“Non siamo più amanti clandestini, ora Renzi è il nostro fidanzato”

L’amore clandestino è ufficialmente finito. A Napoli, il simbolo del Pd è affiancato da quello di Ala, grazie alla fatica di Vincenzo D’Anna, senatore verdiniano.
A Napoli nasce l’amore ufficiale, non più clandestino.
Sono stati mesi frustranti, ci hanno accusato di ogni nefandezza, tranne di spacciare sostanze stupefacenti.
Vi tenevano nascosti perché impresentabili.
Però eravamo e siamo determinanti al Senato. Siamo stati lì con umiltà a garantire il numero legale, non solo i voti ai provvedimenti. Spesso i lavori in aula iniziano per il nostro spirito di servizio.
Alla fine i sentimenti forti e genuini vincono.
Il nostro simbolo accanto a quello del Pd nella più grande città del Mezzogiorno.
Lei gode.
Ora spero che si rinchiudano per sempre nel silenzio tutte le prefiche del Pd.
Ultimo Bassolino.
La Capacchione, poi Luisa Bossa, il solito Gotor, Speranza. Ora, silenzio, per favore.
Siete il Leicester dei trasformisti, avete scalato posizioni su posizioni.
Prima di essere berlusconiani, siamo stati democristiani.
Con questo?
Mi segua: Veltroni ha fatto il Pd facendo sposare la tradizione comunista con quella dc di Prodi, Castagnetti, Franceschini. Perché adesso Renzi non può stare con noi?
Ieri Prodi, oggi Verdini. Sempre con Franceschini.
Esatto.
Ma quello era l’Ulivo, questo è il Partito della Nazione.
La politica non è utopia, si fa con quello che c’è. Io nel Partito della Nazione ci credo.
Fortissimamente Renzi.
Il suo riformismo, talvolta claudicante, è l’unica sponda possibile tra i due populismi, quello di Grillo e quello di Salvini.
E il centrodestra?
Il vecchio bipolarismo è a pezzi. Nel centrodestra c’è stata già una valanga che ha sepolto lo spirito del ’94 e Berlusconi. Il grande partito liberale di massa è fallito. Eravamo partiti coi professori, Urbani, Pera e Colletti, e siamo finiti con Toti, la Rossi e la Pascale.
La mutazione del Pd ha la stessa velocità?
A sinistra per il momento ci sono solo slavine, da Fassina a Civati, da D’Attorre ad altri.
Il tormentone della minoranza bersaniana.
Ormai divergono su tutto: riforma costituzionale, scuola, Jobs Act.
I più fedeli siete voi.
Sta cominciando una nuova stagione e ci stiamo attrezzando. Lei non immagina la fila che c’è sui territori.
Vogliono venire con voi.
Consiglieri regionali e comunali, tanti, tantissimi.
E tante liste vostre in Campania.
Abbiamo lavorato io, Milo, Langella, Falanga.
Qualche impresentabile?
Tutti senza carichi pendenti. A Napoli abbiamo presentato due consiglieri uscenti che arrivano da Idv e De Magistris. In un caso, per non fare polemiche, ho rinunciato ai miei principi garantisti.
Cioè?
Non abbiamo candidato Gennaro Castiello.
Arrestato per voto di scambio.
L’esperienza delle Regionali ci ha forgiati, anche se le polemiche furono eccessive. Stavolta non troverete nessuno, spulciate pure.
Puntate al ballottaggio con la Valente.
Certamente, i nostri sono tutti voti tolti a Lettieri (candidato del centrodestra, ndr).
I candidati sono migliaia a Napoli. Un esercito.
A Napoli, con le elezioni, si celebra un’asta, soprattutto nelle municipalità. C’è gente che offre voti e c’è gente che si candida solo per i 500 euro al mese.