Difficile è stato limitarmi: mille e mille, infatti, le cose, i fatti, le persone per i quali per me é valsa e vale la pena. Ce l’ho fatta, cominciando col non prendere in considerazione gli affetti familiari – i genitori, i figli, soprattutto il nipotino – e, non sia mai, le donne della mia vita. Poi, guardando in particolare alle passioni intellettuali e ai maestri Voi lettori (apro la strada che, spero, molti vorranno autonomamente percorrere) siete liberi di seguirmi o di parlare d’altro. E’ un concorso senza premi e non saranno premiati neppure quanti, scorrendo il mio scritto, scopriranno un’imprecisione (che c’è).
Valeva la pena (di leggere, ascoltare, conoscere, vedere, studiare e sopratutto amare)
L’entrata del pianoforte nel secondo movimento del Concerto ‘Imperatore’ di Ludwig van Beethoven nell’interpretazione di Claudio Arrau.
Katharine e Audrey Hepburn.
‘La ragazza e la miniera’ di Francesco De Gregori e, forse, ‘Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi’ di Lucio Battisti.
Carlo Bergonzi in ‘Addio alla madre’, da ‘Cavalleria rusticana’ di Pietro Mascagni.
Egon Schiele sempre. Pablo Picasso, Salvador Dalì e Gustav Klimt spesso. René Magritte a volte.
Sofia Loren in ‘Una giornata particolare’ di Ettore Scola.
Marlène Jobert ovunque e comunque, Isa Miranda in ‘Le mura di Malapaga’, la corsa di Shirley MacLaine nel finale de ‘Il laureato’.
‘Festa mobile’, ‘Il mio vecchio’ e ‘Breve la vita felice di Francis Macomber’ di Ernest Hemingway.
‘Smoke Bellew’ di Jack London per capire come deve essere una donna.
‘La giumenta verde’ di Marcel Aymé per comprendere come deve essere un uomo.
Vittorio Gassman in ‘La famiglia’ di Ettore Scola, specie nel finale.
‘On Raglan Road’, di Patrick Kavanagh, nell’interpretazione di Luke Kelly e, ovviamente, la morte di Brendan Gleeson nel bellissimo ‘In Bruges’, di Martin McDonagh.
Michael Douglas in ‘Wonder boys’ di Curtis Hanson.
Dashiell Hammett e Raymond Chandler sempre e Lillian Hellman quando scrive del primo.
Lucio Anneo Seneca, Giuliano l’apostata, Oscar Wilde, Jorge Luis Borges.
Orson Welles e Robert Mitchum in ogni caso, Burl Ives in ‘La gatta sul tetto che scotta’, Harvey Keitel nel ruolo di Auggie in ‘Smoke’, Danny De Vito che suona ‘I’m in the mood for love’ col violino in ‘I soldi degli altri’, l’apparizione di Henry Silva in ‘Ghost dog’, Lee Marvin in ‘Contratto per uccidere’, Walter Matthau sempre e in particolare in ‘Chi ucciderà Charley Varrick?’, Charles Bronson in ‘C’era una volta il west’ e, con James Coburn, in ‘L’eroe della strada’, Paul Newman in ‘Lo spaccone’, Sterling Hayden in ‘Rapina a mano armata’ e ‘Johnny Guitar’, Anthony Quinn nei panni di personaggi ‘più grandi della vita’…
‘Furore’ di John Steinbeck.
‘Piccolo campo’ di Erskine Caldwell.
Rod Laver, Nicola Pietrangeli, Pat Cash (sull’erba e finché non si è ‘rotto’), Jimmy Connors, John McEnroe, Vitas Gerulaitis, Henry Leconte, Andres Gomez, Fernando Gonzalez (se gli funziona il terrificante ‘dritto’), Roger Federer.
Martina Navratilova, Chris Evert, Steffi Graf.
Rudolf Nureyev.
Rocky Marciano su tutti ma anche Roberto ‘mani di pietra’ Duran, i due ‘paesani’ Rocky Graziano e Jake La Motta e lo spettacolare Sandro Mazzinghi.
‘Nuova enciclopedia’ di Alberto Savinio.
David Lodge, specie per ‘Il professore va a congresso’
‘Il canone occidentale’ di Harold Bloom.
‘Nessun uomo è un’isola’ di John Donne.
Bernard Hinault.
Gli ultimi venti secondi di ‘Casco d’oro’ e, comunque, Jacques Becker.
Cavallo Pazzo.
Charles De Gaulle.
‘Una donna e una canaglia’ di Claude Lelouch.
John Huston.
Indro Montanelli.
John Quincy Adams, Teddy Roosevelt e Lyndon Johnson.
Emilio Salgari e Jules Verne.
Giovanni Malagodi.
Piero Chiara.
Luigi Zanzi senior, Leonardo Bellanca e Giuliano Ferrara.
Dino Risi.
Carlo Verdone.
‘Crocevia della morte’ dei fratelli Coen.
‘Zio’ Yul Brynner.
Woody Allen, in particolare per ‘Un’altra donna’ e ‘Harry a pezzi’.
L’apparizione di Dorothy Malone in ‘Il grande sonno’ di Howard Hawks.
Claude Sautet, sempre.
‘Quinto potere’, sceneggiato da Paddy Chayevsky e con il grande Wlliam Holden.
‘Sentieri selvaggi’.
Jane Birkin, infinitamente bella, che canta ‘Quoi’ nel video datato 1995.
Emiliano Zapata.
Lope De Aguirre.
Jacobo Arbenz Guzman.
Bobby Fisher.
Margaret Thatcher.
‘Il mondo secondo Garp’ di John Irving.
Romy Schneider verso i quarant’anni: l’attrice più bella, probabilmente.
I film del 1975: ‘Il vento e il leone’ di John Milius, ‘Stringi i denti e vai!’ di Richard Brooks, ‘L’uomo che volle farsi re’ di John Huston, ‘Shampoo’ di Hal Ashby, ‘Marlowe’ di Dick Richards, ‘Barry Lyndon’ di Stanley Kubrick, il già citato ‘L’eroe della strada’ di Walter Hill.
Postilla a questo post (31 luglio ore 21.00)
Solo adesso prendo visione dell’incredibile numero di commenti conseguenti alla pubblicazione del mio ‘Valeva la pena’. Che dire se non che, alla fine, tolti gli attacchi personali dei soliti trinariciuti, ho trovato che la maggior parte degli interventi sono accettabili e alcuni, seppur critici, condivisibili?
L’errore da scovare riguardava Shirley McLaine la quale correva nel finale de ‘L’appartamento’ e non de ‘Il laureato’.
Spero di avere molte altre occasioni: mi sono difatti divertito moltissimo.
Alla prossima (che sia una minaccia?).
Mauro della Porta Raffo