggende” secondo le quali il M5S sarebbe contro i vaccini, se non addirittura contro la scienza in generale (sul Corriere della Sera di recente Goffredo Buccini così riassumeva la posizione di M5S: “I vaccini vengono ora chiamati in causa quali intrugli responsabili di autismo e patologie varie, buoni solo ad arricchire Big Pharma”). Ho trovato due colleghi informati e intelligenti che affrontano il problema da un punto di vista strettamente medico e scientifico, senza complottismi o pseudo-scientismi, con l’unico scopo di sviluppare e implementare (qualora fossero al governo) politiche delle vaccinazioni che assicurino il più alto livello di copertura nella popolazione generale. Elena, Piernicola e io stiamo lavorando insieme su un documento che verrà presto pubblicato per chiarire – spero una volta per tutte – la posizione del M5S sul tema dei vaccini.
È normale, e anche salutare, che in ogni questione contenente aspetti “politici” ci siano punti di disaccordo tra diversi partiti, movimenti e gruppi di pensiero. Quello che però non trovo giusto è travisare in modo grossolano le posizioni.
È possibile che ci siano state, in passato, affermazioni di alcuni esponenti M5S sul tema dei vaccini che hanno creato confusione. Ma oggi, nel 2017, e per quello che sto vedendo, sostenere che M5S è “contro i vaccini” è una sciocchezza.
*Questo articolo è stato poi ripreso dal Blog di Beppe Grillo con il titolo: “Dire che il Movimento 5 stelle è contro i vaccini è una sciocchezza”.