Dovrebbe arrivare oggi l’annuncio del nuovo assessore al Bilancio del Campidoglio, dopo quasi un mese di attesa e ben tre nominativi prima dati per certi e poi scartati per diversi motivi. La sindaca di Roma Virginia Raggi non può attendere oltre, perché le disastrate casse comunali sono una delle urgenze principali per la sua giunta. Sarebbero tre i curriculum rimasti in corsa, e di questi due sono magistrati contabili: Giovanni Coppola, romano, già responsabile dell’ufficio Affari internazionali della Corte dei conti e Tommaso Viciglione, della sezione regionale della Campania. Mentre per le Partecipate ieri sera circolava il nome di Massimo Colomban, imprenditore veneto.
Di certo la gestione finanziaria del Campidoglio resta un nodo, con la prima scadenza contabile fissata per il 30 novembre, termine per approvare l’assestamento di bilancio. È il tema sollevato da Stefano Fermante, ragioniere generale del Comune, che lunedì scorso ha protocollato una lettera con cui metteva il suo mandato a disposizione della sindaca. Una missiva analoga ad una già scritta a luglio. Due pagine con allegate una serie di considerazioni sul difficile stato del bilancio, che paga la difficoltà nel reperire i fondi per la gestione ordinaria e l’impossibilità di programmare investimenti a lungo termine. Un gesto per sottolineare la difficoltà di redigere il testo della manovra finanziaria capitolina senza l’interlocutore politico di riferimento, ovvero l’assessore al Bilancio. “Ho solo evidenziato delle criticità, mettendo a disposizione il mio mandato, le persone serie fanno così”, scrive Fermante a un consigliere comunale. E pensare che solo venerdì scorso la sindaca lo aveva nominato alla direzione dell’unità di Programmazione finanziaria e gestionale, viste – si legge nel testo – le “criticità per la carenza di figure dirigenziali nella Ragioneria” sollevate da Fermante.
Raggi sconta ancora l’effetto delle dimissioni a catena del 1° settembre, quando in un solo giorno hanno lasciato il titolare del Bilancio, il capo di gabinetto e i vertici delle partecipate di trasporto e rifiuti. Ora anche il ragioniere generale sembra in bilico, e va nominato il nuovo segretario generale. Tra i nomi che finora hanno risposto al bando del Campidoglio ci sono Pier Paolo Mileti, in servizio al Comune di Genova, e Serafina Buarné, che già ha ricoperto il ruolo quando era sindaco Ignazio Marino. Per Raggi inoltre c’è la grana di Paola Muraro, l’assessore all’Ambiente indagata dalla Procura di Roma. Oltre che per i reati ambientali, ora la Procura l’ha iscritta per concorso in abuso d’ufficio con Giovanni Fiscon, ex direttore generale di Ama, la municipalizzata dei rifiuti, sotto processo in primo grado nell’ambito di Mafia Capitale. Così adesso i filoni di indagine su Muraro diventano due: il primo per le verifiche sulla qualità in entrata e uscita dei rifiuti dagli impianti di trattamento meccanico biologico a Rocca Cencia e in via Salaria. Il secondo per le consulenze all’Ama.
In mano ai pm c’è una telefonata – rivelata il 7 settembre dal Fatto – intercettata nell’inchiesta Mafia Capitale. I carabinieri del Ros hanno registrato l’ex dg di Ama dal 28 novembre al 1 dicembre 2014. In quei giorni ci sono 16 contatti telefonici tra Muraro e Fiscon: per lo più “squilli” annota il Ros. Poi una telefonata del 28 novembre 2014, siglata come “convenevoli”, e due chiamate “di carattere professionale” del primo dicembre 2014. Quindi una chiamata che il Ros racconta così: “Fiscon chiama una donna, conversazione di carattere privato”. La donna è Muraro. I carabinieri hanno consegnate le trascrizioni ai pm, ritenendole la prova di un rapporto d’amicizia tra i due che avrebbe (è tutto da dimostrare) aiutato l’attuale assessore a ottenere consulenze dall’Ama. Azienda dove Fiscon, dg dal 2013, aveva un ruolo già dal giugno del 1987, come scrive nel suo curriculum, mentre la Muraro inizia le sue consulenze nel 2006.