Società

Il Giano Bifronte e il testimone mafioso (in primo grado)

C´è la mafia e c´è l´ antimafia. Se c´è l´antimafia vorrà dire che c´è anche la mafia, disse prima Luciano Liggio e poi Marcello Dell´Utri, rimembrando ancor gli insegnamenti paterni. Se uno sta con la mafia pare che non possa stare con l´antimafia, anche se il pentito Campanella organizzava le manifestazioni contro la prima ma con il permesso di Provenzano, e anche se Carlo Vizzini, mentre era seduto in Commissione Antimafia si vide recapitare l´avviso di garanzia che lo informava di essere indagato per corruzione aggravata dal favoreggiamento di Cosa Nostra. Lui si dimise, in un raro momento di lucidità. Pensate che perfino a lui parve eccessivo rimanere. Ma di norma, si prova ognuno a fare il proprio sporco lavoro.

Ma c´è qualcuno in Veneto che da un colpo al cerchio e uno alla botte. Un patrocinio all´antimafia e una cerimonia alla mafia. E´ Giancarlo «Giano» Galan, il presidente della Regione. Giano Bifronte, omone grande e grosso di fede berlusconiana, il 4 aprile del 2009 aveva patrocinato, come Regione, assieme al sindacato di polizia Coisp e alla Provincia di Vicenza un incontro a Bassano del Grappa, Teatro Astra, dal titolo: «Mafie: la legalità vince». Bel gesto, non trovate? Cosa accade poi che sia così degno di analisi? Che Galan si sposa, il 6 giugno del 2009. Esattamente due mesi e due giorni dopo la conferenza. E allora? Tra tutti gli amici, i colleghi e i conoscenti, indovinate chi si sceglie per compari di nozze? Uno è Berlusconi, che nonostante le indagini (poi archiviate) per le stragi del ’92 e i versamenti di Mediaset nelle casse della mafia, nonostante gli incontri con Bontate e lo stalliere mafioso, si dice che con la mafia non c´entri. Ma è il secondo che inquieta ancora di più. Marcello Dell´Utri. Proprio lui, mica scherzo.

Marcello, che oltre ai due anni e tre mesi di reclusione per false fatture e frode fiscale, oltre alla prescrizione per aver mandato il boss Virga a recuperare un credito non dovuto, ha sul groppone una condanna a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Mafia. Cosa Nostra. Do you undestand? Scrivono i giudici che «La pluralità dell’attività posta in essere da Dell’Utri, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra».

Sorvolando sulle almeno due occasioni in cui Dell´Utri fu sorpreso a banchettare assieme ai boss del calibro di Antonino Calderone e Jimmi Fauci, mi chiedo sconsolato: Giano Galan sapeva tutto ciò e lo ha reputato ininfluente nella scelta del testimone di nozze, che sono figure indispensabili al matrimonio in quanto ne garantiscono addirittura la validità con la loro presenza e con le loro firme al termine della cerimonia, o peggio ancora non lo sapeva e quindi non è in grado manco di scegliersi i compari di nozze? Credo che i veneti abbiano il diritto di sapere. Qualcuno dell´opposizione ha per caso ricordato a Giano tutto questo o ha taciuto per non rovinare il banchetto? O magari al banchetto c’erano anche loro e si sono intrattenuti con il condannato per mafia, senza saperlo? Io ho tanto da fare, sono sempre occupatissimo, ma una mezz’oretta alla Regione che mi ha adottato (sono siciliano) gliela dedico volentieri.

Giano, quando vuoi sapere se colui che hai accanto è un mafioso o no, fammi un colpo di telefono, tranquillo.