Ci avevano informati male. Per anni, nel primo e nel secondo governo di centro-destra, ci hanno detto che l’antiberlusconismo faceva il gioco di Berlusconi, che lui ne era molto contento e cresceva continuamente nei sondaggi a causa degli attacchi personali che – con cocciutaggine degna di miglore causa – una sinistra detta “giustialista” si ostina ad indirizzargli. Avevano un bel ripetere – i “giustizialisti” (che nel resto del mondo vengono creduti estremi seguaci del leader argentino Juan Peron) la loro persuasione di usare e denunciare fatti veri, giudiziariamente dimostrati, atti di processi , pubbliche testimonianze oppure parole, fatti, atti televisivamente attribuibili allo stesso Berlusconi (nonostante le smentite). Sempre veniva ripetuto da persone ritenute esperte e politicamente sagge: “Con l’antiberlusconismo fate il suo gioco. Lui è contento . Non vedete che più lo attaccate e più lui vince? La vera risposta è fare le nostre proposte”. La gravità della frase – ripetuta per 15 anni – fino a spingere ciò che resta dell’antiberlusconismo e del giustizialismo il più lontano possibile dalla stampa scritta, dai microfoni e da ogni – per quanto modesta – responsabilità politica, era creduta da molte brave persone. Esse infatti facevano – invece di attacchi a Berlusconi – le loro proposte di cui nessuno sa niente. In soli due giorni, all’improvviso, Berlusconi, sempre lui (omaggio al suo attivismo innovativo) sbugiarda in due mosse i predicatori del “basta con l’antiberlusconismo” e libera i giustizialisti dalla gogna di coloro che hanno continuato a ripetere “vada dal giudice”.

Ci è andato. È diventato giustizialista anche lui. Anzi, chiede alla giustizia non solo la verità (nel caso sulle sue erezioni), ma anche immense somme di danaro. Parlo delle cause civili intentate a La Repubblica e a L’Unità. E così veniamo a sapere che esperti e saggi mentivano quando sgridavano antiberlusconiani e giustizialisti ostinati. Non solo Berlusconi è diventato uno che rivendica tutta la sua fiducia (e persino la sua estrema rivendicazione virile) sui giudici. Berlusconi ha detto al mondo che gli attacchi motivati alla sua persona (detti “antiberlusconismo spinto”, il morbo da cui ha promesso di stare alla larga Piero Sansonetti, inaugurando il suo giornale, gli danno molto fastidio. Un fastidio così grande da scuotere l’intero Paese e da lanciare fulmini da milioni di euro contro nemici che intende annientare. Al punto da far calunniare il direttore di Avvenire – il quotidiano dei vescovi – rischiando persino lo scontro con la Santa Sede.

Eppure, ricordate, i più saggi ci hanno ripetuto per 15 anni: “Con l’antiberlusconismo e il giustizialismo fate il suo gioco, lo rendete più forte”. Eccolo qua il più forte: minaccia di farti fuori o con la reputazione o con somme immense se osi ancora una volta criticare Berlusconi. Non sarebbe stato più saggio, da parte dei saggi, dirci un’amichevole verità in tutti questi anni: “Lo so anch’io che inchiodarlo a ciò che ha fatto sarebbe l’unico modo. Ma non lo fate. È troppo pericoloso”. È vero infatti che Boffo non è il solo direttore costretto a lasciare per “antiberlusconismo”.

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