Ora, ci informa la stampa democratica, Renzi “è pronto a incontrare Berlusconi” e persino a congegnare con lui un sistema elettorale tipo “tedesco” che consenta, dopo il voto, un governo di unità nazionale, guidato dal segretario Pd, con la partecipazione di Forza Italia. Nella vita si cambia, è normale, però dalle parti del Pd l’opinione sul fu Cavaliere – già puzzone e quasi dittatore, oggi argine ai populismi – è cambiata un po’ troppo. Breve riepilogo degli anti-B. d’un tempo (partendo da Renzi, già contraente del Patto del Nazareno).
Matteo e i suoi amichetti: mai col Caimano e simili
“Berlusconi è il passato, io parlo del futuro. Nei prossimi giorni andrà in pensione e dovranno capire che andranno in pensione anche gli antiberlusconiani” (Matteo Renzi, 25 novembre 2011); “Io sono quello più garantista di tutti. Ma quando c’è la sentenza definitiva si prende atto che è stato condannato e deve rispettare la legge e le sentenze” (Renzi, 30 agosto 2013); “Ora è arrivata una sentenza definitiva che ha detto che è colpevole. In qualsiasi Paese dove un leader politico viene condannato, la partita è finita. Per Berlusconi game over” (Renzi, 11 settembre 2013); “Mai più inciuci né larghe intese con Berlusconi” (Renzi, 28 ottobre 2013); “Non si può riproporre qui una grande coalizione come in Germania. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlusconi e Alfano” (Dario Franceschini, 23 aprile 2013); “Sono contrario a un governo Pd-Pdl” (Andrea Orlando, 22 aprile 2013); “Il Pd è unito su una proposta chiara: noi diciamo no a governissimi con la destra” (Anna Finocchiaro, 5 marzo 2013); “Lo dico con anticipo: io un’alleanza con Berlusconi non la voto” (Emanuele Fiano, 28 febbraio 2013); “I nostri elettori non capirebbero un accordo con Berlusconi” (Ivan Scalfarotto, 28 febbraio 2013); “L’idea di una maggioranza senza Grillo è impensabile. Non so se qualcuno lo pensa, nel Pd, ma io sono contrario. L’idea di un governo Pd-Pdl, anche con la lista Monti, non esiste in natura” (Matteo Orfini, 26 febbraio 2013); “L’accordo tra Berlusconi, Bersani e Monti sarebbe un disastro per la democrazia” (Gennaro Migliore, 23 febbraio 2013); “Spero non si faccia mai un governo con Berlusconi” (Migliore, 4 aprile 2013); “Berlusconi è l’uomo che ha fatto quasi fallire l’Italia e che ora si ripropone contando sul fatto che gli italiani ogni tanto hanno la memoria corta. L’alternativa è tra noi e Berlusconi” (Enrico Letta, 4 febbraio 2013); “Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile” (Letta, 8 aprile 2013); “La legge si giudicherà dall’odore, e questa legge impesterà tutto il Paese. L’Italicum è l’accordo Renzi-Berlusconi, che resterà il marchio, l’unico ricordo (spero non indelebile) di questa legge” (Gennaro Migliore, 12 marzo 2014)
Fior da fiore dal passato: quando Silvio era il male
“Il presidente del Consiglio ha in mente un Paese in cui il potere viene sempre più tacitamente concentrato nelle mani di una sola persona. Questo è contro la Costituzione a cui lui ha giurato fedeltà. Comincia una lunga battaglia per difendere la democrazia italiana” (Dario Franceschini, 22 febbraio 2009); “Mangano era lo stalliere mafioso di Berlusconi. C’è un giro di mafia vicino a lui… (Luciano Violante, 22 marzo 2006); “Berlusconi è una persona non solo inaffidabile, ma anche pericolosa per il sistema democratico” (Violante, 13 gennaio 2006); “Ormai sappiamo bene che Berlusconi è un bugiardo compulsivo” (nota dell’Ulivo, 4 aprile 2006); “Ha imposto i suoi voleri al Parlamento con decine di voti di fiducia, ha la maggioranza più blindata che si ricordi, possiede l’informazione, è il più ricco d’Italia e si lamenta di non aver potere: Berlusconi ha definitivamente perso la bussola della democrazia” (Debora Serracchiani, 8 giugno 2010); “Una inaudita intimidazione. Parole di volgare arroganza non degne di chi ricopre l’incarico di presidente del Consiglio. Se ancora c’era bisogno di una conferma dei gravi rischi che corrono in Italia il pluralismo e la libertà di informazione, ecco la prova” (Piero Fassino, 8 aprile 2002, dopo l’editto bulgaro contro Biagi &C.); “Berlinguer seppe resistere al Pcus, mentre Berlusconi non ha saputo resistere alla P2” (Walter Veltroni, 13 ottobre 1999); “Il vero problema del conflitto d’ interessi non è l’aspetto finanziario, bensì quello dell’influenza, attraverso il controllo televisivo, sulla formazione del consenso politico, con una vera alterazione dei meccanismi di formazione dell’opinione pubblica” (Stefano Passigli, sottosegretario a Palazzo Chigi, 5 aprile 2001); “L’Italia non è la Repubblica delle banane, ma qualche bananiere rischia di andare al governo” (Gavino Angius, 5 maggio 2001).