“Qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di aver portato all’interno del Pd soggetti che hanno rapporti con la criminalità organizzata”. Il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo ribadisce al Fatto Quotidiano la stessa frase pronunciata lunedì scorso nel corso della direzione provinciale del Partito Democratico, riunita per discutere se sfiduciarlo.
Il giorno dopo la visita alla festa de l’Unità di Catania del premier Matteo Renzi, il Pd si è riunito nella città aretusea per discutere la relazione del segretario provinciale Alessio Lo Giudice sull’amministrazione. Uno sconto interno al partito che si trascina da diversi mesi: di qua i renziani che stanno col sindaco, di là tutti gli altri. Alla presenza dei vertici regionali, 58 su 106 aventi diritto si sono espressi contro Garozzo, mentre i sostenitori del primo cittadino non hanno partecipato allo scrutinio.
Quando il sindaco sembrava ormai all’angolo, ecco il colpo di scena. La frase che crea il caso, destabilizzando l’intero partito ormai sull’orlo del precipizio e che giovedì prossimo lo vedrà davanti la commissione antimafia regionale presieduta da Nello Musumeci. “Non posso anticiparle niente, non sarebbe corretto – spiega Garozzo al Fatto Quotidiano – parlerò di più temi, non andrò per un singolo caso”. E sull’opportunità di fare quelle dichiarazioni il giorno della sfiducia, risponde: “Sono cinque-sei mesi che ho una preoccupazione rispetto a determinate cose, solo negli ultimi giorni sono entrato in possesso di buona parte della documentazione che consegnerò giovedì prossimo alla commissione”.
Andando per ipotesi, forse il primo cittadino parlerà del consigliere Antonio ‘Tony’ Bonafede, proveniente dal centrodestra, oggi ai domiciliari e sospeso sia dal consiglio che dal Pd dopo il suo arresto lo scorso aprile a Pozzallo insieme ad altre due persone, mentre viaggiava per Malta con due trolley carichi di marjiuana e hashish, per un totale di 19 chili.
Un altro possibile caso potrebbe essere riferito alla consigliera Simona Princiotta, eletta in una lista di centrodestra e poi accasatasi nel Pd, nonostante le sia stato negato il tesseramento. Princiotta ha denunciato più volte alla magistratura possibili favoritismi in relazione ad appalti e gare pubbliche per gli asili nido, provocando l’apertura di diverse inchieste. Alcuni mesi fa, il giornale locale Diari 1984 ha pubblicato le dichiarazioni rese nel 2002 dal collaboratore di giustizia Rosario Piccione, legato al clan mafioso Bottaro-Attanasio. L’uomo ha affermato di essere stato legato sentimentalmente alla Princiotta e di averle chiesto di ospitare nella sua abitazione Alfredo Franzò, esponente del clan latitante in seguito all’ordinanza di custodia cautelare della magistratura catanese nell’operazione Tauro. La consigliera ha smentito e ha querelato il giornalista.
Garozzo si è reso “disponibile” anche alla possibile convocazione in commissione parlamentare antimafia, proposta dal senatore pentastellato Mario Giarrusso, che ha chiesto al presidente Rosy Bindi di “audire quanto prima il sindaco di Siracusa, affinché dica chi sono i soggetti del Pd che hanno rapporti con la criminalità organizzata”.