Politica

Gnazio e il mal di Lega

Ride di gusto il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, detto Gnazio. Ride e fa battute. Circondato dai vertici catanesi dei Carabinieri, venuti ad omaggiarlo al suo arrivo in città .

Alla sua Catania il Ministro porta in dote cinquanta militari per far fronte all’emergenza scippi e rapine che da tempo ha raggiunto i limiti di tolleranza. Certo, cinquanta militari appena strappano un sorriso nell’arena del Caso Catania. Ma così è. Ride La Russa davanti al suo bel bicchiere di granita presa al solito bar del centro. Ride al passaggio di una bella donna della sua terra. Ride alla signuruzza etnea che gli rivolge la classica (da queste parti) battutaccia sulla Lega. Ride anche quando lo avvicini, fuori conferenza stampa, per fargli due domande. “Ma come? Ancoooora?”, stira le vocali, sì che hai la prova che anche il Sud è ben rappresentato al Governo. Le ronde?. La risata del Ministro va in semieclissi: “Ma ho già detto. Possono essere utili”. Ma lei ha anche detto che bisogna evitare i contraccolpi mediatici. Cosa intende? “Beh metti il caso che succeda qualche incidente…sa… le strumentalizzazioni politiche”.

Le ronde non piacciono per niente al Ministro. Per lui parla quell’improvviso alzar di sopracciglio, che precede la dichiarazione ufficiale. Abortita ogni parola contraria. Il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli (che con La Russa ha condiviso quarant’anni di militanza politica, prima col Msi, poi con An e adesso col Pdl) in conferenza stampa era stato esplicito: “Non sono contrario alle ronde ma non ne sono entusiasta perché sono convinto che la sicurezza sia un compito che spetti allo Stato, attraverso le sue forze dell’ordine e non a volontari che girano in città”.

Se poi chiedi a Ignazio La Russa del suo scontro con Maroni sulle rispettive competenze dei Ministeri, lui si fa scuro in volto. C’è stato uno strappo tra di voi sull’utilizzo dei militari a presidio delle città: Maroni rivendica la competenza esclusiva del Ministro dell’Interno sulla sicurezza pubblica… Gnazio china il capo e sibila: “La competenza sulla sicurezza è sua”. E sparisce alla vista, coperto da un nugolo di uomini della scorta. Da lontano risuona ancora quella risata. La resa dei conti con la Lega è solo rinviata.