Avete presente l’articolo del “Financial Times” dal titolo “Berlusconi treads path from playboy to Statesman (Berlusconi incrocia la strada di playboy con quella di statista) a firma Guy Dimore e George Parker apparso in data 11 luglio per l’esultanza di quasi tutta la stampa italiana (diciamo tutta, inclusi gli applausi di Sansonetti su “ l’Altro”, esclusa solo “La Repubblica”)?
Bene. E’ tutto vero. Ma nelle esaltate traduzioni che hanno indetto molti ad ammonire la sinistra che “il gossip non paga” (che vuol dire che abbiamo tutti il dovere, sinistra o non sinistra, di sopprimere la notizie) manca un paragrafo. L’ultimo. Tutti ci hanno dato una versione in cui sono state censurate alcune righe. Le ultime. Per dovere di cronaca le abbiamo fedelmente e cautamente tradotte. Eccole.
“Eppure importanti personaggi della vita diplomatica rimangono preoccupati per ragioni di sicurezza . Sono ragioni che inducono a dubitare della affidabilità di un capo di governo che, a quanto è stato detto, intrattiene ragazze squillo, alcune provenienti dall’Europa dell’Est. Lo stesso Berlusconi ha fatto sapere che una ragazza, di cui ignorava l’attività professionale di “escort” sarebbe stata pagata per incastrarlo”.
Segue la firma dei due giornalisti che precisano di averlo scritto da l’Aquila, nel momento caldo del trionfo. Ecco dunque come si conclude, in un giornale normale, l’articolo che adesso molti ci sventolano come prova del riscatto del nostro statista. I due inviati, a conclusione di una serie di dovuti riconoscimenti sulla buona ospitalità, non di riscatto parlano ma di ricatto
In poche righe esprimono alcuni concetti che un po’ guastano la festa italiana se si leggono con attenzione e con la mente sgombra dallo impulso di piegarsi in profondi inchini di omaggio e di pentimento.
Prima conseguenza. Le storie politiche di personaggi di primo piano, come quella di Berlusconi che, per ora, comincia a Casoria e si conclude con i racconti di D’Addario e le altre, non sono seguite da indulgenza plenaria che, come hanno imparato nelle loro vicende Nixon e Clinton, in democrazia non esiste. La vicenda non si azzera come un tassametro, viene mostrata accanto ad alcune cose che sono andate bene ma non cancellano niente. E se ne traggono alcune gravi conseguenze.
Seconda conseguenza. Un leader che ha la casa affollata di visitatrici selezionate solo fisicamente è un pericolo per la sicurezza. La sicurezza di cui è depositario Berlusconi, che comprensibilmente se ne vanta, non è solo quella italiana. I diplomatici citati dal giornale inglese suggeriscono: Attenzione, Berlusconi non è affidabile, è un rischio per la comunità internazionale.
Terza conseguenza. Alcune gradite ospiti di Berlusconi venivano da paesi che tradizionalmente usano la via del sesso per impossessarsi di segreti economici o militari. Non sappiamo nulla, tranne un grande andare e venire di donne giovani, delle notti di Berlusconi. Ciò che allarma non è la morale ma l’affidabilità politica.
Quarta conseguenza. Il silenzio con cui Berlusconi crede di essersi tolto dall’incredibile imbarazzo (e del quale gli esegeti di destra e di sinistra ci dicono con un curioso sarcasmo “Visto? Il gossip non paga!”, usando la parola inventata da Bonaiuti per definire un vasto scandalo), quel silenzio non elimina ma anzi aggrava il pericolo di ricatto (“donne pagate per incastrarlo” dice lui stesso).
A questo pericolo è dedicato il paragrafo chiave dell’articolo inglese, il paragrafo che agli italiani è stato negato.