Di solito le inchieste a puntate sono da evitare per almeno due motivi: il rischio che qualche altro mezzo d’informazione bruci le notizie tenute per le puntate seguenti e la presenza del Generale Noia in perenne agguato. Il lato positivo, invece, è che se ci si rende conto che si è scritta qualche imprecisione, o qualche errore tout court, almeno si può rimediare quasi in tempo reale. Allora, prima di chiudere l’inchiesta, è giusto chiarire che la rogatoria elvetica non è affatto “sospesa”.
E’ vero invece che i legali degli indagati, che sono un numero ancora imprecisato, hanno opposto una serie di ricorsi per tentare di bloccarla in ogni modo. Ma secondo fonti giudiziarie, a tutt’oggi queste eccezioni sono state puntualmente respinte dal Tribunale federale svizzero. Questo significa che la collaborazione tra gli inquirenti elvetici e quelli milanesi non solo al momento non conosce ostacoli, ma potrebbe portare presto a una svolta nelle indagini sullo scandalo delle cartolarizzazioni della Regione Sicilia e del suo proverbiale deficit.
Quanto alla configurazione giuridica del reato, quella “corruzione contro ignoti” della quale si è scritto, non è la prima volta che viene utilizzata dalla magistratura italiana e questo, di per sé, non è quindi un segnale di sfiducia nei confronti del ministero di Giustizia. Non solo, si può procedere contro ignoti anche per la corruzione e la differenza tra la corruzione semplice e quella aggravata, ai fini della prescrizione, è nulla.
Ciò detto, resta ancora un nodo da sciogliere ed è quello delle consulenze incrociate. Luciano Massinelli, uno degli indagati per corruzione, ha lavorato per Nomura come “originator” del maxi-contratto da 655 milioni di euro. Ma nello stesso arco di tempo, ovvero tra il 2001 e il 2004, risulta esser stato anche “consulente per le materie economiche del Presidente della Regione Siciliana, onorevole Salvatore Cuffaro”, come si può leggere nel curriculum vitae che lo stesso Massinelli ha fornito alla società Cape Live all’atto della nomina come “amministratore indipendente”.
Insomma, Massinelli è stato contemporaneamente “consigliere” del compratore e del venditore, il che può avere risvolti penali perché come consulente del presidente Cuffaro era un “incaricato di pubblico servizio”. Dal punto di vista della sana e prudente gestione della Cosa Pubblica, invece, balza agli occhi quantomeno la grave imprudenza o imperizia di un Cuffaro che si affida ai consigli di chi poi prenderà una ricca provvigione dal venditore Nomura.
Ma questa commistione di ruoli è andata in scena in molte pubbliche amministrazioni d’Italia ed è probabilmente all’origine di buona parte del disastro dei derivati venduti alla Pubblica Amministrazione. Una “ingenuità”, tanto per essere garantisti, tanto più grave laddove comuni e province gestiscono uomini e quote di Fondazioni bancarie. Ovvero, dove il povero sindaco o assessore abbindolato dalle banche d’affari avrebbe potuto consigliarsi gratis sugli investimenti proprosti con dei tecnici di alto valore come i dirigenti delle varie Cariplo, Compagnia di Sanpaolo, Banco di Sicilia e Carige. Insomma, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, forse qualche giudizio politico si potrebbe anche già formulare.