i dei Paesi poveri. Collegandosi al sito www.gcap.it attraverso lo strumento del “pressOTTOmetro” è infatti possibile far sentire la propria voce affinché le istanze siano inserite nei documenti finali del G8: perché il grande summit non sia solo una spartizione di potere. Gcap ( che riunisce oltre 70 associazioni e decine di milioni di cittadini italiani) invita quindi tutti a schiacciare il pulsante a pressare i leader della Terra ricordando loro di mantenere gli impegni e le promesse contro la povertà.
Gcap sta promuovendo in questi giorni la sua campagna anche con manifesti ben visibili nei principali punti nevralgici delle città. Cartelloni raffiguranti le immagini-caricatura degli otto capi di stato e di governo.
Un “pressOTTOmetro” per ricordare il bilancio della crisi dell’attuale modello di sviluppo globale: secondo le più recenti stime della Fao, le persone che soffrono la fame hanno ormai superato quota un miliardo. Più di due miliardi e mezzo di persone non hanno accesso a strutture igienico-sanitarie adeguate; ogni minuto una donna muore per cause connesse alla gravidanza e al parto; dieci milioni di bambini, il 99% dei quali nei paesi in via di sviluppo, muoiono ogni anno prima di compiere i 5 anni di vita, spesso per patologie evitabili; dei 33 milioni di persone colpite dall’Hiv, di cui il 90% si trova in Africa sub-sahariana, solo 1 su 5 ha accesso ai farmaci indispensabili per continuare a vivere; oggi nel mondo ci sono 1 miliardo di disoccupati ed inoccupati e 781 milioni di adulti analfabeti, due terzi dei quali donne.
E questo scenario drammatico non è l’esito di congiunture sfavorevoli o di cause naturali, bensì di squilibri strutturali: in altre parole, è il frutto di scelte politiche errate e di promesse mai mantenute. I Paesi del G8, principali responsabili della situazione, devono ora assumersi la responsabilità di scegliere in maniera chiara ed univoca a favore dello sviluppo umano e dei diritti umani di tutti i popoli, dimostrandosi così all’altezza degli impegni già più volte assunti e in larga parte finora disattesi.
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