Esiste una nuova tipologia di reato di diffamazione: il “reato ministeriale” e per la prima volta lo conia la Giunta per le Autorizzazioni, sostituendosi, di fatto, alla magistratura, stabilendo, appunto, da sola, la natura del reato. Con 170 voti a favore e 120 contro, l´ex Ministro della Giustizia, sì, Giustizia, Roberto Castelli non potrà essere processato per diffamazione a seguito della denuncia del leader del Pdci Dliberto. In pratica è stata reintrodotta l´immunità per i Ministri, una sorta di Lodo Alfano estensibile. Dunque, un Ministro della Repubblica Italiana può urlare in Piazza, assieme ai “Giovani Padani”: “Chi non salta italiano è” come fece Castelli, da Ministro della Giustizia, ripetiamo, Giustizia e, può anche rispondere a chi lo critica civilmente, evidenziando il vergognoso comportamento, come fece Diliberto durante la trasmissione “Telecamere”: “Piuttosto che mandare in giro a sprangare come fai tu, preferisco saltare…da ministro non sono mai andato a ricevere con tutti gli onori terroriste fatte scarcerare negli Usa” riferendosi al caso di Silvia Baraldini liberata per via di una grave malattia, ed essere “esonerato” da ogni responsabilità perché, secondo la Giunta, investita del caso dal presidente della Camera Alta, Renato Schifani, quello di Castelli è un reato ministeriale in quanto ha agito nel perseguimento “di un preminente interesse pubblico”. Quello stesso interesse pubblico che lo portò ad urlare in una pubblica Piazza: “Chi non salta italiano è” mentre era Ministro della Giustizia, sì, Giustizia.
Politica
Castelli non si tocca
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