Politica

Perché non è una lista di proscrizione

Decine e decine di mail, discussioni infuocate, dubbi sull’opportunità del nostro gesto, dibattiti da parte dei lettori (leggete sul sito la lenzuolata di ieri). Decine di telefonate da parte dei deputati che abbiamo chiamato in causa, e anche da parte dei loro colleghi. Enzo Carra ci ha spiegato che non poteva essere in aula perché stava facendo una visita per i suoi calcoli. Barbara Pollastrini ci ha scritto una letterina che uscirà sl giornale di domani, anche lei aveva problemi di salute. Tre deputati hanno detto di aver commesso errori “tecnici” in fase di votazione. Altri deputati, anche del Pd, ci hanno detto che abbiamo fatto bene a scrivere tutti i nomi, perché loro hanno fatto salti mortali per essere in Aula e l’assenza di altri ha vanificato il tutto. Nell’articolo di oggi ho cercato di mettere in evidenza che tra gli assenti c’era tutto lo staff di Franceschini, e che questo è un dato politico. Non erano mica obbligati a farsi eleggere tutti. Se uno viene eletto in Parlamento la sua priorità deve essere quella, mica il congreso del Pd, giusto? Detto questo, la nostra non è e non vuole essere una lista di proscrizione.

In America è considerato normale che i cittadini possano controllare l’attività parlamentare dei loro rappresentanti. Qui da noi, chissà perché, è ritenuto quai un gesto sovversivo. Io trovo civile che gli eletti ci scrivano e ci spieghino perchè non c’erano, se non c’erano. Non aver partecipato al voto sull’incostituzionalità sullo scudo fiscale non equivale a una condanna. Però, allo stesso tempo, ci sembra molto civile che tutti possano fare domande e chiedere conto. Per questo, in tutti i voti in cui la tabulazione sarà importante, torneremo a pubblicare i nomi.


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