Sulla pagina della “Lega Nord Mirano”, piccolo comune in provincia di Venezia, un raccapricciante volantino svetta come immagine di profilo: “Immigrati Clandestini: torturali! È legittima difesa”. La frase è accompagnata dal simbolo con Alberto da Giussano e da un chiarissimo “vota Lega Nord”.
Il profilo Facebook non è estemporaneo: è stato aperto nell’aprile scorso e conta tra gli amici non solo decine di sezioni virtuali della Lega (Lega Nord Padova, Lega Nord Milano Città, Lega Nord Piacenza, Lega Nord Alassio, Lega Nord Bassa Modenese, Lega Nord Chioggia, ecc.) ma anche due big delle pattuglie lumbard: Roberto Cota, capogruppo della Lega Nord alla Camera, e ancora lui, Renzo Bossi, fresco di una denuncia dell’Arci per istigazione all’odio razziale.
L’invito esplicito alla tortura non ha turbato in nessun modo gli “amici” della Lega Nord Mirano: nella bacheca del profilo non si leggono ne’ una critiche né distinguo nei confronti dell’appello alla tortura. Tra i commenti alla frase spicca piuttosto un “bella questa ha ha ha” firmato Lega Nord Quarto D’Altino e numerosi “son d’accordo”.
«Attaccano mio figlio ma pensano a me» aveva dichiarato Umberto Bossi per difendere il figlio e il suo giochino affonda-barconi. Sarebbe interessante capire ora come il Senatur intende difendere gli amici di Renzo che su Facebook incitano a torturare i clandestini. E sarebbe utile sapere anche cosa ha da dire a riguardo Roberto Cota, da più parti dato per probabile candidato del centrodestra alla presidenza della regione Piemonte.