L’estate divampa, trionfa il grande esodo e di Papi Silvio non si parla già più. Lo scandalo di Puttanopoli che a Parigi avrebbe già liquidato Sarkozy, a Londra cancellato Brown, a Madrid annichilito Zapatero qui da noi non lascia conseguenze visibili. Il sultano di villa Certosa stringe mani e firma autografi come un premier autorevole e attento ai problemi del paese, assecondato dalla cosiddetta grande stampa. Archiviata la faccenda delle ragazze squillo assoldate a mille euro a botta con il famoso titolo.”Berlusconi: non sono un santo”, Corriere della Sera e Stampa ci descrivono un premier, novello Giustino Fortunato, risoluto ad affrontare con un “piano innovativo” l’annosa questione meridionale. Solo Repubblica insiste, meritoriamente, con la sue dieci domande, ormai confinate in un angolino. Come quel senso della vergogna che, ormai, qui da noi non ha più cittadinanza. Anzi, che cos’è?
Uffa con ‘ste puttane
Del resto, se Silvio riesce comunque a farla franca malgrado sia tuttora immerso nello scandalo più maleodorante e ridicolo della storia patria, con chi vogliamo prendercela? Con la sua maggioranza di parlamentari miracolati che tutto gli devono e che mai oseranno criticare l’origine della loro fortuna? Con l’opposizione ondivaga e pigolante che per paura e coda di paglia non è riuscita a mobilitare nel paese uno straccio di reazione? O con l’Italia del ghiacciolo e del pattino che già guarda annoiata (quando non ammirata) alle imprese del premier puttaniere e dice uffà e volta pagina?